Giorgio Canali

Poesia e martello

intervista di Magda Di Genova

L'intervista mi viene fissata per le 20: ora in cui il sound-check avrebbe dovuto essere finito da un pezzo. Invece, alle 7 e tre quarti, quando arrivo a La Casa 139, stanno ancora montando il palco. Canali e io cominciamo a cercare il posto più tranquillo del locale e propongo il bagno. Prendiamo due poltrone, le trasciniamo fino alla toilette e cominciamo la chiacchierata.

La mia amica vorrebbe sapere se al terzo disco solista la gente ti chiede ancora come sta Ferretti.
(rassegnato) Sicuramente.

Scoppio a ridere. Come "sicuramente"?!
Guarda, lui sta benissimo, è questo il problema. Il problema o la gioia, non lo so. È che c'è molta gente che detesta Ferretti, quindi per questa tanta gente il fatto che Ferretti stia bene non è una buona notizia. Ferretti sta benissimo e probabilmente morirà dopo di loro.

Ci seppellirà tutti?
VI seppellirà tutti: io sono immortale.

La prima domanda che vorrei porti riguarda il titolo dell'ultimo disco. Da quello che ho capito è proprio l'immagine, la freccina che scende.
È una stupidata a livello semantico del senso: "Proviamoci e vediamo se la gente lo capisce" e la gente non lo capisce perciò lo chiama semplicemente "Giorgio Canali e Rossofuoco" al ché nasce un altro equivoco ossia: "Quel disco ce l'ho già, non lo voglio: è solo la copertina che è diversa." "No, ti giuro che ci sono 10 canzoni che non sono le stesse".

Non facevi prima ad intitolarlo. che ne so . "Precipito"?
Banale. Mi piace essere diretto, ma, certe volte, essere troppo diretto non dà la misura della mia . contorsione. Mi piace anche un po' essere contorto. So di sicuro che il prossimo album si chiamerà "L'Album Rosso" e c'è un album dal vivo, o meglio sarà un libro di 13/14 racconti a cui a ogni racconto verrà abbinato un pezzo registrato dal vivo. Sarà un libro con il cd allegato e si chiamerà "Rosso Vivo", guarda caso.

Questa è una discesa personale o universale? Mi sembra di capire che sia universale.
È una discesa. che è lì dall'inizio. Il senso di "Precipito" esiste dall'epoca di "Lazlotòz" ("Che Fine ha Fatto Lazlotòz?", primo disco solista del 1998). C'era questa cosa, questa specie di. voglia di . mostrare. in diretta. sì, è come vedere la morte in diretta, un suicidio, in effetti è solo un suicidio. Ogni tanto è buffo, è triste, è strano. Succede. Succede spesso che qualcuno decida di finirla facendo un volo. Ho sempre pensato che probabilmente quando mi sarò stancato di tutto, che avrò deciso che è ora di finirla, la cosa che mi piacerà fare sarà volare.

È lì da "Lazlotòz", da sei anni ormai. Frase dopo frase si aggiungevano parole a parole. Non ho mai trovato la musica che riuscisse a dare quest'idea di vertigine perché mi veniva della roba punkeggiante molto veloce, il ché rendeva l'idea piuttosto banale, precipitare velocemente è facile, è rapido. Tutto lì. Poi mi è venuto un giro. un po' rubato . con l'atmosfera che avevo in testa da un po' di tempo, poi mi sono accorto che era molto, molto simile - come idea sonora e compositiva - a una canzone dei Pixies che mi piace moltissimo . non mi ricordo neanche il titolo. l'ho proprio cancellato.

Canticchiamela.
L'ho proprio cancellato. Mi sembra che sia su "Surfer Rosa". Non mi ricordo. Ho deciso che quella era perfetta, che quell'atmosfera musicale era perfetta e alla fine è venuto fuori anche tutto il resto. Quello che era rimasto dentro per un sacco di tempo, null'altro che la voglia di mostrarsi nel momento finale, considerando un piccolo dettaglio che è buffo, se vuoi: nel momento in cui ti butti nel vuoto devi essere per forza mediocre perché, per quanto sia, tu non supererai mai quei 17 metri al secondo per una legge fisica che regola la caduta di un corpo non nel vuoto, ma nell'atmosfera terrestre.

Mi viene in mente il film - che sicuramente hai visto - "La Haine".
Anche Kassovitz ha rubato l'idea, non è sua, non viene da lì:.
Di sopra cominciano a fare davvero troppo rumore. Ci alziamo e cerchiamo una porta che hanno tolto. Ci risediamo e gli ficco il registratorino tra i denti. Povero.
Non è di Kassovitz. Ti ricordi, forse l'hai visto quand'eri piccola, "I Magnifici Sette"? Un film western tratto da "I Sette Samurai", era la versione americana de "I Sette Samurai" di. di.. di.

Kurosawa.
Brava. . Hollywood ha deciso che un film così spesso come lo era "I Sette Samurai" poteva diventare una stronzata da americani con sette cow-boy in un villaggio di Pehones. E lì, a un certo punto c'è James Coburn che dice: "C'è una storia carina: c'è uno che, a San Francisco, cade dal settimo piano di un palazzo ." - anche perché più di sette piani a quell'epoca era impensabile che esistessero - e man mano che scende dice: "Fin qui tutto bene, fin qui tutto bene, fin qui tutto bene."."

Quando ho visto questa battuta in "La Haine" e ho sentito tutti quanti dare del genio a Kassovitz, ho detto: "Devo fare anch'io così, devo rubare le robe agli altri". Cosa che so fare abbastanza bene anche perché ho un grande maestro che è Ferretti.

Ma noi non lo diciamo e nessuno se ne accorge. Torniamo a. chiamiamolo "Freccina".
Dai, "La Freccina in Giù"

Ha un suono molto più rock di "Rossofuoco" (secondo disco solista del 2001)
Trovi?

Mmmmhhh. Io dico di sì. Sembra molto più vicino a "Lazlotòz" che a "Rossofuoco". e poi hai dato un nome al gruppo, non sembra più un progetto solista.
Il nome del gruppo era già sull'altro album. Se hai visto i manifesti della tournée di "Rossofuoco" c'era "Rossofuoco" scritto in grande con sotto i nostri nomi scritti in piccolo. Il mio un po' più grande (ridiamo) perché se no non viene nessuno, secondo chi organizza i concerti. Non è così, la gente dei miei trascorsi gliene frega relativamente. Mi sono reso conto, in più di 200 concerti, di avere un pubblico molto diverso a cui sono abituato con i CSI o i PGR.

Tutti pezzi in italiano. È stato qualcosa di ricercato?
Ho smesso di vivere in Francia. Pensavo in francese. Per 10 anni della mia vita ho pensato in francese e la maggior parte delle stronzate che mi venivano in mente si solidificavano in francese. Tradurle sarebbe stata un'operazione molto. intellettuale. Cerco di limitare l'impiego dell'intelletto nelle mie cose, preferisco che vengano fuori da dentro la mia pancia, piuttosto che da dentro il cervello. Anche se mi rendo conto che, comunque, l'universo. possiamo definirlo "poetico", perché nelle antologie si definisce così la merda che scrivo, però. . . . mi sono perso. Vedi? Sono vecchio.

Dal vivo, invece? Tutte canzoni italiane o qualche episodio in francese?
Mi piacerebbe da matti. Mi sono accorto però, nel corso degli anni che, in Italia, fare un pezzo in francese durante un concerto ti porta via metà della tensione che hai creato fino a quel momento e, a parte 4 o 5 fanatici che continuano a urlare: "La Démarche des Crabes! La Démarche des Crabes! La Démarche des Crabes!", a tutti gli altri de "La Démarche des Crabes" non gliene frega nulla, anzi, si sentono piuttosto. vorrei dire "insultati" perché poi, quando uno non capisce che stai dicendo delle cose molto intelligenti, che sono molto complicate, che sono parole in un flusso molto abbondante, dici: "Cazzo, questo sta dicendo una marea di robe e io non capisco una sega. Allora adesso come faccio?" e piuttosto che sentirsi ignorante - perché poi alla fine è quello - dici: "Vaffanculo, non mi interessa". È normale. Come quando affronti un argomento come la filosofia, preferisco dire che non mi interessa. In realtà non ci capisco un cazzo perché durante le ore di filosofia al liceo giocavo a carte.

La presa diretta. L'hai sempre usata, vuoi dire che ti trovi bene.
Voglio dire che secondo me per il rock'n'roll è l'unica maniera di far le cose.

Trovi che ci sia differenza tra rock e rock'n'roll?
No. È il termine che uso. È rock'n'roll, ma potrebbe anche essere rock. Musica abbastanza dura, elettrica, spesso e volentieri con qualcuno che invece di canticchiare urla. Non cambia molto dal pop al rock, solo la veste finale. Sono sicuro che potrei fare tutto l'ultimo album in versione iper-pop con degli arrangiamenti noiosissimi e stupidi. Forse funzionerebbe anche di più.

Prova!
Dubbioso. Dovrei trovare una voce per farlo. Non è la mia. La mia voce è ruvida.

Musicista, compositore, cantante, produttore, tecnico del suono, consulente, amico e magari pure cuoco e lavapiatti. Ma quanto, effettivamente, ti coinvolge l'industria discografica? Ti limiti a "fare il tuo lavoro" o ti senti coinvolto, magari addirittura dal punto di vista del marketing?
Una cosa che non ho mai fatto è avere una vera etichetta, fare parte dell'embrione di una vera etichetta. Sono sempre stato un personaggio marginale in queste cose. Anche con il Consorzio Produttori Indipendenti ero qualcuno che collaborava con loro, non ero quello che "pensa", poi "porta la gente", poi "cerca di fare le cose con questa gente". Se devo dire la verità con l'industria discografica in generale sono abbastanza in guerra perché, bene o male, secondo me siamo in mano a una manica di imbecilli. Dappertutto, compreso nel piccolo mondo. Poi ci sono pochi casi che si salvano, però spesso e volentieri sono i casi più snobbati da quelli che credono di aver capito tutto.

E questo mi porta alla prossima domanda che, preparati, sarà una domanda bastarda.
Vai!

L'industria discografica è in crisi, trovi che lo sia anche il mondo discografico? Mi spiego: "Togli l'audio, amore - Non c'è niente da sentire qui - Nei postriboli del post-rock - Anemici piagnucolano dentro ai riverberi". "Questa È la Fine" è una canzone molto pessimista e questo poteva anche essere un passaggio particolarmente enfatizzato, però recentemente hai anche dichiarato: "L'indie italiano è musica d'élite per fighetti di merda, fatto da fighetti di merda, che si autocompiacciono della loro merda, che vendono ad altri merdosi individui che comprano 200 dischi e sono felici."
Questo è quanto. È il ritratto della situazione italiana. Voglio molto bene a certi fighetti di merda, in effetti. Però, quando ti rendi conto che il mondo della musica sta in mano a delle rivisitazioni di schemi già visti altrove che funzionano altrove, però è altrove, è un altro universo. Vedere cose come Il Ramarro Banana Contro la Grande Depressione mi dà molto fastidio. Vedere e sentire cose molto tristi e piagnucolose perché è il momento di essere tristi e piagnucolosi se no sei uno sfigato, mi dà molto fastidio. Non ci posso fare niente. Ho lo stesso tipo di reazione che potevo avere negli anni 70 quando è arrivato il punk e c'erano quegli sfigati di cantautori di merda, di cui qualcuno era anche assolutamente geniale e grandioso, però avevano rotto il cazzo ed è triste pensare che la "musica di ricerca" in Italia abbia rotto il cazzo. Perché è bruttissimo se ci pensi. Andare a pescare tra le cose e sperare che i Negrita facciano un pezzo meravigliosamente bello.

Dai, questo è impensabile!
Può succedere! È impossibile che Il Gatto Banana faccia qualcosa di veramente bello, perché comunque sarà sempre deviato dalla obliquità della mente di questi individui che appena vedono una cosa che forse può funzionare, storcono il naso.

Quindi non è solo una questione di. aver poca voglia di sperimentare.
Ma no! E poi che sperimentazione c'è lì? Sembrano le colonne sonore di Comencini. Che anche Comencini, per "Pinocchio", li avrebbe rifiutati probabilmente perché avrebbe detto: "Troppo idiota 'sta roba qui!" E quando sento questa musica sono abbastanza incazzato, non è possibile. Vollenweider, riscoprirlo adesso e renderlo un po' difficile perché metti delle dissonanze dentro, cioè, l'ascoltavo 25 anni fa e mi sembrava la stessa musica stupida che faceva. come si chiamava. Richard Clayderman e quella gente lì che faceva i grossi tune col pianoforte per Natale.

Sei "nato" come tecnico del suono ed esperto di campionamenti e arrivi da un percorso elettronico. In che modo i tuoi trascorsi ti hanno preparato ad essere un musicista punk, se l'hanno fatto?
Agli inizi degli anni 80 ho deciso di cambiare registro. È stata una cosa strana. Mi sono reso conto che avevo bisogno di un po' di autodisciplina per capire certe cose: perché era molto bello dire: "Andiamo, facciamo i cazzoni, non sappiamo suonare, facciamo le nostre cose." Era molto bello, però sono convinto che in Italia il terreno per questo tipo di intervento non ci poteva essere, perché l'unica cosa che è passata da quel momento in poi sono stati i CCCP e i CCCP sono tutto fuori che punk. Quindi il terreno non c'era per fare quella roba lì e ho deciso di rinnegare tutto quello che avevo messo nella mia testa, ho cominciato a vestirmi di bianco mentre gli altri erano dark, tagliarmi i capelli cortissimi e ad affrontare il mondo dell'elettronica con i primi campionatori Midi, che per il 99,9% della gente che faceva musica era una roba stupida, moderna e incomprensibile. Per me era il pane. Per qualche anno ho fatto questo. Dall' '82-'83, dalla nascita del Protocollo Midi, fino alla fine degli anni '80 quando ho incontrato Gianni (Maroccolo) e ho cominciato a lavorare con i Litfiba. Da lì sono arrivato sull'ultimo album dei CSI ("Tabula Rasa Elettrificata", 1997) per la produzione insieme a Gianni - curavo la parte tecnica - con una marea di conoscenze sull'elettronica e tutto il resto e Gianni la voleva buttare nel bidone. Da quella volta lì ho detto: "Ok, a) non lavorerò più con Gianni; e b) non lavorerò più con una macchina."

PGR, CSI e CCCP. Tante menti prolifiche e indipendenti. Come nascono le canzoni? Sicuramente è cambiato qualcosa in tanti anni di collaborazione.
Giovanni dice spesso e volentieri una cosa molto giusta, secondo me: che sono 25 anni che fa la stessa merda. È la maniera di farla che cambia. I concetti e le idee sono radicalmente cambiati perché noi cambiamo moltissimo. Se tu leggi un testo qualsiasi dei primi due album dei CCCP e leggi un testo a caso dall'ultimo album dei PGR, ti rendi conto di come quelle due persone, che hanno scritto quei testi, sono due persone completamente diverse, eppure si tratta delle stesse persone. Non è una schizofrenia temporale, è semplicemente una maniera di cambiare. Poi, ogni volta noi si cerca di reinventarci un universo, come alla fine degli anni '70, inizio anni '80 ho detto: "Adesso mi sono rotto di tutto quello che è improvvisazione punk, voglio capire come funziona un album diverso." Alla fine degli anni '90 i CSI hanno deciso di morire, poi, un paio d'anni dopo, sono risaltati fuori cercando di reinventarsi radicalmente. Abbiamo buttato nel cestino tanto di quel materiale! Almeno una decina di ore di roba stupenda, che però ci ricordava troppo i CSI, per fare un album completamente invendibile, completamente stupido, com'era il primo dei PGR ("Per Grazia Ricevuta", 2002). Siamo molto fieri di quell'album, sicuramente. Però vedi, lì - quando parliamo di ricerca - ci siamo fatti accompagnare in un cammino da un signore più rincoglionito di noi, perché ha 10 anni in più di me quindi ha i suoi 56 anni belli suonati, che si chiama Hector Zazou che è comunque uno che ha la capacità e la conoscenza e snobismo reale necessario per dire: "Questa è musica "off", questa è musica "in" " Poi esagero sulla definizione di musica "in" perché per lui qualsiasi cosa non sia completamente stridente e dissonante è roba per piccoli borghesi deficienti. Però, avere una persona così t'insegna che anche oltre i 40 anni si imparano ancora cose.

Hai fatto qualcosa anche per il cinema o sbaglio?
A parte le colonne sonore che ho fatto con i CSI, ho lavorato in un paio di occasioni con Davide Ferrario. Ho fatto interamente la colonna sonora di "Guardami" (la storia di una pornodiva che si ammala di cancro), il film più sfortunato di Davide, andato al festival di Venezia prendendole da critici di sinistra e critici di destra perché sesso, pornografia e malattie allo stadio terminale non si possono accoppiare perché si incazzano i cattolici e s'incazzano i comunisti. È stato un film bistrattatissimo. Per me, l'unico limite reale di questo film è che mancava un po' di poesia che poi Davide è riuscito a ritrovare in un film stupendo come "Dopo Mezzanotte". Penso che un altro film così non riuscirà a farlo e tutta la poesia che gli mancava fino a quel momento .

Di sopra stanno facendo veramente troppo rumore e non riesco a sentire cosa mi dice. Cambiamo bagno.
Qui com'è?

Sembra un po' meglio...
Però c'è più riverbero, senti? . Dunque si diceva. "Dopo Mezzanotte". L'ho visto in pre-montaggio, non ho mai visto la versione definitiva, non vado mai al cinema, ma so che è la versione che è andata poi nelle sale, cambiava qualche voce di doppiaggio e qualche cosa e lì è riuscito se non altro a trovare la poesia che non era mai riuscito a trovare perché Davide ha un po' questa carenza: è molto bravo a scrivere le storie però spesso tiene un po' troppo a essere rigoroso e dritto con un'idea e perde un po' di vista quello che è l'aspetto poetico di quelle cose che dice. La colonna sonora mi piaceva tantissimo.

Noi abbiamo lavorato più nella maniera "professionistica", più che "professionale": io avevo decoupage del film e da lì ho cominciato a scrivere i testi, giravo sul set con i miei temi musicali registrati. Un lavoro reale, non il solito appiccicare le canzoncine. Un'esperienza molto, molto valida. Poi ho fatto un altro paio di documentari sempre con Davide, abbiamo lavorato più o meno sempre in questa maniera, con lui che mi diceva: "Guarda, andiamo ad affrontare queste, queste e queste tematiche, tu scrivi delle cose, poi me le dai, io me le ascolto e cerco anche di farmi influenzare dalla musica." È sempre molto bello e positivo. Mi dispiace che l'unica mia collaborazione con il mondo del cinema si limiti alla presenza di Davide perché ormai ci conosciamo talmente bene che forse è meglio che smettiamo.

Ma noo!
Siiii!!! Sarebbe interessante, per me, trovare qualcun altro che mi dia degli stimoli diversi. Comunque con Davide c'è un'intesa perfetta e ogni volta che gli do i provini dell'album nuovo so benissimo che due mesi dopo mi dice: "Ascolta, all'inizio mi faceva un po' cagare, però. fantastico". Ridiamo tanto.

Ok, politica. Perché incontrarti e non parlare di politica mi sembra uno spreco. Il problema è che la politica mi rende molto nervosa.
A me no.

Appunto. È per questo che sono corsa dalla mia nonnina francese nel panico per chiederle un aiuto e lei ha cercato di tranquillizzarmi. Le ho spiegato il tuo amore per la Francia e la tua passione per il fuoco. Mi ha chiesto come sono riuscita ad ottenere un incontro con un brigatista ed è rimasta molto delusa quando le ho spiegato che eri un musicista.
La cosa buffa è che, e tiro in ballo ancora Davide, è che, quando ho fatto "Rossofuoco" gli ho detto: "Davide, io quest'album lo chiamo "Rossofuoco". Ti piace?" E lui fa: "Mi piace? Sto facendo un film che si chiama "Rosso Fuoco"! È tratto da una storia di Cesare Battisti (il brigatista, appunto) e sarà difficilissimo riuscire a terminarlo, però lo voglio assolutamente fare." Allora gli dico: "Va be', allora cambio titolo e lo chiamo "Fuochi Supplementari." Mi richiama due settimane dopo aver ascoltato i provini e mi dice: "No, tu non lo chiami "Fuochi Supplementari", lo chiami "Rossofuoco" perché queste magie, queste cose misteriose che succedono, per me, devono essere così e non ci piove." Dai, "Rossofuoco" è carino. Lui ha anche una casa di produzione adesso. "Dopo Mezzanotte" è prodotto da Rosso Fuoco. Queste cose sono molto strane e molto singolari.

Bene. Quindi concerti, nuovo album, libro con cd. E poi?
(Ridendo)Morirò.

Non puoi: prima hai detto di essere immortale!!!
Allora nel 2027 avrò il mio primo tracollo e farò finta di essere morto e mi ritirerò in Kenya.

Vuoi un'ultima domanda?
Dai!

Domanda a piacere, dì quello che vuoi.
Ti do dispiaceri.

C'è una domanda che non ti hanno mai fatto e tu sei sempre lì che l'aspetti.?
Posso fare una considerazione? Ho rivisto ieri "Il Senso della Vita" dei Monty Python e c'è un dvd supplementare con degli extra e. e sono tutti tristissimi i Monty Python oggi. Tristi e forse. è un po' troppo forte, ma c'è dello squallore in loro e la cosa mi rende tristissimo. Se io mi rendo conto che tra 15 anni sarò messo così spero che qualcuno abbia la bella pensata di farmi fuori. Non posso pensare che quella gente che, per me, per 20 anni è stata un mito assoluto di intelligenza e acume sia adesso, né più né meno, che un Vianello qualsiasi.

Se ti regalano la Stella Natalizia con il dvd de "Il Senso della Vita" nel dvd 1 e il "making of" nel dvd 2, butta pure il dvd 2.

Ok, tanto io sto aspettando "Brian di Nazareth"
Quello lì, invece, non uscirà mai in Italia: è troppo intelligente per il mercato italiano. Tante altre risate.
Torno a casa con "Surfer Rosa" che gira nell'i-pod e qualche risata che non vuole rimanere sola ed esce quando ripenso a quanto mi sono divertita. Intanto cerco di decidere cosa cucinare per cena e ripenso a Brian che imbrattava le mura di Gerusalemme...

(Milano, 15 dicembre 2004)

Discografia

Che fine ha fatto Lazlotòz (Sonica-Virgin, 1998)
Rossofuoco (Gamma Pop, 2002)
Giorgio Canali e Rossofuoco(Venus/La Tempesta, 2004)
Tutti contro tutti (Venus/La Tempesta, 2007)
Nostra Signora della dinamite (Venus/La Tempesta, 2009)
Rojo (Venus/La Tempesta, 2011)
Perle per porci (Woodworm, 2016)
Undici canzoni di merda con la pioggia dentro (La Tempesta, 2018)
Venti (La Tempesta, 2020)
Pericolo giallo (La Tempesta, 2023)
Pietra miliare
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