The Smile

Wall Of Eyes

2024 (XL)
art rock, neo-psychedelia

Che The Smile non fosse un side project come tanti altri ma un'entità a sé stante, ostentatamente smarcata dalla band madre di Thom Yorke e Jonny Greenwood e destinata a durare, lo si era capito sin dai primissimi singoli pubblicati. Benché l'approccio alla composizione dei due e, ancor più, la voce di Yorke rendessero impossibile dimenticare il retaggio radioheadiano, grazie proprio al terzo elemento della ricetta, la batteria nu jazz di Tom Skinner (Melt Yourself Down, Sons Of Kemet, London Brew), The Smile trovava una propria unicità, fatta di poliritmi, dinamiche intense e fraseggi di chitarra spigolosi.
Uscito nel 2022, e non privo di momenti pregiati, l'esordio discografico del trio, intitolato "A Light for Attracting Attention" (XL), aveva però manifestato una problematica strutturale: l'enorme sintonia dei tre con quel sound di indubbio impatto, capace di live labirintici e ipnotici, non riusciva a tradursi in brani altrettanto riusciti. Le canzoni del disco sembravano infatti spesso costruite intorno ad alcune idee interessanti che però faticavano a trovare uno sviluppo altrettanto accattivante nella forma della canzone - forma privilegiata scelta dal gruppo - risultando così poco più che bozzetti.

La prima buona notizia a corredo di questo secondo lavoro, intitolato "Wall Of Eyes" e racchiuso in una copertina a tema del solito Stanley Donwood, ci racconta di un prossimo tour - con due date italiane - dimensione nella quale i tre riescono a dare il loro meglio. Ce ne sono però altre due, una altrettanto buona e una decisamente meno. Quella buona è che la band sembra aver risolto i problemi di scrittura presenti nei brani dell'esordio e aver trovato una quadra tra la spinta alla sperimentazione - dominante nelle composizioni di musica da film soprattutto di Greenwood - e l'equilibrio di tutti gli ingredienti che vanno a costituire una canzone pop-rock. Gli otto brani del disco sono infatti canzoni compiute che presentano evoluzioni anche intriganti, oltre che raffinate e dal forte impatto emotivo. Quella meno buona è che però, per conseguire tale risultato, i tre siano diventati più prevedibili e abbiano allentato eccessivamente il tiro, sacrificando difatti la funzione di Skinner, fondamentale elemento della loro miscela sonora, e tradendo così in parte l'unicità del progetto The Smile.

L'inizio dell'album farebbe ben sperare e ci direbbe che il batterista ha avuto modo di cesellare le composizioni della band, insieme alle chitarre adunche ("Wall Of Eyes", "Teleharmonic") a tratti sedotte da fughe prog ("Read The Room" e "Under The Pillows"); tolti però questi brani, fin troppo cerebrali, l'album pare progressivamente appiattirsi e trasformarsi in una parata di classiche ballad à-la Radiohead che rimandano a diverse epoche della band di Oxford. Emblematico è il caso di "Friend Of A Friend" che, nonostante una sezione briosa un po' Fiona Apple e Jon Brion, suona come un outtake di "Amnesiac" (Emi, 2001). La cosa si potrebbe pensare che di per sé possa essere relativamente un problema, non fosse però che sono passati oltre venti anni, che si tratta di un'altra band e che dall'apporto di un nuovo membro in un trio ci si aspetterebbe qualcosa di diverso. "2+2=5", lo avevano suggerito anche loro. Quindi?

Inutile dire che il loro mestiere lo sappiano fare, si tratta pur sempre di compositori e musicisti talmente rinomati per le loro produzioni da essere regolarmente chiamati a scrivere anche per l'industria del cinema. Il punto è: non avrebbero potuto fare questo album come Radiohead? Oppure, riformulando: cosa porta di ulteriore, diverso, originale l'apporto di Skinner alla dinamica compositiva Greenwood-Yorke? Che musica definisce The Smile?
Ce lo chiediamo con in coda le note del brano a nostro parere più riuscito di "Wall Of Eyes", "Bending Hectic", una splendida ballad che incarna tutte le attitudini e le possibilità dell'incontro tra questi tre musicisti, dosando in maniera sublime tutte le spinte che li muovono costantemente alla ricerca, o meno, di un equilibrio, trovando emozionalità ma anche mordente: un brano cesellato e pulsante, con una dinamica ricca che conduce anche verso l'inaspettato. Ci pare che questo identifichi più The Smile, anche rispetto ai live, piuttosto che il resto. E quindi ciò che resta, oltre un filo di noia, è l'amaro in bocca.

27/01/2024

Tracklist

  1. Wall of Eyes
  2. Teleharmonic
  3. Read the Room
  4. Under Our Pillows
  5. Friend of a Friend
  6. I Quit
  7. Bending Hectic
  8. You Know Me!


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