Ribbon Skirt - Bite Down

2025 (Mint)
indie-rock

Il Canada, e in particolare la città di Montreal, continuano a dimostrarsi terreno fertile per quanti vogliono farsi strada nell’inflazionato scenario musicale internazionale. Da qui, infatti, sono emerse band di valore come Arcade Fire, Godspeed You! Black Emperor, The Dears e tante altre. Ed è proprio in questo vibrante panorama che si fa notare la band dei Ribbon Skirt guidata dalla talentuosa musicista Anishinaabe (popolo di nativi americani) Tashiina Buswa coadiuvata dal musicista Billy Riley.

Precedentemente conosciuti come Love Language, i Ribbon Skirt debuttano con un promettente lavoro intitolato "Bite Down", pubblicato dalla Mint Records, che presenta un sound indie-rock grezzo e viscerale con influenze che vanno dal post-punk allo shoegaze passando per il punk rock e il garage.
La pregiata produzione, curata da Scott "Monty" Munro (Preoccupations) e Marlaena Moore, contribuisce ad accompagnare l'ascoltatore in un viaggio attraverso i temi complessi della memoria e del dolore. I testi, profondi e introspettivi, riflettono il legame di Buswa con la sua cultura indigena, esplorando esperienze e narrazioni dal respiro universale.

La traccia che apre l'album, "Deadhorse", colpisce per la sua indovinata sintesi tra melodia e tensione, grazie a morbide chitarre elettriche e a ritmiche non particolarmente serrate. La successiva "Cellophane" mette in luce una maggiore urgenza espressiva e un incedere inquieto, grazie anche alla voce profonda e irrequieta della Busha.
Le canzoni si alternano tra momenti di intensa energia e altri più rilassati, creando una dinamica in continua evoluzione come in “Wrong Planet”, in cui un sound a metà tra punk-rock e garage riporta alla mente le Mannequin Pussy, o come in “Mountains”, in cui una dolce chitarra si adagia su un tappeto sonoro fatto di grilli che cantano in una notte estiva sulla falsariga del bellissimo pezzo degli Yo La Tengo “Green Arrow”, salvo poi distanziarsene assumendo le sembianze di una ballatona rock malinconica e avvolgente.

Tutto scorre senza cedimenti, in “Cut” un basso potente unito a delle graffianti chitarre disegna trame in velato stile Sleater Kinney. Nuovi vortici chitarristici danno il via a “41”, pezzo intenso e dalle tinte dark, a cui segue il post-punk in stile Dry Cleaning di “Look What You Did”.
L’album si chiude in bellezza con “Earth Eater”, pezzo particolarmente evocativo in un crescendo di intensità e pathos.

“Bite Down” è un disco coeso e coinvolgente che mette in mostra una band solida e in un certo senso già matura. La grande sfida che la attende nel prossimo futuro è quella di riuscire a crearsi una propria precisa identità, in grado di farla emergere dal mare magnum delle innumerevoli proposte simili. In attesa delle prossime prove, noi intanto ci godiamo questo più che soddisfacente antipasto.

 

12/05/2025

Tracklist

  1. Deadhorse
  2. Cellophane
  3. Off Rez
  4. Wrong Planet
  5. Mountains
  6. Cut
  7. 41
  8. Look What You Did
  9. Earth Eater

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