These New Puritans

Hidden

2010 (Angular/ Domino)
avant-rock

Tornano, a due anni di distanza dal ben accolto album d’esordio “Beat Pyramid”, i britannici These New Puritans, con un nuovo ambiziosissimo lavoro, sempre targato Angular, e realizzato per l’occasione con il significativo aiuto in sede produttiva del maestro di volumetrie astratte ed eterei sperdimenti sonori Graham Sutton dei mai troppo lodati Bark Psychosis.

Dietro l’insipida copertina di “Hidden” si snoda infatti il senso malleabile e sfuggente di una ricerca stilistica che non smette di esplorare fino alla vertigine più allucinata la propria complessità, in bilico tra delirio matematico e orfismo neopagano. Quello che ne salta fuori è una sorta di meta post-hip-hop (ma sarebbe più corretto dire post-hip-punk) maniacalmente concettuale e come smagnetizzato, costruito a colpi di compasso su groove che si sbriciolano in un alone sorprendentemente sinfonico (si ascoltino gli innesti di fiati quasi mussorgskjani di “We Want War” o il cabaret weimariano vagamente cameristico di “Hologram”) e a tratti progressivo, in bilico tra il tribalismo post-industriale ossificato di Pil o 23 Skidoo (“Attack Music”), gli algoritmi dei D.A.F. (“Fire Power”) e il rap metafisico di un Prefuse 73 .

Martirizzando le proprie composizioni seriali in rigidissimi cilici oscuramente numerologici, i These New Puritans finiscono con l’incidere una sorta di quadrato magico minimalista, una macchina moltiplicatrice di combinazioni sonore impazzite, un elevatore a potenza di monadi sonore leibnizianamente com-possibili in sequenze infinite, basate sulle ripetizione rituale di una formula stregonesca indifferenziata che finisce quasi con l’esplodere silenziosamente in un’ipnosi davisiana (si ascolti la brevissima “Canticle”) velata da barlumi drammaturgici medievaleggianti (“Orion”).

Forse, per ora, il risultato effettivo è meno destabilizzante e godibile del programma teorico che lo ispira (traducendosi in una musica forse più pensata che suonata), eppure tra queste non-canzoni che rimbalzano su algide superfici geometriche decuplicandosi in un groviglio di riflessi e rifrazioni minimali che vanno dal madrigale all’aria postmoderna, emerge l’immagine potente e sinistra di un gruppo che sa esattamente dove vuole arrivare e gode del sommo piacere di non rivelarlo.

08/02/2010

Tracklist

  1. Time Xone
  2. We Want War
  3. Three-Thousand
  4. Hologram
  5. Attack Music
  6. Fire–Power
  7. Orion
  8. Canticle
  9. Drum Courts–Where Corals Lie
  10. White Chords
  11. 5

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