Solenne, astratto, evocativo, il terzo album dei Dead Bandit mette in chiaro lo status creativo del duo formato dal musicista canadese James Schimpl e dal compositore americano Ellis Swan, dilatando le nuance ambient e cinematografiche della sua visione post-rock.
Sedici brani per poco più di quarantasei minuti di raffinate e forse fin troppo eleganti melodie al rallentatore, adagiate su diverse stratificazioni sonore che vanno da eteree digressioni sul tema western-ambient alla Sergio Leone a pulsanti corpi ritmici che assorbono trip-hop, post-rock e kraut-rock, creando sculture sonore mutaforma.
Alle polverose atmosfere noir del precedente album “Memory Thirteen” i Dead Bandit avvicendano sonorità più brillanti, facendole filtrare come la luce tra le tende al primo mattino. Melodie ora sognanti e descrittive (“Milk”, “Sheets”), ora cupe e dolenti (“Amer Picon”, “Weeds”) fanno da apripista a composizioni dal taglio ritmico più deciso, che iniettano di psichedelia e riverberi darkwave strutture post-rock anni 80 (“Half Smoked Cigarette”), nel pieno rispetto di quella passione per la vecchia tecnologia e per quelle sonorità più ardenti della prima musica elettronica (“Miles”).
Strano ma vero, la musica dei Dead Bandit continua a rievocare sonorità familiari senza mai cedere alla prevedibilità. Le coordinate dub/trip-hop di “Glass” e il groove ricco di riverberi e slanci melodici di “Pink” sono due potenti variazioni sul tema che svelano influenze finora rimaste dietro le quinte, anticipando un'evoluzione verso tonalità più aspre e distorte e tempi ritmici incalzanti come quelli che smuovono le più dense “The Bug” e “Koyo”.
Trip-hop in chiave etereal-dark (“Buttercup”, “Lucien’s Bitters”), strutture compositive più complesse (“Up To Your Waist” e la già citata “Amer Picon”), tenerezze da cinema noir (“Spidery Ways”) e una più omogenea struttura dell’intero progetto elevano ulteriormente il tasso emotivo dell’album.
Il nuovo disco dei Dead Bandit non solo è un’ottima conferma per il duo americano-canadese, ma è anche un'ulteriore prova della lungimiranza della Quindi Records, etichetta nostrana che prosegue con passione e azzardo un’avventura discografica che merita attenzione.
15/04/2025