I have only two emotionsSe le uscite dei suoi colleghi - Big Red Machine, le composizioni di Bryce Dessner, Pfarmers, LNZNDRF - sono distanti o più mascherate rispetto ai National, ciò che Matt Berninger compone mettendoci nome e cognome (chiusa la parentesi EL VY) è simile a quanto producono i cinque di Cincinnati. Tanto che verrebbe da chiedergli perché non farlo uscire come nuovo disco della band dell'Ohio. "Serpentine Prison" (2020), grazie alla produzione di Booker T. Jones, suonava più classico, da camera. Il nuovo "Get Sunk", le cui prime canzoni hanno preso forma poco dopo il debutto solista, è in linea con i National: dal punto di vista testuale e sonoro. È un male? Fortunatamente no. È un'ulteriore pagina di un libro che ormai conosciamo: un'opera malinconica, in cui l'autore non stravolge nulla, muovendosi con padronanza assoluta, ricca di dettagli.
Careful fear and dead devotion
I flew to Indiana to see a friendIn ogni pagina/traccia, Berninger dispensa un po' di anima, quel tanto che basta a rendere le composizioni vive e autentiche. Sia nei momenti più trascinanti (la sorprendente energia di "Bonnet Of Pins", con tanto di slancio proto-live sul finale), sia in quelli più dolenti ("Breaking Into Acting", dove duetta con Hand Habits). In questo distillato d'anima, arrangiato e suonato magnificamente (sentite i fiati di "Frozen Oranges"), "Little By Little" rimane la traccia più bella: un pezzo che, per pathos, non sfigurerebbe tra le sad hit dei National. Il brano più interessante, però, è lo spoken/crooner cinematografico in stile anni 80 "Nowhere Special".
Let me stay here, let me, please
Wrap me up in your summer sheets
Say you're never getting rid of me
Wrap me up and bury me
04/06/2025