Greg Saunier

We Sang, Therefore We Were

2024 (Joyful Noise)
alt-rock, songwriter

Se vi è mai capitato di assistere a un live dei Deerhoof, avrete sicuramente notato che Greg Saunier non è soltanto il semplice batterista - compito che, peraltro, svolge egregiamente - ma è l'autentico leader della band. È lui lo spilungone allampanato che zompetta in calzini antiscivolo mentre si sposta dalla sua batteria al microfono della minuta cantante Satomi e, incurvando la schiena per non spostare l'asta, interagisce con il pubblico nella lingua locale, aggiungendo un'ulteriore nota di divertimento ai già sbalorditivi concerti del quartetto di San Francisco.
Probabilmente è questa incontenibile esuberanza che lo ha spinto, dopo quasi trent'anni di carriera tra la sua band e una lista infinita di collaborazioni e produzioni, a lanciarsi nella prima avventura solista. Per quanto il resto dei Deerhoof abbia approvato e appoggiato l'operazione, Saunier ha comunque deciso di fare tutto da solo. Quindi suona ogni strumento: oltre alla batteria, si cimenta con basso, tastiere, chitarre e chiaramente canta con la sua voce fragile e sottile.

Se non si fosse ancora capito "We Sang, Therefore We Were" non è l'album che ci si aspetterebbe da un batterista: infatti Saunier è qualcosa di più. Tanta la varietà presente, con brani che hanno repentine svolte di direzione, saltellando tra generi differenti, tra cambi di tempo ed elaborati passaggi con perfetti incastri tra gli strumenti. Il funk-blues tagliato dalle schitarrate beefheartiane di "Grow Like A Plant" o le schegge di pop sbilenco in "Front-load The Fun" e anche il rock 'n' roll shakerato di "Yeah You, Person" sono episodi interessanti ma, probabilmente, quello che ci si aspetterebbe da un Deerhoof in libera uscita. Tuttavia a sorprendere sono i momenti più intimi: l'introspezione costruttiva di "Don't Design Yourself This Way" o la parentesi country psichedelica di "Furrowed Sugarloaf" o i Mercury Rev che fluttuano tra le onde della tempesta nei saliscendi di "Rip The Atmosphere From The Wind" ci mostrano il batterista di Tucson da un'altra angolazione.
Perfettamente in linea con la follia creativa del personaggio sono i passaggi quasi beckiani di "Instead Of Queen" e il sorprendente finale classico orchestrale "Playing Tunes Of Victory On The Instruments Of Our Defeat".

Secondo il suo autore, l'album è nato dalla sua inquietudine e dalla sua rabbia verso gli impulsi capitalistici che stanno spingendo il pianeta verso il baratro, e suona sporco come se fosse ancora da raffinare, quasi come una pre-produzione spinta a uscire prima della catastrofe definitiva. "We Sang, Therefore We Were" ci propone un Greg Saunier in gran forma, sempre spiazzante e coraggioso. Speriamo non sia solo un esperimento.

15/07/2024

Tracklist

  1. There Were Rebels
  2. Front-load the Fun
  3. Yeah You, Person
  4. Don't Design Yourself This Way
  5. Furrowed Sugarloaf
  6. Rip the Atmosphere From the Wind
  7. Grow Like a Plant
  8. No One Displayed the Vigor Necessary to Avert Disaster's Approach
  9. Blame Yourself
  10. Instead of Queen
  11. Not for Mating, Not for Pleasure, Not for Territory
  12. Playing Tunes of Victory on the Instruments of Our Defeat


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