Episodio 4 - Windmill Lane Studios, Dublino prima parte
Di fronte agli U2 di solito ci sono due reazioni: o si amano o si detestano. Tuttavia il loro album d'esordio "Boy", pubblicato dalla Island Records nell'ottobre del 1980, è talmente originale per temi e sonorità che non può non colpire al cuore con la sua ingenua bellezza. I Windmill Lane Studios, dove gli U2 poco più che adolescenti hanno inciso "Boy", erano un magazzino del porto di Dublino e sono diventati per l'occasione la prima sala di registrazione di musica rock d'Irlanda. Il mitico produttore Steve Lillywhite ci racconta come è riuscito a trasformare i difetti di questo studio in una leva straordinaria per la creatività della band. In compagnia degli U2 e dei Virgin Prunes, loro amici fraterni, scopriamo come, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, la musica punke rock hanno contribuito a trasformare "una città in bianco e nero" in una città a colori.
La rubrica
"Rock & the City" è una serie di podcast che vanno alla scoperta delle città d'Europa e degli studi di registrazione che, negli anni Settanta-Novanta, sono stati il cuore pulsante del rock: luoghi carichi di energia catalizzante, crocevia per musicisti ribelli, produttori geniali e discografici visionari.
L'autrice, Elena Messana, segue il filo che lega alcuni famosi album prodotti tra gli anni Settanta e Novanta agli studi di registrazione e alle città che hanno attirato e ispirato i musicisti. Si tratta di luoghi circondati da un'aura speciale. Il caso tipico è quello dei Windmill Lane Studios di Dublino che, con gli U2, diventano il simbolo della rinascita della discografia irlandese.
Questi album spesso sono nati dall'incontro di un produttore con una band o dall'incrocio tra la vicenda personale di un artista e il destino di una città.
Il podcast racconta l'era dell'analogico e del vinile, quando la musica si produceva in sale di incisione simili all'antro del mago Merlino e i suoni nascevano dall'ingegnosa inventiva di tecnici e musicisti 'alchimisti'. I dischi avevano due lati, una certa loro consistenza e un loro odore. Le copertine erano parte integrante della strategia di vendita. Le tracce si dovevano ascoltare una dopo l'altra: nessuna playlist fai da te e nessun effetto digitale. Poiché i brani sono protetti da copyright, la sfida del podcast è di ricreare le atmosfere degli album e delle città di cui si parla per mezzo di rumori, melodie popolari, riff e soundalike in grado di far assaporare all'ascoltatore quelle sonorità.
L'autrice
Elena Messana, l'autrice di questo podcast, è un'appassionata di musica e di storia sociale dei media che adora scavare nel passato degli artisti e nelle origini delle loro canzoni. Nel suo mondo non esistono confini tra la musica pop, rock e quella classica, il cinema, l'arte moderna, le copertine dei dischi, la pubblicità, la vita quotidiana, la scienza e la poesia. Ha scritto, narrato e sonorizzato il podcast pensando al fatto che i suoi viaggi finiscono sempre in uno studio di registrazione, un po' certamente anche per deformazione professionale, visto che nella vita si è occupata per venti anni di supervisione del doppiaggio.
La produzione è di Gabriele Beretta.