Richard Sallis - Felix

2025 (autoprodotto)
neo-psichedelia, progressive pop, art-rock

Si parla spesso del rock come di un filone al tramonto, tenuto in vita solo da revivalisti monogenere e vecchie glorie che ripropongono il proprio stile consolidato. Eppure, a chi abbia voglia di esplorare il panorama si svela assai diverso: un territorio ancora fertile, ricco di artisti capaci di plasmare una propria voce, lontano tuttavia dai riflettori di un sistema informativo che nell'universo di proposte punta ormai a capitalizzare su nomi e filoni più trasversali.
Richard Sallis è un esempio cristallino della miopia selettiva del giornalismo musicale indipendente: australiano, mille o poco più ascolti mensili su Spotify, è stato nell'ultimo decennio molto attivo sulla frontiera fra indie-rock e pop psichedelico, con uno sguardo onnivoro e una creatività poliedrica che lo hanno portato a cimentarsi con orizzonti sempre diversi. "Felix", il suo quinto album solista, è il primo dal 2019 di "The Horror", un lavoro singolarmente cupo e industrial, e non potrebbe esserne più distante. Qui, infatti, è la luce a essere al centro, insieme a quella tendenza alla stratificazione che è parte integrante del suo linguaggio musicale.

Lo spunto dell'album è in realtà chiaroscurale. Sallis ha infatti concepito "Felix" come un diario sonoro che documenta il suo percorso travagliato verso la paternità: un periodo segnato dalla perdita e dalla rivalsa, iniziato con la concezione del figlio mai nato – il Felix del titolo – e terminato alla vigilia della nascita del suo primogenito. Tra il dolore e la speranza, tra l’assenza e la preparazione all’arrivo di una nuova vita, il disco riflette un'elaborazione che è tanto intima quanto intensa sul piano sonoro. "The Kid Has Gone Missing", traccia di apertura, esplicita questo tema sin dal titolo: il brano si apre con un intreccio vocale avvolgente che sembra sospendere il tempo, prima di sfociare in un lento quasi shoegaze, ma impreziosito da polifonie corali che gli donano un'aura quasi mistica. Il legame con il passato e la sua elaborazione tornano anche nella scelta della copertina: una foto della moglie di Sallis mentre osserva un arcobaleno, scelta simbolica visto che rainbow baby è il termine con cui si indica un figlio nato dopo una perdita in gravidanza.

Le coordinate sonore del disco si collocano in un’area di equilibrio tra introspezione e ampiezza orchestrale, tra l’intimità delle confessioni e un senso di espansione che le rende universali. In questa tensione si può ritrovare una vicinanza con "Deserter’s Songs", vuoi per il modo in cui la malinconia e la luce convivono senza annullarsi, vuoi per l’uso diffuso del Mellotron, che qui – più che come semplice riferimento rétro – sembra amplificare il senso di sospensione emotiva del disco. È un suono che si allarga fino a toccare altre sponde: quando si aprono spazi vocali più ariosi, il pensiero va alla nuova coralità anni Duemila, con il lirismo caleidoscopico del Sufjan Stevens di "Illinois", o con gli Arcade Fire nei loro momenti più colorati e magniloquenti. È il caso di "No Time Like The Present", che fonde questi elementi con una robustezza heartland rock fatta di scampanellii alla Springsteen, accordoni di pianoforte e aperture trascinanti. Lo si potrebbe chiamare stomp rock, ma è big music nel senso più puro del termine, come oggi riesce a fare forse solo Sam Fender.

L’anima più elettrica emerge con "A Song For The Broadcasters", che parte da un riff abrasivo, a metà tra alternative psichedelico e garage rock, per poi addentrarsi in un territorio più obliquo. Perché "Felix" ha anche una vena prog celata sotto la superficie: un’inclinazione all’ambizione, alla grandezza sonora, all’imprevedibilità. Il punto di massima espressione di questo lato è nei quasi undici minuti di Bouncing "Masquerade Ball", una vera e propria suite che si concede una lunga coda strumentale ipnotizzante. Qui il pianoforte, la chitarra, il basso e la batteria si rincorrono su un polimetro in cui un tema in 6 slitta progressivamente contro il beat in 4, generando uno spaesamento affascinante che si riallinea solo dopo 28 battute, grazie a una frase abbreviata a soli quattro quarti.

Nonostante sia lontano dai circuiti più battuti, "Felix" ha trovato ascoltatori grazie a Bandcamp, dove Sallis stesso ha raccontato il percorso di scrittura dell’album: iniziato con la gestazione di "Felix" e concluso pochi giorni prima della nascita del figlio. Uscito a gennaio, il disco ha inoltre guadagnato attenzione su RateYourMusic, che aggrega le valutazioni degli utenti per stilare la classifica dei migliori album dell’anno: l'inclusione di "Felix" nei primi posti fin dalle prime settimane ha consentito al disco di farsi notare tra le proposte indipendenti e ancora oggi garantisce al disco una presenza nella top 100 dell'anno. Non un’affermazione di massa, ma una testimonianza di come il rock resti un linguaggio vivo: un luogo d’incontro tra il personale e l’universale, capace di far risuonare un'esperienza intima in un’eco condivisa.

 

18/03/2025

Tracklist

  1. The Kid Has Gone Missing
  2. A Song for the Broadcasters
  3. The Bill and Dean Orchestra
  4. My Old Unexpected Friends
  5. No Time Like the Present
  6. Bouncing Masquerade Ball
  7. The Kid Has Been Found

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