Nayt

Lettera Q

2024 (Columbia)
emo-rap, conscious-hip-hop

Ma io che cosa sono? Davvero, chi sono?
La mia identità è un interrogativo a cui non rispondo
E per arrivare in fondo, per trovare me
A volte penso di dover sottrarre quello che c'è intorno
La luce dall'ombra, una donna da un uomo
Pianeta che non conosco, fuggire l'ignoto
E così, scordare ancora chi sono

Quello di William "Nayt" Mezzanotte rimane un percorso ben distante dai trend dell’hip-hop mainstream anche in questo “Lettera Q”, un album concentrato sul potere del linguaggio e sull’importanza, e la delicatezza, delle relazioni interpersonali. La penna di Nayt si conferma a suo agio in un territorio stilistico che unisce emo-rap, momenti conscious e ricordi hardcore passando ormai raramente dalla trap. Come il precedente “Habitat”, è un album che si limita nella forma, optando per una dozzina di brani in 36 minuti totali. Pochi gli ospiti, ridotta al minimo l’arroganza, che diventa al massimo fiducia in se stessi e racconto (un po' romanzato) della propria esperienza, come in “Non è fortuna”.

Il tono raccolto e intimista è dominante sin dall’iniziale “Il debito”, con il contributo di produzioni spesso soffuse ed eleganti, con molto pianoforte. “Non sono né BattistiBattiato” e “Non sono Fabri Fibra, non sono Primo”, dichiara in “Certe bugie”, ed è più disarmante sincerità più che captatio benevolentiae.
Il momento più toccante è forse “Di abbattere le mura (18 donne)”, una dedica ai modelli femminili più o meno contemporanei che Nayt prende a riferimento morale, sempre definendo se stesso in modo problematico e critico, secondo una traiettoria di costante autoanalisi e autocritica. Il jazz-rap notturno di “Se corri” è una concessione a un modello più riconoscibile di pop-rap, senza per questo rinunciare al proprio stile attuale e sfruttando un Ernia che si adatta perfettamente al contesto, pennellando nei versi le difficoltà relazionali.
C’è una doppia concessione alla trap in “La grande fuga”, spezzata in due da un beat switch e forse troppo simile al Thasup dei momenti migliori. In “Monalisa” il microfono è curiosamente lasciato alla cantante Scozia, facendone così un'accorata confessione pianistica che con l’hip-hop conserva una relazione lasca.

Quando “Poter scegliere” chiude l’album, quasi uno spoken word vista la base drumless, si ha l’impressione che Nayt stia proseguendo secondo una traiettoria personale e autoriale: il suo fare hip-hop senza aggressività e senza brand, senza featuring di grido e senza arroganza è rigenerante dopo decine di album di troppi bro che si sentono Pablo Escobar. Magari non è l'album con cui rimarrà nella storia del nostro hip-hop, ma per quello c’è sempre tempo e, forse, non è neanche così importante.

05/12/2024

Tracklist

  1. Il debito
  2. Non è fortuna
  3. Certe bugie
  4. Di abbattere le mura (18 Donne)
  5. Se corri (feat. Ernia)
  6. La grande fuga
  7. Ieri
  8. Bad vibes
  9. Monalisa (feat. Scozia)
  10. Serie TV
  11. Un'altra strada
  12. Poter scegliere
 


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