Electro/club 2022

Dieci Ep/12" per l'inverno electro-club 2022

(In foto: Dasha Rush)

Che sia proprio questo inverno 2022 il ritorno della club-culture? Due anni dopo lo scoppio della pandemia, con le restrizioni a cedere il passo quasi ovunque, la voglia di astrazione, comunione, finanche oblio, per quanto transitorio, pare più forte che mai. Se la selezione qui proposta indica qualcosa, house e drum'n'bass sembrano cementare tali desiderio, la voglia di perdersi dentro groove accattivanti, bassline totalizzanti, linee narcotiche sembra essere più necessaria che mai, come la spinta a lasciarsi dietro intere stagioni di privazioni e chiusura. In questa rincorsa all'ossigeno per una scena che come nessun'altra ha subito i contraccolpi dell'ultimo biennio, non resta altro che dire:
dance, dance, till you drop!

Dasha Rush – Dark & Filthy (Sonic Groove)

drdafTutto sta nel titolo. Sporca, oscura, micidiale: la techno di Dasha Rush torna in grande stile con un Ep di straripante cattiveria, che colpisce i sensi senza grossi preamboli. Basta già l'attacco di “El Kinky” (un altro titolo che è tutto un programma; Berlino ovviamente la adorerà) per rendersi conto di quanto sporcizia e oscurità siano programmatici all'ultimo Ep dell'esperta producer russa: stacchi Edm, synth come trapani nella mente, l'attitudine ipnotica delle linee vocali. Feroce e coinvolgente, ci impiega pochissimo tempo a scaldare i cuori dei technofili. L'atmosfera altrove si fa ben più torrida: l'apparato percussivo di “Psycho Runner” emerge trionfante tra sudore e sporcizia, un cut di grande peso che il basso irrobustisce con la dovuta fermezza. E se di bassi si parla “Gallic Message” è la dimostrazione di quanto una buona linea sappia condurre un brano, donandogli la giusta spazialità e un ottimale senso di tensione. Più misteriosa, quasi narrativa, appare la conclusiva “Darkness”: se l'ambientazione del titolo è assolutamente garantita, nondimeno il tocco di sospensione che le viene fornito presenta un altro lato di questa oscura, sozza perlustrazione. Sporca è senz'altro, la techno di Rush, ma di lusso. (Vassilios Karagiannis)

Dj Fucci – Fauna (Naafi)

dff_01Tradizione e futuro, movimento e contemplazione: la club-culture latinoamericana coniuga queste apparenti dicotomie con grande maestria da molto tempo a questa parte: “Fauna”, debutto su Naafi per il producer messicano, è l'ennesima convincente dimostrazione di un fiorire di talenti e di una ricerca che sa parlare a mondi diversi, ma molto più vicini di quanto una prima analisi lascerebbe supporre. Ispirato dagli spostamenti di animali indigeni del Messico, dai loro versi e suoni (ognuno dei quattro brani è votato ad un animale specifico), il breve Ep scansiona tale ricco bagaglio naturalistico con grande perizia descrittiva, senza mai rinunciare ai lineamenti club di base. Bass, breaks e astrazioni house si mescolano con cumbia, mambo e dembow, per una rigogliosa esplorazione forestale. Prede e cacciatori, minaccia e docilità, la natura di DJ Fucci è in costante movimento, corre e si rifugia, fino alla prossima rivelazione. In questo senso il vasto armamentario percussivo sfoderato (dal guiro, tipico della cumbia, a percussioni native quali il tlapizalli e il toxacatl) acuisce il senso di una comunicazione quasi divina con il creato, che l'ipnosi del dancefloor trasla su ulteriori piani narrativi. Fibrillante. (Vassilios Karagiannis)

Dj Nigga Fox – Música da terra (Príncipe)

dnfmdtLibera la musica della Príncipe lo è sempre stata, in tutti i sensi. Per una personalità fieramente collaterale quale Rogério Brandão il principio vale in maniera ancor più calzante. Autore di alcuni dei momenti più illustri dell'etichetta, col nuovo “Música da terra” Dj Nigga Fox opera di sottrazione come mai prima d'ora, lavora con una palette più dimessa, che meglio si presta ad un variegato gioco di sfumature. Certo, l'apertura affidata a “Mateso” potrebbe quasi tirare in inganno, batida nel pieno senso del termine, tutta incroci percussivi e stab che passano ogni contributi al frullatore. Eppure già qui, tra le trame di una sintesi ritmica di grande fascino, emergono toni più docili, quasi più sospesi, che i successivi tre brani esplicitano pienamente. Si continua a ballare, ma lo si fa in maniera decisamente meno esplosiva: così, “Gás natural” gioca su un cullante giro melodico, capace di infiltrarsi in maniera subliminale tra le pieghe della percezione: a suo modo, pare quasi la svolta ambient del producer. Se “Sanzaleiro” risulta più trionfante, è più che altro per l'accavallarsi di diversi piani in loop, più che per il taglio produttivo, ancora una volta attraversato da ciondolanti linee sintetiche. Chiude “Sasuke”, pura ipnagogia applicata alla Príncipe-filosofia: un gioco di prismi, un lento liquefarsi che infonde correnti acide attorno a un lontano ricordo della batida. Un pezzo da tarda nottata, una chiusura che implica nuove prospettive per  Brandão. (Vassilios Karagiannis)

Gyrofield – Retinues / Urgency (Critical Music)

gruProlificissima (un fitto nugolo di produzioni sin dal debutto nel 2017), adeguatamente nota nel settore, Kiana Li è tra i talenti più effervescenti del nuovo circuito drum'n'bass, mente sveglia, ricettiva, capace di ibridarsi e di presentarsi nelle forme più diverse. Doppio singolo, uscito poco dopo “Depths Of Winter” di fine gennaio, “Retinues / Urgency” è materia selvaggia, d'n'b fosco, un concentrato di energia che invita al puro presente con grande efficacia persuasiva. Bassline aggressive, hi-hat ossessivi (il loro utilizzo in “Urgency” in un certo qual modo dona corpo e tensione), snare dai sottotesti dub: Gyrofield plasma un sound ricco, coinvolgente, capace della dovuta ferocia ma anche di concedersi con l'opportuna umanità. L'approdo alla storica Critical segna l'ulteriore passo in avanti di un nome promettente, a cui esperienza e conoscenza non mancano. Il percorso è già ben delineato. (Vassilios Karagiannis)

Henzo – YCO004 (YCO)

hyGià intravisto un anno e mezzo fa con l'accattivante “Not Like That Not Like You” torna il producer di Manchester con una doppietta di brani e un remix per la YCO, etichetta di Aya e BFTT già arrivata qui alla sua quarta pubblicazione. Se i tratteggi dembow del precedente Ep avevano dominato la scena, per quanto trattati e riadattati potessero essere, in “YCO004” la visione è ben più ampia, contempla in “FSOTM Anthem” addirittura un immaginario dubstep, una spazialità che tra bassline di peso e ossessivi campionamenti vocali scopre una dimensione del tutto diversa nel portfolio del producer. “Finola Shake” non rinuncia alla stessa grinta step del primo brano, e di certo la natura bass del brano rimane bella evidente, è chiaro però come la matrice caraibica informi profondamente la struttura, un taglio produttivo che apprezza anche incisivi stacchi verso scenari più deep. Saggiamente posto tra i due brani titolari, il remix a cura di Florentino e Manuka ne sintetizza le idee portanti in una “Finola Anthem” che è pura maestria registica, riepilogo ossessivo e brulicante, ma allo stesso tempo bagaglio di altre opportunità, affilato come una lama ma capace anche di una sensualità tutta nuova, che la mano dei due mixer conduce con fare sornione. Tanta carne al fuoco in sole tre tracce, ma il viaggio vale assolutamente il biglietto. (Vassilios Karagiannis)

KaySoul - What Is Blackness? (2022, Shall Not Fade)

kwibUn groove lucente come pietre al sole, terse partiture di synth e sample che ruotano in una danza senza tempo. L'eterno fascino della musica house al servizio di un quesito altrettanto profondo: "What Is Blackness?" Dal Sudafrica, KaySoul una risposta prova a darla: cinque sinuose tracce e tre ospiti di contorno per ventinove minuti di pacifico ma inquisitivo ascolto deep house. Se l'apertura di "That Blackness", con la voce di Nina Simone affogata nel mix anni 90, è chiaro manifesto d'intenti, è la successiva "Africanus", con le striature del sax notturno di Gustavo Martinez, a inquadrare un lavoro concettualmente stimolante e musicalmente raffinato. Con "10 Ways" il beat si fa elettronico e i piatti sfrigolano mentre Steve Faets seduto alla tastiera tesse delicati ricami jazzati. Senza comunque perdere il controllo, "East Meets West" abbozza una propulsione ritmica che tocca sentori jungle, spetta quindi all'introspettiva "Yak" chiudere l'ascolto con un'acidula nota che sembra uscita da Detroit. Nel complesso, un bocconcino house irresistibile e KaySoul una delle scoperte più piacevoli di questo inizio 2022. (Damiano Pandolfini)

Kim Anh – After Dark (self-released)

kaadDall'essere la “Club Queen” di Los Angeles al trasferimento verso la Grande Mela, con tutto il bagaglio di incertezze dettato dalla pandemia, la nuova vita, prospettive totalmente nuove: con “After Dark”, la sua pubblicazione più estesa al giorno d'oggi, Kim Anh riflette sui cambiamenti e i ricordi di una vita intera, coniuga passato e presente alla sua maniera, legati a doppio filo sotto l'egida di un sound moderno e nostalgico allo stesso tempo, fieramente dance. Sul crocevia tra disco e house, con tutte le declinazioni acide e deep del caso, due cut quali “After Dark” e “House Of Virgo” cementano la scafatezza di una vera regina della notte, la malinconica seduzione di una voce che sa muoversi con grazia pop anche sulle più estese progressioni (Nancy Whang torna alla mente con prepotenza). Quasi in fascia electro, con riverberi pianistici a donare una profusa dimensione chillout, “Giving” è puro abbandono, una voce piena di rimorso e consapevolezza che sa muoversi tra la grana jazzy di Robert Owens e le cornici soulful di una Gaelle. Recuperata dal catalogo di Erykah Badu, “Recovering” è l'outlier della collezione, giro di piano giostrato su un lucido stacco breakbeat, basso felpato e melodismo seducente. Esperienza, conoscenza e sensualità: in venticinque minuti Kim Anh compatta un progetto di raffinata sagacia, un notturno da assaporare in tutta la sua voluttuosità. (Vassilios Karagiannis)

Nia Archives – Forbidden Feelingz (Hijinxx)

naffHeadz Gone West” l'anno scorso, “Forbidden Feelingz” questo marzo: per dirla in inglese, Nia Archives means business. Alla volta del suo secondo Ep, la producer inglese spalma il suo forbito linguaggio jungle in un fitto ricamo di brani scattanti, flessuosissimi, in cui ogni secondo mostra il proprio valore. Omaggio alla ricca tradizione black del suo Regno Unito, il breve progetto si inserisce con naturalezza nel lungo corso del hardcore continuum (“18 & Over” ha in sé tutta la forza di un classico nascosto della Metalheadz), ma presta ascolto anche al lato più morbido, soulful della producer, capace di stacchi melodici di grande pregio. “Luv Like”, loop di chitarra e fraseggi pianistici, è r&b che si insinua nelle pieghe della drum'n'bass più docile, e se “Part Of Me” ha in sé il gusto della velocità di una PinkPantheress (per quanto vanti un'impalcatura canora più marcata), “Gud Gudbyes” è Roni Size traslato 25 anni dopo, col piacere di zigrinature psichedeliche e correnti dubby che ne plasmano il decorso. Caleidoscopico e intenso, il nuovo Ep aggredisce e incalza con accresciuta sicurezza, dimostrando la grinta di una voce che sta scavando agilmente la sua nicchia. Ben presto tra le icone immortalate nella copertina potrebbe comparire pure lei. (Vassilios Karagiannis)

Romeo Louisa - Rarified Terms (2022, Shall Not Fade)

rrrtNel caso non si fosse capito da quella veemente foto di copertina, il giovane dj Romeo Louisa è francese e ama tutto ciò che luccica di eleganza retrò. La sua musica è come uno yacht ormeggiato a Saint Tropez: house da cocktail hour a bordo piscina, elegantemente jazzata ma dal beat bello sostenuto per intranere le influencer in bikini che sono venute a farsi i selfie sul pontile. Lungo sette minuti di seducenti e felpatissime partiture sintetiche, "Desire" mescola St Germain e Dam-Funk in uno sculettante amplesso funky, mentre la title track decostruisce il tutto in uno stridente gioco alla Omar S. Con "House Of Jazz" i sample di voce. piano e sax si aprono a ventaglio, sostenuti da un 4/4 che s'infila sotto pelle e in ogni pertugio. Ben tre i remix disponibili per impolpare l'ascolto: Denyl Brook e Funk Cartel riprendono entrambi la title track per distenderla e attorcigliarla verso sparate techno da club mitteleuropeo e partiture jazz-funk rispettivamente. THEOS mette mano a un bellissimo remix di "House Of Jazz" sparato al trotto, chiudendo l'ascolto in allegria. Cosa fate quest'estate? Noi "Rarified Terms". (Damiano Pandolfini)

Yetsuby - JIN06 (JIN)

yjCon Uman Therma può realizzare valida musica ambient a nome Salamanda, da sola però la sudcoreana Yetsuby non teme di misurarsi col contesto club, realizzando un Ep su misura per i momenti più estatici sulla pista. Fedele a un concetto di dance sospesa, dalle pieghe oniriche, nella sesta uscita di casa Jin di Taipei la musicista manovra le file di drum'n'bass, house e Idm per un raffinato bouquet di ballabili gentili, delicati, ma mai troppo astratti da non essere sfruttati per il dancefloor. Minimalismi tra Francis Harris e Moomin, declinati verso un tocco più secco e tagliente (“Bay”), antiche favole coreane tramutate in break di cristallo (“Bear Becomes The Human”), sinusoidi trance giocate su sparuti contributi sintetici (“Jelly”): il bagaglio espressivo della producer non teme limitazioni, conduce il gioco con eccellente polso, e con tutta la leggerezza atmosferica del caso. Denso, per quanto mai frenetico e soverchiante (anche il remix di “Jelly” ci tiene a mantenere i caratteri basilari della sua proposta), il sound di Yetsuby si rivela prisma dalle molteplici facce, un'altra prova della grande polivalenza dei linguaggi elettronici sviluppati nella penisola coreana. (Vassilios Karagiannis)

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