26/07/2013

Neil Young

Rock In Roma - Ippodromo Capannelle, Roma


di Claudio Lancia
Neil Young

In un’estate romana piena zeppa di eventi musicali come forse mai prima, merita un posto d’onore il ritorno di Neil Young, ospite del nutritissimo cartellone del Rock In Roma, presso l’Ippodromo delle Capannelle, ormai considerabile una delle massime rassegne di sempre sul territorio nazionale.

Il quasi sessantottenne cantautore canadese approda nella capitale con i fedelissimi Crazy Horse, al solito compatti e pronti ad assecondare la felice vena di uno dei più grandi monumenti della musica contemporanea. Un personaggio che ha saputo puntualmente rinnovarsi, attraversando da protagonista assoluto gli anni 70 e cogliendo le evoluzioni del mercato degli anni 90, diventando il padrino della scena grunge e alt-rock di quella decade, arrivando a condividere il palco con i migliori gruppi dell’epoca (Sonic Youth, giusto per fare un nome ricorrente) e persino a realizzare un disco intero (lo stupefacente “Mirror Ball”, nel 1995) con i Pearl Jam nelle vesti di backing band, proprio nel periodo in cui la formazione di Eddie Vedder era al centro del mondo.

Scegliere i brani da presentare, per uno che ha realizzato una montagna di album indispensabili, non è certo cosa semplice: inevitabile provocare lo scontento di qualcuno.
E in effetti l’unica nota dolente della serata sarà la scaletta, che nella parte centrale premia scelte evitabili: un’inutile “Blowin’ In The Wind”, anche se cantata all’unisono al pubblico, oltre ai due prescindibili inediti “Hole In The Sky” e “Singer Without A Song”, con Neil al piano. In molti avrebbero gradito ascoltare in loro vece una “Hey Hey, My My”, oppure una “Alabama”, una “Words” o una “Southern Man”, magari proposte a sorpresa a fine concerto, quando la platea ha acclamato a gran voce “one more song”.

E invece Young abbandona la scena senza colpi a sorpresa, seppur dopo due ore di show assolutamente di alto livello, nel quale si sono distinte per efficacia la parte iniziale (con “Love And Only Love” e “Powderfinger” sugli scudi) e gli ultimi 30-40 minuti con una sequenza a dir poco mozzafiato che ha messo in fila “Sedan Delivery”, “Surfer Joe And Moe The Sleaze”, la cavalcata elettrica “Rockin’ In The Free World” e nel bis “Cortez The Killer” (il top dei brividi a fior di pelle) e “Cinnamon Girl”.
Ma hanno fatto ottima figura anche i tre estratti dal più recente lavoro del canadese, "Psychedelic Pill", in particolare "Walk Like A Giant" e “Ramada Inn”, composizioni che non hanno niente da invidiare ai grandi classici del passato. Le esecuzioni sono spesso dilatate rispetto alle versioni canoniche, lasciano spazio a quei soli che ti entrano dentro, devastandoti l’anima. Il buon Neil ha il solito personale tocco, che il tempo non è riuscito a scalfire, così come la voce conserva tuttora le sfumature dei tempi migliori. Young pare uno sciamano, con quel cappellone nero che il vento riesce a strappargli dalla testa in una sola occasione, un musicista e autore meraviglioso, in grado oggi di riunire sotto il proprio palco almeno tre generazioni di appassionati.

La parte centrale dell’esibizione è incentrata su un mini-set acustico, con la band a tirare il fiato mentre Neil intrattiene i fan in solitudine, con chitarra acustica e armonica, accendendo gli animi soprattutto in corrispondenza  del classico “Heart Of Gold”.
Alla fine è un tripudio, lievemente intaccato dal fatto che in molti avrebbe desiderato una canzone in più, magari quella “Like A Hurricane” che spesso Neil propone a fine concerto, in diciotto minuti di delirio assoluto. Ma tutto sommato il pubblico torna a casa soddisfatto, per una performance che ha completamente oscurato il pur buon Devendra Banhart, protagonista di un’oretta di opening act. Un’occasione non ben giocata da un cantautore con molte frecce al proprio arco, e tutto sommato abituato ad affrontare palchi importanti. Devendra si è soffermato in particolare sulle (buone) canzoni del nuovo album “Mala”, ma è parso a tratti intimidito, assemblando un set per gran parte intimista, che avrebbe funzionato benissimo in un piccolo live club, mentre in un’arena di tali dimensioni occorre un po’ di energia in più. Poco male: di lì a poco ci avrebbe pensato il grande vecchio ad iniettare intense dosi di adrenalina.

P.S.: è notizia dell'ultimora che il concerto di Roma sarà oggetto di un dvd live di prossima pubblicazione. Il più bel regalo che Neil potesse fare a tutti i suoi fan ed al pubblico di questa serata in particolare.
Keep On Rockin’ In the Free World.

Setlist
Love And Only Love
Powderfinger
Psychedelic Pill
Walk Like A Giant
Hole In The Sky
Red Sun
Heart Of Gold
Blowin' In The Wind
Singer Without A Song
Ramada Inn
Sedan Delivery
Surfer Joe And Moe The Sleaze
Rockin' In The Free World

Encore
 
Cortez The Killer
Cinnamon Girl
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Monografia

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