Beautify Junkyards

Nova

2024 (Ghost Box)
psych acid-folk, elettronica

Tre anni: questo è il periodo che separa "Cosmorama" dal nuovo progetto dei Beautify Junkyards, "Nova": quinto album del gruppo portoghese e terzo per l'etichetta Ghost Box, un'opera che anticipa un tour che dovrebbe interessare anche l'Italia.
Attivi dal 2012, i Beautify Junkyards hanno dato vita a una sintesi di perfezione estetica e approssimazione analogica, brulicante di colti richiami all'hauntology, ebbra di tempi ritmici in stile tropicalia, sospesa in quel modernismo trip-hop che ha marchiato a fuoco la musica rock e pop contemporanea, affascinata da vellutate sonorità lounge, ma soprattutto psichedelica/futurista nella dimensione onirica e letteraria degli anni 70: un perfetto ossimoro musicale, dove passato e futuro si confondono senza mai incontrarsi.

"Nova" è un ulteriore passo verso quell'utopia psych-synth coltivata dai Broadcast e poi lasciata germogliare in territori alieni. Alle già apprezzate sfumature di colore, la band di Lisbona aggiunge nuove vibrazioni elettroniche, grazie all'inserimento di un nuovo alchimista, Bernard Loopkin (synth e tastiere), e agita il soave ed etereo allestimento vocale, assumendo non solo a tempo pieno una nuova cantante che si alterna all'ottimo Joao Branco Kyron, Martinez, ma anche ospitando due pezzi da novanta come Paul Weller e Dorothy Moscowitz (United States Of America).
Fluide e sotterranee, le sonorità di "Nova" carezzano le velleità più ambiziose mai sperimentate dalla band portoghese, gli strumenti quasi perdono la loro identità per una trasfigurazione analogica-elettronica dai tratti cosmic-acid-world, che ovviamente risente delle recenti esperienze collaterali con il progetto Hidden Horse e delle esternazioni soliste di Joao Branco Kyron.
La sezione ritmica è più potente, tra groove ipnotici e affinità con la musica drum'n'bass stemperate da una magmatica e nebulosa estasi elettronica, in un gioco di rimandi e riflessi che invoglia alla danza sabbatica ("Dancer's Reward"), per poi sedurre e incantare con melodie simili al canto delle sirene dell'Odissea ("Somersault").

"Nova" è un album ancor più difficile da frammentare in episodi. Ognuno degli undici brani concorre a una compatta struttura narrativa, che ne plasma le diverse anime. Accade così che la voce di Paul Weller in "Sister Moon" scivoli con una naturalezza impressionante e che la presenza di Dorothy Moscowitz in "Turning The Tide" assuma quasi un contorno mistico e spirituale, al punto che viene da chiedersi quanto sia intenso il legame tra i Beautify Junkyards e gli United States Of America.
C'è un'insana e contagiosa magia che anima il nuovo album della band portoghese. Anche quando replicano se stessi, i Beautify Junkyards sembrano posseduti da un'esuberanza inedita ("Black Grape", "Raridade De Contrastes"), le soluzioni strumentali sono sempre più ardite e surreali ("Sonora"), perfette per nuove interazioni musicali come quelle sperimentate nella straordinaria "Groundstar", autentica perla acid-folk in chiave hauntology che ospita Jesse Chandler (Pneumatic Tubes, Midlake e Mercury Rev) e il suo flauto.

L'atipico e travolgente groove del cosmic-psych-dream-pop di "Orbit" e l'immaginario sonoro alla Mort Garson di "Pulsing Abstraction" sono ulteriori tasselli policromi di un progetto intrigante e avvincente, che elegge i Beautify Junkyards come assoluti maestri della sampledelia.

19/09/2024

Tracklist

  1. Black Cape
  2. Dancer's Reward
  3. Sister Moon
  4. Sonora
  5. Here Everything Is Still Floating
  6. Raridade De Contrastes
  7. Somersault
  8. Groundstar
  9. Orbit
  10. Pulsing Abstractions
  11. Turn The Tide

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