Nella scena stoner-doom internazionale una band italiana spicca con merito da ormai venticinque anni. Proprio per celebrare questo invidiabile anniversario, gli Ufomammut pubblicano il loro decimo lavoro in studio, “Hidden”, Lp che prosegue - con estrema coerenza - la carriera di una formazione inossidabile sin dall'esordio “Godlike Snake” del 1999.
Se la forza degli Ufomammut è stata sempre quella di creare brani davvero monumentali, a volte accentuando l’aspetto sludge, a volte quello doom, a volte quello psichedelico, di certo “Hidden” non tradisce quelli che da sempre sono i punti di forza della band di Tortona. “Crookhead” mette sin dall'inizio le cose in chiaro, con un sound persino più pesante rispetto alle recenti pubblicazioni (se si considera, ad esempio, il recente “Fenice”). Siamo di fronte a un magma sonoro senza fondo, a un vortice di distorsioni, a un monolite granitico come un brano dei Tool e massiccio come uno dei Kyuss.
“Mausoleum” (quasi undici minuti)è una nuova cavalcata psichedelica, oscura e urlata all’estremo. Se è chiaro che è nei brani lunghi che gli Ufomammut possono esprimersi al meglio, “Leeched” in poco più di cinque minuti e “Spidher” in quattro minuti condensano tutte le loro qualità. In chiusura “Soulost” cambia registro con sintetizzatori e basso che ci introducono in un mondo gothic, per poi essere falcidiati dall'ingresso della chitarra, tra sludge e trip psichedelico.
Gli Ufomammut si confermano come una delle principali bandiere del rock italiano, seppur in una nicchia. Alla faccia di chi - da più di trent'anni - ci dice che il rock è morto.
25/05/2024