Uno speciale in due parti sui Beatles nella nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i mercoledì, dalle 12 alle 14, sulle web-frequenze di Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it).
Dai Quarrymen ai pub di Amburgo, dalla Beatlemania ai campi di fragole psichedelici, fino all'approdo maturo sulle strisce di Abbey Road. L'epopea dei quattro Fab di Liverpool, istantanea sempiterna di un'epoca e pietra angolare della stessa cultura pop. Abbiamo cercato di indagarla a fondo, scartabellando tra dischi, storie, curiosità e testimonianze.
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The Beatles - Parte 1
The Beatles - Parte 2
John Lennon e Paul McCartney incrociano le proprie giovani esistenze all'inizio di luglio dell'anno 1957. Avviene a una festa organizzata dalla chiesa di San Pietro, a Woolton, sobborgo di Liverpool. John Lennon ha sedici anni e milita in un gruppo di musica skiffle chiamato The Quarrymen. McCartney di anni ne ha solo quattordici, ma sa già accordare una chitarra e conosce bene gli accordi. Viene immediatamente arruolato nei Quarrymen. (...)
Qualcuno potrebbe pensare che i Beatles siano incapaci di slegarsi dalla loro epoca variopinta, amorevole, psichedelica. Come fare a separare i testi schizoidi di Lennon dall'assunzione quotidiana di droghe allucinogene? Da un gusto sessantottino di comporre musica per una sorta di risveglio generazionale, a base di sessualità psichica, o di mente erotizzata? "Perché il valore dei Beatles - ha detto una volta George Martin - consiste nell'essere la voce della gente, nell'essere l'espressione della musica del loro tempo". Allora può essere davvero così. Ancora Martin: "La musica che abbiamo realizzato negli anni 60 è stata la migliore di quel periodo". La musica dei Beatles diventa la musica degli anni 60, anche solo per i ritornelli, i colori, gli arrangiamenti, i vestiti sgargianti. Ma – sostiene ancora Martin - credo anche che i Beatles sono stati i più importanti compositori di musica contemporanea". E qui, i quattro di Liverpool vanno al di là dello status di eroi generazionali, dal momento che le loro canzoni sono così dannatamente universali. Si può discutere sul voto in più o in meno al Sgt Pepper’s o a Abbey Road. Ancora, si può privilegiare l'estro schizoide di Lennon o il talento cristallino di McCartney. Quello che resta è un gruppo che trasforma il rock in una forma dominante d'espressione nel XX secolo. Mica poco”.
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