Sleep Theory - Afterglow

2025 (Epitaph)
nu metal, metalcore

Chi ha sentito la mancanza del nu metal? Mancanza, oddio, così è metterla giù dura. Diciamo piuttosto: chi è che non si ritrova in quella narrazione per cui i Rage Against The Machine ok, i Korn magari qualcosa, pure i Deftones dai, gli Incubus... Però i Linkin Park pestilenza assoluta, i Disturbed per carità, e i P.O.D.... ahahah, ma ve li ricordate i P.O.D.?!

Ecco, se questa prospettiva vi è sempre parsa un po' stonata, se trovate che, pur con le sue rozzezze e ingenuità, quell'epoca ne abbia imbroccate più di quante oggi si voglia ricordare, questi anni serbano una buona notizia per voi: eccetto che allora, non c'è mai stato in giro tanto nu metal quanto oggi. Come ai tempi, ci stanno le cose buone e le cose grame e quelle un po' a metà, e se fra le prime si possono senz'altro contare i Tallah di Max Portnoy (sì, è il figlio di quell'altro), fra le seconde nessuno può togliere un posto agli ultimi Sleep Token. Fra quelli un po' di qua e un po' di là vanno senz'altro piazzati gli indiani Bloodywood, spassosissimi e indifendibili, in buona compagnia dei norvegesi Frostbit, con il loro ibrido di djent (nella variante thall dei connazionali Vildhjarta) e System Of A Down. Meno chiaro, invece, è il cestone in cui vadano collocati gli statunitensi Sleep Theory, al loro debutto quest'anno con "Afterglow" e già a due milioni e mezzo di ascoltatori mensili su Spotify. Che, coi tempi che corrono, sono tutt'altro che noccioline.

Un ascolto anche fugace ai singoloni "Fallout" e "Stuck In My Head" (usciti già nel 2024) chiarisce perché la band abbia subito attirato l'attenzione: sono i Linkin Park, redivivi, e più di quanto non lo siano gli attuali Linkin Park redivivi. Stessa alternanza serrata di clean vocals e sussurri e strepiti, stesso tagliente uso di chitarroni ed elettronica, dell'effettistica sul mic e finanche dello scratch (da quanto non lo si risentiva, in un disco recente, lo scratch?). Stesse atmosfere scure ma non troppo, dinamiche oltre il verosimile, catartiche in maniera plateale. Stesso innegabile - e per qualcuno senz'altro anche un po' molesto - talento melodico. Quel genere di brillantezza indesiderata che caccia in testa i ritornelli a viva forza, e lascia dopo tot minuti di ascolto con la corteccia uditiva satura di hook tutti sostanzialmente uguali, eppure tutti efficacissimi nel restare appiccicati.

Insomma, se proprio la band (piaccia o non piaccia) più popolare del nu metal non v'ha mai detto nulla, inutile tentare con i loro pur capaci emuli. Se però una chance c'è... Beh, non è mica vero che gli Sleep Theory sono uguali uguali ai loro progenitori. Certo, uno dei loro primissimi pezzi l'han chiamato "Numb", ma: non spingono altrettanto sul fronte elettronico, non rappano (peccato: Shinoda ci sapeva fare), e per contrasto mostrano una discreta dimestichezza con hardcore e derivati: metalcore soprattutto, ma anche emo e dintorni. Proprio "Numb", con i suoi riff stop'n'go e il cantato sparato in alto, traghetta fra strofa e ritornello verso le rotte 3rd Wave Emo di Saosin, Bring Me To The Horizon o Fall Out Boy, e "III" rincara la dose con cataratte di puro djent-core in palm mute.
Caricando con synth quasi trance, "Parasite" vira su un ibrido electronicore a un passo dagli Enter Shikari - questo, quantomeno, prima di tornare a casa Linkin Park con un ritornello ipermelodico che se non è un vero e proprio channeling di Chester Bennington poco ci manca.

Il rischio della ripetizione è sempre dietro l'angolo, ma il gruppo fa il possibile per assicurare una certa varietà. Lo scorcio sinfonico della title track, con tutta la sua necessaria zuccherosità, è la prova che il quartetto di Memphis non ha intenzione di muoversi all'interno di comodi steccati di genere. D'altra parte, il frontman e principale motore Cullen Moore è un veterano (nel senso militare del termine) che è cresciuto con l'r&b di suo padre, ha abbandonato l'esercito per seguire i suoi sogni musicali e ha capito chi fosse il bassista adatto per il suo gruppo sentendolo suonare "My Heart" dei Paramore. È partito - in modo convincente, va riconosciuto - muovendosi su un solco già tracciato, ma non è detto ci rimarrà a lungo.

03/07/2025

Tracklist

  1. Static
  2. Hourglass
  3. III
  4. Fallout
  5. Stuck In My Head
  6. Gravity
  7. Afterglow
  8. Numb
  9. Parasite
  10. Just A Mistake
  11. Paralyzed
  12. Words Are Worthless


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