Non è facile prevedere quello che farà Dargen D'Amico, a volte canzoni sperimentali e astratte come quelle di "Bir Tawil" e altre volte cose più cantautorali o pop, o più banalmente sceme nel senso più divertito e divertente del termine. Quando è stata confermata la sua partecipazione a Sanremo 2024 con "Onda alta", sulla scia della sua unica vera hit da mainstream, "Dove si balla", ci si poteva aspettare un brano con cassa dritta e tanta energia da dancefloor e infatti questi elementi sono regolarmente presenti, ma affiancati a un racconto profondamente drammatico di guerre ed emigrazioni disperate. Non è facile prevedere quello che farà Dargen D'Amico, e il titolo di "Ciao America", undicesimo album di studio, non aiuta granché: si riferisce, dice il comunicato stampa, al tema trasversale dei legami familiari con i parenti emigrati ma anche alla connessione tra Italia e Stati Uniti, a livello musicale e, infine, al presunto tramonto dell'Occidente come punto di riferimento economico e culturale mondiale.
Inizialmente pubblicate senza il brano sanremese, poi posto in apertura nella versione streaming, queste tredici nuove canzoni si distinguono per la forte componente elettronica e ballabile, unita a un sostanziale ritorno ad alcune soluzioni già utilizzate in passato.
La già citata "Onda Alta", tolto il testo angosciante soprattutto sul finale, abbonda di synth e bassi, ma anche quando i brani partono da linguaggi più emotivi e forme più astratte, come in "Metà di qualcosa" (con Rkomi e Vincenzo Fasano) e "La goccia", capita che si spostino poi sul dancefloor. Il rapper milanese inserisce in tracklist anche quella hit tentata che è "Pelle d'oca", già pubblicata nel 2023: un suo tentativo di latin-rap nobilitato soprattutto dalla sua grande abilità con le parole, più che dall'arrangiamento martellante.
L'elemento imprevedibile sopravvive comunque anche in questo album, prendendo ancora una volta una strada imprevista: "Energia Electronica" schiaccia il pedale a tavoletta su una hard-trance che rimane a metà tra tributo e parodia (ve la ricordate "La banana frullata"?).
Altrove Dargen D'Amico sembra cercare una sintesi tra brano da alta classifica e il suo linguaggio unico dei primi album solisti: "La Chiave" e "1000 persone", che ritornano al rap elettronico e fatto di associazioni di idee di "Di vizi di forma virtù" ma senza lo stesso coraggio nello strapazzare i modelli stilistici; "Check-In", un ritorno convincente alla sua anima più abstract e al flusso di coscienza malinconico di "Nostalgia istantanea", pur integrata su un synth-rap non particolarmente originale; "Patto di fango", un testo profondamente personale ma splendidamente divertente nella sua amarezza, purtroppo ancora una volta poco creativo nella produzione.
"Ciao America" si chiude con due brani che sembrano nuovamente riaffermare le potenzialità di un artista che, quando si lascia libero di esplorare la sua creatività, ha davvero qualcosa in più degli altri: "1/2 Kilo" lascia pochi punti di riferimento, un beat cupo e distopico per snocciolare un testo imprendibile, al contempo profondo e immediato; "Vita x sempre", un gioiello di storytelling chiuso in una nuvola di dolcissima serenità:
C'è una citazione sulla navata
Dice che c'è vita, vita per sempre
Però dorme triste anche stanotte
E si sente come quando perdi quasi tutto
21/02/2024