Quando il graffio spavaldo, disincantato e corposo del terzo album di Hamish Hawk ha scosso le acque del pop scozzese, in molti hanno temuto di essere di fronte all'ennesimo fuoco di paglia. Fortuna vuole che il musicista di Edimburgo abbia rinunciato a inserire il pilota automatico dell'ispirazione, cambiando subito le carte in tavola con il successivo "Angel Numbers": sonorità dolenti e barocche hanno preso il sopravvento sulle ebbrezze pop, per una più profonda e tormentata raccolta di canzoni/poesie dal fascino maudit. Una sensazione rafforzata dalla presenza nobilitante di Anna B Savage nell'estatica "Frontman".
"A Firmer Hand" è per Hamish Hawk l'album della definitiva messa a nudo. All'esuberanza letteraria e poetica degli esordi è subentrato un linguaggio viscerale, a tratti brutale. Turbolente passioni omoerotiche, laceranti confessioni a cuore aperto ed esplicite dichiarazioni intime potrebbero far pensare all'ennesimo album queer, dove i testi sono più rivelanti del contenuto musicale. Nessun timore, Hamish Hawk è ormai non solo un eccellente performer, ma anche un autore rodato, che giocherella abilmente con il suo ruolo di musicista di successo nella garbata "Questionable Hit", allarga gli orizzonti nell'intelligente baroque-funky di "Big Cat Tattoos" ed esibisce un piglio pop che non ha molti eguali nel panorama odierno nella vibrante "Nancy Dearest".
Testi esplicativi e ricchi di immagini sessuali permeano l'intero album. Hamish Hawk si destreggia con armonie sontuose in bilico tra lo stile da crooner di Scott Walker e il disincanto grottesco dei Pulp ("Machiavelli's Room"), si diletta con atmosfere James Bond-style nell'ambigua "Autobiography Of Spy" ed entra con maggior convinzione nelle maglie del post-rock con la densa e tormentata "You Can Film Me".
"A Firmer Hand" è in tutto e per tutto il disco più complesso e difficile di un musicista che non ha paura di sporcarsi le mani e rinunciare alla seduzione del successo. L'insolita e travagliata malinconia della splendida "Juliet As Epiteth", la tremula melodia per piano, tastiere e voci di "Christopher St" e la visionaria ballata country-western in modalità elettro-soul di "The Hard Won" sono segnali di una continua evoluzione creativa. Il nuovo album di Hamish Hawk è il suo progetto più difficile, per alcuni versi anche il meno incisivo, ma senza dubbio il più coraggioso e ricco di prospettive per il futuro.
27/08/2024