Mi scuserà il buon Fabio Orsi, ma i suoi lavori - qualche volta anche interessanti, mai davvero riusciti del tutto - non hanno mai fatto breccia nel mio cuore. In ogni caso, dovessi un giorno fare una retrospettiva sulla sua opera, annovererei di sicuro questo "Stand Before Me, Oh My Soul!" tra le sue cose migliori.
Certo, l'ipnosi cinematica di "Naked Trance" ha digerito un bel po' di Aidan Baker, ma la personalità con cui il Nostro organizza questi paesaggi immaginari è indubbia. Nelle foschie minimaliste del brano eponimo, organizza, invece, una sorta di poema delle sfere intermedie, mentre con "Papa, Show Me Your Blues LPs" siamo in pieno territorio kraut-rock, metà Tangerine Dream, metà Neu!.
Il musicista tarantino lavora con fonti diverse, giocando la carta di un piccolo caleidoscopio sonoro, relativamente lontano dalle sue trasfigurazioni dronico-ambientali ("Please Could You Hide That Ghost Noise" fa di tutto, infatti, per inabissarsi dentro il lago dell'Eterno e "Soon, I'll Be At Home" si riappacifica con le stelle portando in dono l'eredità di Stars Of The Lid), ma anche da certe escursioni elettroacustiche ("Thoughts Melt In The Air", in compagnia di Valerio Cosi) o avant-folk'n'blues ("Muddy Speaking Ghosts Through My Machines", a quattro mani con Gianluca Becuzzi).
Lungo questa strada, dunque, incontrerete traiettorie cosmiche miscelate con un batterismo stentoreo ("Full Metal Flat"), paranoie electro-noise che quasi mutano in trip techno-interstellari ("My Awesome Drugs Propoganda") e chitarre filtrate che ci guidano, santino di Roger Miller periodo-solista tra le dita, verso dimensioni aliene, giusto per scoprire che si tratta di realtà "umane, troppo umane".
Con Rich Baker dietro le pelli, Fabio Orsi scende, quindi, a compromessi con un'altra possibile declinazione della sua figura artistica. Ancora "incompiuta", ma sempre vitalissima.
29/03/2011