Fat Dog

WOOF.

2024 (Domino)
new rave, ebm

This is not a fire test
You may see me from the calling light
Oh, the sky is breaking
I ain't even shaking
I was walking on the other side
I was walking on the tracks again

Sono riusciti a far parlare di sé prima di qualsiasi uscita ufficiale (“King Of The Slugs” è arrivata solo nell’estate 2023, e loro avevano già aperto i concerti di Viagra Boys, Shame e Yard Act), semplicemente facendosi conoscere al pubblico con le loro esibizioni selvagge ed esplosive in tempo record: ci stiamo ovviamente riferendo ai Fat Dog. Nata nel 2020 a South London sotto la guida del vocalist e chitarrista Joe Love, l’attuale formazione a quintetto tra new rave ed Ebm, che sta imperversando in lungo e in largo con l’esordio “WOOF.”, è completata dal tastierista Chris Hughes, dal sassofonista Morgan Wallace, da Jacqui Wheeler al basso e da Johnny "Doghead" Hutch alla batteria. Alla produzione del debut spicca inoltre l'ingombrante zampino di James Ford (Arctic Monkeys, Klaxons, Fontaines D.C., The Last Dinner Party, Blur, Depeche Mode, Beth Gibbons, e chi più ne ha più ne metta); con tale nome di mezzo, sommato alla presentazione precedente, va da sé che non potesse non figurare tra i lavori più chiacchierati del periodo, nel bene e nel male.

Il disco si apre in pompa magna con la trionfale e ipnotica “Vigilante”, preparazione adeguata alle rincorse schizofreniche della delirante “Closer To God”: a livello di sound si nota immediatamente un’attinenza con alcune colonne sonore appartenenti a videogiochi, dettaglio che si riproporrà in buona parte delle tracce successive, così come nell’estetica dei vari artwork sfoggiati dal gruppo. È stato infatti precisato che tra le fonti d’ispirazione del frontman figuri la serie videoludica di “Serious Sam”, nata all’inizio del Duemila.
I ritmi serrati di “Wither” scivolano tra guizzi sintetici in zona new rave ed electroclash, fino a riprendere fiato con l’intermezzo “Clowns”, caratterizzato da solenni note di piano nel finale. Si continua con i sette minuti della folle “King Of The Slugs”, primissimo singolo pubblicato dalla band, il cui mix di generi ha dettato fin da subito la cifra stilistica del progetto, includendo a pieno titolo elementi di polka, klezmer, synth-punk, gypsy-punk e una chiusura pseudo-orchestrale in direzione prog.

Fa buona mostra di sé il bizzarro viaggio nel tempo descritto in “All The Same”, che si giostra tra Ebm, darkwave e futurepop, mentre la successiva “I Am The King” risulta uno dei pezzi meno efficaci del lotto: situato tra elettronica progressiva e synth-wave, Joe Love afferma di averlo scritto nei bagni del pub Wetherspoons a Forest Hill dopo essersi lasciato con una ragazza (non abbiamo troppi dubbi, gli crediamo sulla parola) ed è una (fin troppo) lunga anticamera del brano che dal vivo può regalare indescrivibili gioie e infiniti circle pit, ovvero “Running”, di fatto conclusione dell'opera, a cui segue solo l’ultima brevissima chiosa in spoken word “And So It Came To Pass”.

Attraverso le nove tracce di “WOOF.”, per un totale di poco più di mezz'ora di orologio, i Fat Dog riescono a ritagliarsi un loro spazio nella scena e a riservarsi un posto sotto i riflettori destinato a rimanere saldo per un po’, grazie alla grande curiosità sollevata intorno al loro progetto, abusando tuttavia di qualche riempitivo di troppo. Un vero peccato, perché pezzi come “King Of The Slugs”, “Wither” e “Running” valgono da soli il prezzo del biglietto per una loro performance dal vivo.

07/12/2024

Tracklist

  1. Vigilante
  2. Closer To God
  3. Wither
  4. Clowns
  5. King Of The Slugs
  6. All The Same
  7. I Am The King
  8. Running
  9. And So It Came To Pass