Part 1: Flying Teapot (Virgin, 1973)
Part 2: Angels Egg (Virgin, 1973)
Part 3: You (Virgin, 1974)
In principio era il GONG
Cosa hanno rappresentato i primi anni 70 per la musica rock lo sappiamo tutti. Trent'anni fa le chart di mezzo mondo erano dominio di nomi come Jimi Hendrix, Carole King, Led Zeppelin e altre decine di artisti di equivalente spessore. Eravamo ancora nel periodo (storico) in cui la loro musica, la stessa loro musica, veniva suonata in giganteschi happening, girava nelle discoteche, era trasmessa dalle radio e venduta a tonnellate sotto forma di vinile. È in questo contesto che, impollinato dalle influenze freak residue della "Summer of Love" westcostiana, coccolato dai suoi numerosi padri, nasce e si sviluppa, dopo un giro del mondo con scalo in Australia, Inghilterra e Francia, un progetto staminale per tutta la musica rock d'avanguardia.
Il progetto è quello dei Gong, rock band underground in tutto e per tutto che, capitanata da Daevid Allen, sublima la propria arte nella Trilogia di Radio Gnome Invisible (si pronuncia alla francese [radjo gnom invizibl]).
Musicalmente parlando, la trilogia raccoglie e amalgama tutto ciò che in questo periodo era possibile ascoltare. Un ibrido per eccellenza dove la psichedelia della San Francisco Bay miscelata al Canterbury inglese fanno da matrice; le visioni strampalate di Allen unite alla poesia surrealista della moglie Gilli Smyth sono l'altro marchio di fabbrica; tastiere, fiati e bonghetti le tessere mancanti di un incredibile mosaico di suoni. Anche se per definizione confinati sempre in un ambito underground, nel 1971, con il loro terzo disco "Camembert Electrique" (anche qui la pronuncia francese è d'obbligo), arriva il loro primo successo commerciale. Un album quest'ultimo che, secondo leggenda, venne registrato esclusivamente durante le notti di luna piena dell'estate di quello stesso anno. Sarà proprio "Camembert Electrique" a preparare il terreno al successivo "Radio Gnome Invisible", registrato nella stessa fattoria-studio e (sembra) con rituali analoghi.
Se David Bowie si era fermato a Ziggy Stardust con la sua polvere di stelle ed il ragno marziano, i Gong esplorarono ancora oltre. La trilogia di Radio Gnome Invisiblerappresenta fondamentalmente un inno al libero pensiero. Quasi ad emulare la Torre di Babele, si materializza come un tentativo di raggiungere qualche divinità attraverso una sorta di "mastodontica congiunzione tra le arti". Anche se la musica dei Gong nasce come influenzata dalla Psichedelia "primordiale" (quindi Syd Barrett e Grateful Dead in primis), ciò che alla fine esce dal cilindro, di primordiale o classico ha veramente poco. La risultante è una musica che può essere definita in mille modi ed in altrettanti modi opposti senza mai sbagliarsi. È un rock pesantemente spruzzato di misticismo, medioevale, eroico, fiabesco e hippie; allo stesso tempo intriso in atmosfere bucoliche, fatate, spaziali e surreali. Sicuramente un sound di difficile caratterizzazione e descrizione.
Facciamo un passo indietro, torniamo nella seconda metà degli anni sessanta dove, alla soglia della trentina Daevid Allen, australiano, trapiantato e musicalmente cresciuto in Inghilterra in quel di Canterbury, dopo aver sposato la poetessa inglese Gilli Smyth, decide di rompere con la sua band di allora: i Soft Machine di Robert Wyatt. Di quest'ultimo criticherà a più riprese una eccessiva immobilità artistica ed una scarsa propensione alle innovazioni. Successivamente, nel 1967, Allen insieme alla moglie ed altri musicisti, si insedia vicino Parigi, in aperta campagna, in una fattoria che verrà convertita ad una sorta di centro dedicato alla ricerca musicale. Da questa convivenza, si svilupperà dopo alcuni aggiustamenti la prima line-up dei Gong.
Nel gruppo, ogni componente è chiamato con un proprio nickname (a volte anche con più di uno), a sua volta diverso dal nome dei personaggi che interpretano nei dischi. Inoltre, per creare ancora più confusione, i nomi degli strumenti sono sempre associazioni fantastiche, quasi mitologiche come: spermguitar, space wisper, dog foot e così via. Questo però non deve far pensare ad una loro approssimativa attitudine musicale, tutti infatti avevano un background classico e tutti, seppur nell'improvvisazione, sapevano dove volevano andare.
Comunque, in ordine decrescente di "sballamento", i Gong di Radio Gnome Invisible, con i loro bravi nick sono:
· Daevid Allen - Bert Camembert (chitarra, voce - local vocals, lewd)
· Gilli Smyth - Shakty Yoni (voce - space wisper, orgone box)
· Steve Hillage - The Submarine Captain o Stevie Hillside (chitarra solista - spermguitar, slow whale, sideral slideguitar, dog foot)
· Tim Blake - High Tea Moonweed o Francis Bacon (organo e tastiere - VCS3 box, Cynthia size A, crystal machine)
· Didier Malherbe - Bloomdido Bad de Grasse (sax, flauto - split sax, soprasax, so floot)
· Mike Howlett - Mista T Being (basso - aqualung bass)
· Pierre Moerlen - Dierre de Strasbourg o Lawrence the Alien (batteria, percussioni - drumbox kicks & knoks)
Radio Gnome Invisible. La storia
A cavallo tra il 1973 ed il '74 vengono pubblicati su etichetta Virgin i tre album facenti parte della trilogia. Nell'ordine: "Flying Teapot", "Angels Egg" e "You".
Nelle intenzioni della band c'era sicuramente l'obbiettivo di realizzare qualcosa di molto simile ad una commedia per orecchie, l'output non andrà molto distante. A dispetto del precedente "Camembert Electrique" che aveva imposto la band anche tra il grande pubblico, "Radio Gnome Invisible" fu concepito come un prodotto di "pura controcultura fortemente intellettuale"; destinato a nicchie di seguaci votati alle "pure sperimentazioni", un prodotto in tutto e per tutto refrattario alle mode. Centrerà in pieno tutti gli obiettivi; i tre dischi si collocano ben oltre la definizione di concept album, ma allo stesso tempo si presentano come un'opera troppo raffinata e strutturata per essere definita solo provocazione artistica. Tre dischi in grado di consacrare i Gong come band di culto in maniera quasi imprevista, quasi ci fossero molti più "fuori di zucca" di quanto preventivato.
La Parigi del finire dei Sixties, musicalmente non era certo avara di ispirazioni: un ombelico "globale" dove confluiva di tutto: musica classica, free jazz, musica balcanica e araba. Da questa metropoli i Gong assorbiranno tutto, anche il lato oscuro, cominciando dai concetti politico-filosofici di anarchia (un loro chiodo fisso), la loro volontà di evitare ogni forma di snobismo, per finire al rifiuto dell'identità borghese. Anche il teatro parigino, con le sue lezioni di melodramma, mimo e prosa, esercitò un forte ascendente sui nostri.
"Radio Gnome Invisible" introduce la storia e i personaggi nel primo atto "Flying Teapot". Si racconta di una "teiera volante" - flying teapot appunto - proveniente dal pianeta Gong che atterra sulle montagne del Tibet per incontrare tre rappresentanti del pianeta Terra (Mista T Being, Fred The Fish e Banana Ananda). La teiera volante trasporta "Pot Head Pixies": piccole creature verdi con minuscole antenne piantate in testa costantemente connesse alle trasmissioni radio di Radio Gnome Invisible provenienti, neanche a farlo apposta, dal pianeta Gong (per la cronaca situato al settimo cielo in una zona dell'Universo sconosciuta ai nostri astronomi troppo primitivi). La missione dei Pot Head Pixies è quella di preparare il pianeta Terra all'arrivo di una numerosa colonia di Gonghiani prevista per il 2032. La storia prosegue poi con gli altri due dischi e con le avventure del nostro rappresentante terrestre Zero The Hero sul pianeta Gong.
Tutto questo è arricchito, a volte sovraccaricato, da continue allusioni dove la normalità è la non normalità. Banana Ananda per esempio viene presentato come l'orso Yogi che vive nella sua caverna tibetana ed usava la frase "banana nirvana manana" per entrare in trance. Oppure la descrizione del misterioso scudo di forza impenetrabile che circonda gli Octave Doctors che a loro volta apparivano come occhi giganti incaricati di proteggere il pianeta Gong.
Autentici bombardamenti e veri e propri loop di allusioni sono anche le descrizioni del booklet di "Angels Egg" e le liner notes che confondono ancor di più. Volontariamente le informazioni necessarie a capire la storia sono state frazionate e nascoste in contesti diversi. A nessuna curiosità viene data una risposta comprensibile, piuttosto, la risoluzione di un dubbio ne genera a sua volta altri. Poi, come se non bastasse, sia le liner notes che i testi contengono molto slang e numerose parole sono inventate o scritte secondo fonetica. Giudicando da quest'ottica, sembra che la band si trovasse dentro una specie di "turbolenza psichedelica", febbricitante, delirante e allucinata da tutto questo contorno.
Three, two, one, ignition!
L'odissea spaziale inizia con Flying Teapot , la narrazione del primo contatto, l'inizio della visione fantastica di Allen. Già il primo brano, la mini-suite "Radio Gnome Invisible" si colloca qualche anno luce avanti a tutto ciò che fino ad allora la musica rock aveva espresso. In avventure simili, seppure in maniera meno complessa e meno paradossale, in questo periodo si erano addentrati (o si addentreranno a breve) soltanto i Genesis con "The Lamb Lies Down On Broadway" e i Kinks con "Preservation act. I & II". Gli stessi Pink Floyd di "The Wall", gli Who di "Tommy" e il Lou Reed di "Berlin", tanto per citarne alcuni, rimarranno ancorati a partiture più terrene e meno visionarie.
Volutamente, come per accentuarne gli alti connotati tecnologico / spaziali, tutte le sonorità sono profondamente marcate da un'impronta "sintetica"; i pattern ritmici "convenzionali" sono sostituiti da collage di suoni dilatati dal dominio del tempo, e deformati da misteriose anomalie cosmiche. Il brano "Radio Gnome Invisible" insieme a "Flying Teapot", "The Pot Head Pixies" e "The Octave Doctors And The Crystal Machine" costituisce un agglomerato di space rock allo stato primordiale: la parte melodica è costruita da repentine rotazioni di vocine in falsetto, frasi demenziali, loop di tastiere e brevi assolo di sax. Le successive "Zero The Hero And The Witch's Spell" e "Witch's Song", "I Am Your Pussy" presentano la voce perennemente "orgasmata" della strega Yoni aka Gilli Smyth. Orgasmata, misteriosa, eterea, satura di eros alla stessa maniera in cui canterebbero le sirene di Ulisse teletrasportate in questa dimensione. La voce di Gilli si sposa alla perfezione con il personaggio della strega Yoni: sadica, adescatrice e manipolatrice di sesso. Allen personifica Zero The Hero, la controparte maschile, in un copione che dovrebbe essere la trasposizione di un duello dai connotati medioevali dove l'impavido cavaliere fronteggiava una maligna strega in mezzo a pozioni, amuleti e rituali magici. Il tutto si involve in un break cabarettistico dove l'unica sfida è tra chi canta col registro più assurdo.
Angels Egg , il secondo atto della trilogia è il disco con maggiore attinenza alla storia. "Other Side Of The Sky" riprende da dove Flying Teapot aveva lasciato: la voce di Gilli scivola nuovamente su una strato di alchimie cosmiche elaborate dalle macchine di Tim Blake. Il brano suona come la parodia delle musiche di "2001 Odissea Nello Spazio", è la colonna sonora per il viaggio interplanetario nel quale si tufferà Zero dopo aver salutato il suo vecchio mondo. I suoni fluttuano a grappoli, vivono in perfetta simbiosi con le leggi del caos, le voci sono ridotte a monosillabi appena bisbigliati, mentre per l'unica parvenza ritmica bisogna aspettare l'assolo di batteria finale. L'avvicinamento (solo avvicinamento!) verso una forma canzone più canonica prende corpo con "Sold The Highest Buddha" e la successiva "Prostitute Poem": la batteria scandisce un tempo jazzato, tastiere e sax orbitano su linee di basso e chitarra che in questi due brani acquisiscono maggior pesantezza. "Prostitute Poem" con le successive "Givin My Luv To You" e "Selene" reintroducono nuovamente le armonie della vocalist galattica Gilli Smyth, abbracciata dal sax e tempestata da percussioni orientaleggianti alterna l'inglese al francese, le parole ai gemiti per una nuova parte da sirena odisseiana mostrante le sue grazie tentatrici ad ignari marinai spaziali in cerca d'amore. Seguono "Flaute Salad" altra mini-suite dove flauto e sintetizzatore improvvisano; "Outer Temple", ovvero quando l'allucinazione diventa frenesia (saxofono e sintetizzatore spaziano in lungo ed in largo); "Inner Temple", l'equilibrio tra delirio e trance; la cacofonia di percussioni "Percolations"; quindi "Love Is How You Make It": voci ipnotiche, rintocchi di campanelli e la melodia di un carillon guidano Zero nel mondo del sesso. Gli ultimi due brani del disco "I Never Glid Before" ed "Eat That Phone Book Coda" ritagliano un minuscolo spazio anche al genio chitarristico di Steve Hillage.
Arriva You , terzo ed ultimo atto. Dei tre sicuramente quello più riconducibile a geometrie rock più convenzionali e terrene. "Thought Four Naught", "A Pot Head Pixie Advice", "Magick Mother Invocation" e "Master Builder" sono i primi quattro pezzi dell'album: arrangiamenti e voci di derivazione zappiana si amalgamano a percussioni, frammenti di cabaret e cinguettii di uccelli.
Fino all'arrivo poi, di due formule magiche che, come da liner notes, servono ad accordarsi alle frequenze fondamentali della musica per iniziare il viaggio. (quale viaggio non è scritto.). Il ritmo si raffredda con l'arrivo della nuova visione di Zero: "A Sprinkling Of Clouds". Il controllo viene ripreso dai tastierismi di Blake che riaccende la psichedelia cosmica leitmotiv della trilogia: grandinate di accordi sintetizzati rincorsi da percussioni e gemiti. I due gradini successivi "Perfect Mystery" e "The Isle Of Everywhere" rappresentano l'apice della visione stralunata e deforme di Zero che è ormai sovrastato, quasi schiacciato da una danza di pianeti fantasma che si allungano all'infinito per l'infinito; gli assolo di sax e chitarra vengono percepiti estranei più che mai dal contesto, quasi rappresentassero le uniche sonorità terrene in un mondo surreale. "You Never Blow Yr Trip Forever" è l'ultimo brano. Un centrifugato di Frank Zappa, Jethro Tull e Captain Beefheart, una suite in sette movimenti dove rock, jazz e canzonetta si incastrano come in un puzzle, per un finale che si allontana dall' imprinting cosmico/fiabesco, filo conduttore degli album, a favore di sonorità più rockeggianti.
La trilogia, e a questo punto sembra superfluo dirlo, nella sua monumentalità rappresenta una delle più grandi rock opera di sempre. Due ore e mezzo di dissonanze spaziali, vibrazioni viscerali dell'universo, evocazioni ultraterrene, riferimenti "trippati" dove l'immaginazione è stata spinta (da chi e con che cosa lo si può sospettare...) davvero al limite. Due ore e mezzo dove si condensa l'anima di una band al proprio apice creativo.
I tre Cd recensiti sono le ristampe per il mercato giapponese edite dalla Victor. Dal punto di vista audiofilo nessun appunto. Le rimasterizzazioni 20 bit "K2 Super Encoding" rispolverano alla grande il suono opacizzato delle edizioni in vinile. Viene apprezzata soprattutto la trasparenza e l'equilibrio dinamico della registrazione. Può lasciare perplesso un uso eccessivo di certi giochetti stereofonici, ma si sa, erano i primi anni Settanta e l'uomo in occhiali da sole del "potevamo stupirvi con effetti speciali" era proprio dietro l'angolo". Non poteva essere altrimenti.
30/10/2006
Part 1: Flying Teapot
Part 2: Angels Egg
Part 3: You