“Cautionary Tales: Jukebox Classiques” è un box-set a tiratura limitata edito dalla Matador contenente tutti i singoli in formato vinile 7” pubblicati dai Pavement nel corso della propria carriera, dalle primissime incisioni (eravamo nel 1989) fino allo scioglimento, avvenuto dieci anni più tardi. Il cofanetto include diciotto vinili originariamente marchiati anche da altre etichette discografiche (Treble Kicker, Drag City, Big Cat, Domino, Fellahen), oltre a un ricco booklet di 24 pagine. Purtroppo il box – a tiratura limitata - è stato reso disponibile, a un prezzo non proprio economicissimo, esclusivamente in pre-order, è andato rapidamente esaurito e non è al momento prevista una diffusione in formato fisico su più larga scala (potrebbe quindi diventare un oggetto di culto quotatissimo). E’ comunque possibile ascoltare la selezione quasi integrale sulle piattaforme streaming.
Si tratta di un focus sull’intera parabola artistica della band californiana, comprendente sia le “hit” più note (del resto si tratta dei singoli…) sia le preziose B-side, alcune delle quali edite in precedenti raccolte: l’imperdibile “Westing (By Musket And Sextant)” nel 1993 già riassumeva il materiale incluso nei primi tre Ep, più altre registrazioni del periodo, compreso il qui non incluso “Perfect Sound Forever” (non era un 7''). Sono proprio le prime pubblicazioni a destare il maggior interesse, i primi passi di un progetto ancora in via di definizione, con una line-up tutt’altro che stabile, ma con le idee già molto ben chiare.
Si parte con “You’re Killing Me”, solo voce e chitarra elettrica, poco più di un demo, ancora privo del supporto della batteria (dall’esordio “Slay Tracks”, 1989), ma presto brani come “Recorder Grot” e “Internal K-Dart” (dal secondo Ep, “Demolition Plot J-7”, 1990) delinearono i contorni di una nuova rivoluzione punk: molti adolescenti di allora imbracciarono gli strumenti e formarono una band con la ferma intenzione di emulare quei suoni. Imitare i Sonic Youth non era troppo immediato, dovevi lavorare sodo su effettistica e accordature strane; replicare le canzoni dei primissimi Pavement, beh, ci si poteva riuscire, era il giusto compromesso.
L’ascolto sequenziale, in rigoroso ordine cronologico, dimostra una volta di più – qualora ce ne fosse bisogno – la qualità delle tracce “secondarie” dei Pavement, nonchè l’importanza del lascito di una formazione che rapidamente divenne fra le più influenti dell’American alternative-rock anni Novanta, determinando i contorni dell’estetica lo-fi: Stephen Malkmus e soci mostravano (inconsapevolmente?) come si dovevano fare le cose se volevi suonare in quel modo.
Col passare del tempo, i Pavement migliorarono non poco dal punto di vista della tecnica esecutiva, imbastendo vestitini sempre più curati e ordinati per le proprie canzoni, perdendo però parte della vibrante vivacità iniziale. Continueranno sempre a produrre canzoni tutt’altro che “regolari”, ma il gruppo finì per disintegrarsi durante le session che condurranno a “Terror Twilight”, un disco piuttosto diverso dall'indispensabile “Slanted And Enchanted”.
“Cautionary Tales” non prevede la presenza di inediti ma ha il pregio di condensare una storia dentro un cofanetto, riportando sotto i riflettori alcuni flash di difficile reperibilità, oltre a una manciata di cover che potreste non aver mai ascoltato prima: un omaggio ai Rem (“Camera”), uno ai Fall (“The Classical“), uno agli Echo And The Bunnymen (“The Killing Moon”), questi ultimi due eseguiti in occasione di una session per la Bbc. Pochi i momenti trascurabili, quasi invisibili fra i tanti indiscutibili colpi di genio e le innumerevoli folli, illuminate visioni. Una sequenza di distorsioni e melodie tenute assieme da un talento fuori dal comune, in grado di rendere persino le imprecisioni una forma d’arte, capace negli anni di mantenere intatto il proprio fascino, diventando fonte d’ispirazione per generazioni future di musicisti.
18/01/2025