La creatura Xiu Xiu, che nel frattempo ha perso Caralee McElroy (ora di stanza nei Cold Cave), abbandona parzialmente le solite armonie sghembe, azzeccando linee melodiche che ti si stampano dentro. La scrittura di Stewart si mostra molto più articolata, più evoluta e tesa verso la forma-canzone dura e pura. Non (solo) quindi i classici rivoli tragico-dadaisti che nemmeno la "Guernica" di Picasso, ma un'ordinata sequenza di pezzi più a fuoco, che si possono canticchiare senza il timore di dover urlare come psicotici.
Il disco si apre con il pantano marcio di "Gray Death", fra una chitarra acustica elevata all'ennesima potenza e folate elettroniche caustiche e improvvise. Segue a ruota il bellissimo singolo "Chocolate Makes You Happy", decisamente una delle migliori canzoni degli Xiu Xiu, trascinata da una deliziosa sezione ritmica secchissima, xilofono e gentili screzi in salsa vagamente shoegaze. Passando per scheletri minimal synth ("House Sparrow"), spasmi elettronici sparati a occhi bendati ("Secret Motel") e gioiose dediche ("The Fabrizio Palumbo Retailation", brano dedicato a uno dei membri dei Larsen, nonché loro promoter per l'Italia e metà del progetto XXL assieme allo stesso Stewart) si ha l'impressione che "Dear God, I Hate Myself" sia il solito disco a nome Xiu Xiu, un anemico art-pop con meno art- e molto più pop. Eppure basta distrarsi un attimo per incontrare una vera e propria perla nera: "Hyunhye's Theme", stridente ballata dal sapore deformemente gitano, con archi mutanti a incorniciare la chitarra acustica. E come non citare anche la title track, una canzone sospesa tra la melodia del cantato di Stewart (mai così dolce) e le schifose bordate noise.
La fine del disco arriva rapidamente, mordendo la carne solamente un paio di volte. Eppure la sensazione che questo non sia il solito disco di Stewart & co. rimane: non è solo la predominanza quasi piaciona della melodia, oppure il fatto che l'elettronica malata che condisce da sempre le canzoni della band sia tremendamente di voga. In più punti appare evidente che Stewart, grazie a una maggiore cura dei particolari e un preciso dosaggio delle emozioni, abbia passato un confine, quello che divide arte e popolare, partorendo un disco riuscito, divertente e maturo.
Non aspettatevi quindi capolavori rivoluzionari o estremismi dalle future uscite Xiu Xiu ma solamente un onestissimo artigianato pop-rock.
(01/03/2010)