The Last Dinner Party

Prelude To Ecstasy

2024 (Island Records)
indie-pop, glam-rock, indie-rock, baroque-pop

And you can hold me like he held her
And I will fuck you like nothing matters

Quando le allora denominate The Dinner Party (il Last fu aggiunto per evitare conflitti con l’omonimo gruppo hip-hop solo nel 2023, in occasione della firma sul contratto discografico con la Island Records) vennero prescelte come opener del concerto che i Rolling Stones tennero a Hyde Park nel luglio 2022, l’intera critica musicale e soprattutto moltissimi utilizzatori tacciarono le cinque sconosciute giovani ragazze londinesi di essere il solito prodotto commerciale creato in vitro dalla famelica industria discografica.
In effetti, non si può certo biasimare chi di primo acchito abbia avuto questa reazione, forte del fatto che la band non risultava aver ancora pubblicato nemmeno un singolo e, se si eccettuano alcune apparizioni live sostenute in alcuni club di Londra, invero definite piuttosto infuocate e degne di nota, su di loro iniziavano comunque a circolare voci sempre più insistenti rispetto a quanto il palmares avrebbe autorizzato.
Come al solito in questi casi, la verità sta nel mezzo.

Abigail Morris (voce solista), Lizzie Mayland (chitarra, voce), Emily Roberts (chitarra solista, mandolino, flauto), Georgia Davies (basso) e Aurora Nishevci (tastiere, voce) iniziarono il loro cammino nel 2020, grazie a un’idea primordiale scoccata a Morris, Davies e Maryland, dopo aver assistito congiuntamente a una serie di concerti. A causa dei blocchi imposti dalla pandemia, affrontarono grosse difficoltà nel ritrovarsi fisicamente per testare il materiale ideato (sono totali autrici di musica e testi, dato essenziale, da tenere a mente).
Grazie a un puntuale e ben congegnato progetto di diffusione mediatica e a un altrettanto sagace battage fondato sul passaparola, ecco che il loro nome ha iniziato a circolare sempre più insistentemente anche negli ambiti di gente che all’interno del panorama musicale conta davvero.

Si dirà: "Bene, brave, tutto interessante", ma la musica?
Nell’aprile 2023 venne distribuito il loro primo singolo “Nothing Matters” e a tante parole, discussioni, valutazioni preventive, si fornì finalmente una prima testimonianza reale.
Il brano, che attinge alla disconnessione sociale e umana, alla vuota tenerezza, agli aspetti più duri e crudi dell’intimità e al suo fascino coerente, è un boom colossale. Se a questi concetti si aggiungono melodie che viaggiano con potenza e invidiabile proprietà tra glam-rock, indie-pop-rock e barocchismi vari, prevedendo addirittura alcuni magnetici sfarzi gotici, il gioco è fatto.
Certo, l’intensa pomposità e la sensazione di scorgere una patina laccata che avvolge il proscenio è evidente, ma è insindacabile che il pezzo sia una freccia scagliata al centro del bersaglio. Queste ragazze ci sanno fare, suonano bene, cantano bene (la vocalità della Morris è davvero ricca), scrivono pezzi pop stuzzicanti e sono accompagnate anche da videoclip che sommano la giusta dose di mistero e di sfrontatezza.

Nel corso dei mesi successivi escono in serie ulteriori singoli killer che vanno a confermare tutto quanto finora rappresentato: “Sinner”, “Caesar On A Tv Screen”, e “My Lady Of Mercy”, tra tematiche quali desiderio d’identità, sentimenti di insicurezza e tentazioni, richiamano molte influenze quali Florence Welch (in primis), T. Rex, Roxy Music, David Bowie, Sparks, Queen, Kate Bush, mentre da “On Your Side” fuoriesce il loro lato più intimo, che conserva intatto il consueto impeto, qui misurato in una ballata evocativa che si piazza tra Cocteau Twins e Siouxsie e si dissolve in un memorabile strumentale di chiusura.
La produzione, affidata all’infallibile James Ford, ha forgiato l’ottimo materiale proposto e lo ha impreziosito fino a raggiungere livelli massimi in termini di qualità sonora e arrangiamenti.

L’attesa per la pubblicazione dell’album d’esordio, a questo punto, è diventata spasmodica, tanto da qualificare “Prelude To Ecstasy”, come uno dei dischi con la più alta aspettativa, quantomeno di questa prima parte del 2024.
Comprendendo, ovviamente, i cinque brani pubblicati in precedenza, il full length uscito il 2 febbraio aggiunge altre sette tracce che vanno a confermare e per certi versi ad ampliare il bang prodotto dalle hit precedenti.
A eccezione della title track, interessante preambolo strumentale, molto cinematografico, funzionale se utilizzato come innesco per il percorso da affrontare, e di “Gjuha”, una ballata cameristica cantata dalla tastierista kosovara Aurora Nishevci in lingua albanese, dove gli intrecci vocali delle cinque ragazze creano un’atmosfera onirica, la scaletta comprende episodi che posseggono palesemente i gradi di singolo e chissà che ciò non possa accadere prossimamente.

Passaggi come “Burn Alive”, grintosa, corpulenta, a ricordare l’influente figura che Giovanna d’Arco rappresenta per il gentil sesso, con l’essenza eterea di Florence Welch ad aleggiare prepotente tra le note, e “The Feminine Urge”, intensa e cangiante, rivolta a narrare la rabbia che deve vivere il mondo femminile in contesti nei quali è imposta, a prescindere, l’egemonia maschile, sono ulteriori dimostrazioni di eccellente cura, capacità espressive e armoniche.
La dolcezza sprigionata da “Beatiful Boy” è una piccola gemma incastonata in una parure che fa dello sfarzo più evidente la propria ricchezza. Aperta dalle note di flauto della Roberts e stesa sulle corde di pianoforte della Nishevci, la Morris pone la lente d’ingrandimento su quella porzione del mondo maschile che antepone la propria estetica davanti alla morale.
La chiusura dell’album prevede altre due chicche che per motivi simili ampliano ulteriormente il catalogo artistico proposto dalle TLDP. Le dinamiche di potere e le vulnerabilità di un rapporto sentimentale tossico sono le protagoniste di “Portrait Of A Dead Girl”, ricca di spunti strumentali di diversa natura, che si cristallizzano sugli assolo di chitarra di Roberts e di Mayland, mentre “Mirror”, un penetrante brano a combustione lenta, sembra giustapporre indulgenza ai movimenti offertI nei singoli dell'album, sfidando i confini tradizionali del pop, donando una visione fresca ed emozionante di come oggigiorno si possano e forse si debbano strutturare questo tipo di proposte.

“Prelude To Ecstasy” sarà un disco sul quale si discuterà molto, che probabilmente finirà in numerose classifiche di fine anno tra le migliori prestazioni, ma che farà storcere il naso a chi vede queste iniziative come qualcosa di strutturato più a tavolino che in uno studio di registrazione.
È pop, è rock, è qualcosa di ibrido, sono cose già sentite, tutti discorsi che contano poco o nulla.
Il miglior consiglio, come al solito, è quello di mettere il disco sul piatto (sarò anacronistico, ma mi piace così), senza alcun preconcetto, senza quell’alone di snobismo che spesso viene utilizzato in questi casi. Ascoltate interamente questo importante lavoro, analizzatene i testi e i concetti espressi e lasciatevi avvolgere dalle ponderose e ben sviluppate sonorità sprigionate da quei maledetti solchi, dalla ampia vocalità della Morris, dalle roboanti chitarre della Roberts, dal pulsante basso della Davies o dagli onnipresenti saliscendi della Nishevci: sarà davvero difficile non restare colpiti da quel che si è palesato davanti ai vostri occhi e alle vostre orecchie.

05/02/2024

Tracklist

  1. Prelude To Ecstasy
  2. Burn Alive
  3. Caesar on a TV Screen
  4. The Feminine Urge
  5. On Your Side
  6. Beautiful Boy
  7. Gjuha
  8. Sinner
  9. My Lady of Mercy
  10. Portrait of a Dead Girl
  11. Nothing Matters
  12. Mirror








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