You are the light
It's not on you, it's in you
Don't you ever in your motherfucking life dim your light for nobody
L’ottavo disco di Tyler, The Creator comincia con i consigli di sua madre Bonita Smith. Parole schiette che mettono in luce l’anima di un album in cui il racconto è integralmente orientato verso la ricerca di un’agognata consapevolezza. Una maturità cifra di una narrazione progressiva che fa anche il pari con le dinamiche stilistiche di un’opera a monte ambiziosa, densa di variazioni su tema che puntano al raggiungimento di un’epica neo-soul che ricorda in molti momenti anche le trame ritmiche proprie dei beatmaker della Stones Throw di Chris Manak o della Brainfeeder di Flying Lotus. Ci sarebbe sullo sfondo anche una corsa spasmodica pro-beat effettato, alla Kanye West prima maniera, per intendersi. E anche echi di Gaslamp Killer, musicista spesso poco citato.
“Chromakopia” si pone dunque come un album totalizzante, teso ad accattivare l’ascoltatore con partiture mai scontate. Non a caso, Tyler ha invitato pubblicamente i fan ad ascoltare tutto con calma, insomma a decantare e a prendersi il tempo giusto. E' un invito sacrosanto e da sposare, visti i tempi schizzati in cui viviamo.
Ciò che colpisce è innanzitutto l’assenza di un personaggio nuovo entro cui muoversi, pratica cara in passato al musicista, che per l’occasione fa l’esatto contrario, e ammazza uno dietro l’altro i suoi alter ego di un tempo, come ben esplica il video "Sorry Not Sorry" (dal precedente "CALL ME IF YOU GET LOST") rilasciato poco prima. E’ un gesto che segnala nuova vita, sia sul piano umano, sia su quello artistico.
Ma veniamo al resto. Dopo aver financo minacciato il silenzio e l’assenza dalle scene, il 21 ottobre scorso Tyler, The Creator ha pubblicato a sorpresa il primo singolo, "Noid": una canzone sulla paranoia, tra cannoni conservati sotto il letto e occhi incollati allo specchietto retrovisore, e sfumature hard-rock con inserti afro (c’è un sample riconoscibilissimo di “Nizakupanga Ngozi2" dei Ngozi Family) e chill-out in scia Malakai - chi se lo ricorda?). "Noid" anticipa l’altro singolo del lotto, "Thought I Was Dead", undicesimo solco sul piatto con ospiti Santigold e ScHoolboy Q. Stavolta il ritmo si fa più tribale, tra cambi di passo e trombe che scimmiottano le marcette dei soldati mentre le parole inscenano ancora una volta una morale ben chiara. E’ il momento più Childish Gambino oriented, per l’esattezza quello del successo planetario di “This Is America”.
Okay, bitch, I've been trapped in a zoo
Nigga got plaques like the crack of a tooth
Subito dopo tocca alla ballata neo-soul simil-Thundercat (presente peraltro al basso sia qui che in “Noid”) “Like Him”, cantata in compagnia di Lola Young, con tanto di ritornello immediato e versetti al miele. Ebbene, in questo susseguirsi di nuove manifestazioni dell’io e azzeccatissime linee al synth, giocose e sfuggenti quanto basta per animare le luci di un nuovo videogame sonoro, “Chromakopia” si mostra come un disco ricco di fantasia, arrangiato ancora una volta a dovere dal rapper californiano e stratificato con estrema grazia, senza cali significativi.
Un esempio? Le sfumature dolcissime di “I Killed You” o la chitarra amabilmente scassata di “Judge Judy” che sobbalza su un tappeto di luci sintetiche e coretti allegri. Una meraviglia. Mentre i cori in assetto di “guerra” tornano prepotenti in “Sticky”, in compagnia di GloRilla, Sexyy Red & Lil Wayne, tra fiati in festa e ripartenze killer. Altra perla a mani basse. E ancora la raffinatissima “Take Your Mask Off” con Daniel Caesar & LaToiya Williams o la magnetica e altrettanto splendente “I Hope You Find Your Way Home”, che sale in cattedra sul finale per ricordarci l’eterogeneità di un disco assolutamente riuscito e che espone a chiare lettere e suoni presente e (si spera) futuro di un musicista finalmente cosciente in toto dei propri mezzi.
21/11/2024