Gli U2 non hanno segreti, ma pochi, forse, ne conoscono il "lato B". Nella nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i mercoledì dalle 12 alle 14 sulle web-frequenze di Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it), cerchiamo proprio di approfondire il volto meno noto di Bono Vox e compagni, con un lungo viaggio nella discografia della band irlandese, attraverso sia le hit storiche, sia una serie di gemme nascoste - B-side, outtake e rarità - che spesso, per uno strano caso del destino, hanno rappresentato alcuni dei vertici della loro produzione.
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U2 - Lato A, lato B & C.
Gli U2 sono una delle pochissime band attive a partire dagli anni 80 capaci di assurgere allo status di "mito" del rock al pari delle formazioni "classiche", nate e cresciute nei decenni precedenti. Il segreto del loro successo è un mix perfetto di furore ed epicità, di ansia e spiritualità, concentrate in un formato canzone sì tradizionale, eppure capace di rinnovare il vecchio rock'n'roll con le suggestioni e le fascinazioni tipiche del post-punk e della new wave. (...)
La loro storia ha un inizio semplice, comune a svariate rock-band d'ogni tempo. È il 1976 l'anno in cui il futuro batterista Larry Mullen jr. mette un avviso nella bacheca della Mount Temple School di Dublino, la prima scuola non confessionale d'Irlanda: "Cercasi musicisti per fondare band". Rispondono Dave Evans, chitarrista, detto "The Edge", Adam Clayton, bassista, e Paul Hewson, cantante, ribattezzato Bono Vox dal nome di un negozio di apparecchi acustici di una via del centro di Dublino. Cominciano a suonare come Feedback, poi diventano Hype, infine, su suggerimento di Steve Averill dei Radiators, scelgono U2, dal nome di un tipo di aerei spia americani della seconda guerra mondiale.
I quattro sono giovanissimi: Mullen ha 14 anni, The Edge 15, Clayton e Bono 16. "Ero un buono a nulla - racconta quest'ultimo - L'unico lavoro che riuscivo a fare era il benzinaio. Ma la musica per me era la cosa più facile del mondo, mi aiutava a uscire dalla banalità di una vita da ragazzo di periferia". La morte della madre, cui dedicherà "I Will Follow", segna per Bono un punto di svolta: la band è la sua nuova famiglia. Così come gli amici con cui divide le scorribande nella Dublino underground, a cominciare da quelli del Lypton Village, un collettivo di adolescenti che tentavano di fuggire dal grigiore del sobborgo di Ballymun, da una vita quotidiana divisa tra scuola, religione e squallore sub-urbano, rifugiandosi nella musica, nell'arte, nell'eccentricità dei modi e del look. Bono è proprio uno dei "leader" di quella strana combriccola, insieme a tal Fionan Harvey che assurgerà a nome di culto del dark-punk alla guida dei Virgin Prunes. E del "circolo" facevano parte anche i fratelli Evans, Richard e David. Mentre il secondo con il soprannome di The Edge darà vita agli U2, il primo - ribattezzatosi Dik Prune - si aggregherà a Friday e ai suoi Prunes. (...)
Durante tutto il decennio 80, gli U2 coronano un percorso coerente che, dall'irruenza post-adolescenziale di "Boy" e "War" e dalla consacrazione live sotto il cielo rosso-sangue del Colorado (l'epocale "Under A Blood Red Sky") e nell'arena londinese di Live Aid (1985), li aveva condotti verso un rock più complesso, che rinunciava parzialmente alla frenesia chitarristica degli esordi, in favore di canzoni più calibrate e sperimentali, con testi sempre più infarciti d'impegno sociale e politico. Un percorso in controtendenza, nel decennio vanesio per antonomasia, e simile per certi versi a quello seguito dai Rem sull'altra sponda dell'Atlantico. Gli U2 non erano più "i ragazzi con i cuori in fiamme che suonavano "Gloria" sul molo del porto di Dublino" (cit. Paolo Sforza), erano una band matura, pronta ad assumersi oneri e onori della celebrità. Anche a costo di alienarsi le simpatie di qualche fan oltranzista della prim'ora. Imperniate sui fraseggi "ritmici" della chitarra di The Edge, con il suo corredo di riverberi, powerchords e delay, ad assecondare il canto solenne di Bono, le loro canzoni brillano per incisività degli arrangiamenti e potenza melodica, guadagnando una carica epica che si mantiene a distanza di sicurezza dagli eccessi retorici degli anni a venire. E spesso anche le B-Side e le outtake hanno contribuito al loro mito. Poi, dopo l'ultima rivoluzione di "Achtung Baby" (e "Zooropa"), il lento declino...
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Scaletta del programma | |
1. Out Of Control 2. I Will Follow 3. Gloria 4. October 5. Party Girl 6. New Year’s Day 7. Like A Song 8. The Unforgettable Fire 9. Pride (In The Name Of Love) 10. Love Comes Tumbling 11. Walk To The Water 12. In God’s Country 13. Where The Streets Have No Name 14. Spanish Eyes 15. Christmas (Baby please come home) 16. Until The End Of The World 17. Love Is Blindness 18. Lady With The Spinning Head 19. Zooropa 20. Miss Sarajevo 21. Staring At The Sun 22. Beautiful Day 23. Magnificent Base strumentale: Endless Deep |