La scelta di suonare nei coffee shop, nei bar e nelle stazioni è stata una soluzione vincente, e le nuove canzoni possiedono una grinta e un'urgenza finora inedite. Jack Savoretti dimostra una padronanza maggiore del suo timbro vocale, le inflessioni alla Paul Young e la dolcezza ruvida presa in prestito da David Gray sono ormai un ricordo e l'attuale tono graffiante rimanda più al folk-rocker americano Marc Cohn o al trascinante misticismo irlandese di Van Morrison.
L'album vanta due episodi solidi e accattivanti che si candidano come potenziali successi: il primo, "Take Me Home", ostenta un refrain che cresce e si avvolge in un ricco e pregevole arrangiamento elettroacustico, mentre l'altro, "Vagabond", esplora il lato oscuro della musica americana (Bob Dylan, Bruce Springsteen) con una sapiente miscela di rabbia e disperazione.
Pur riconoscendo alle due tracce succitate un'originalità più evidente, resta la piacevole impressione che tutte le canzoni siano frutto di stile e creatività. Il romanticismo contagioso di "Changes", il maestoso soul celtico di "Before The Storm" (con echi del miglior Van Morrison), il folk brioso di "Not Worthy" e il fingerpicking di "Crazy Fool" sono sempre ricchi di schiettezza emotiva, con arrangiamenti che, intelligentemente, non invadono la struttura lirica.
Jack Savoretti conserva un'identità e il proprio stile, pur ampliando lo spettro delle influenze e delle sonorità, e una scrittura forte e sicura rende omogenea la varietà del linguaggio sonoro: c'è la grinta di "For The Last Time", che racconta con amarezza e poesia sensazioni fragili, l'avvolgente blues-folk della suggestiva "Breaking The Rules" e anche un rude accordo di chitarra che crea il vortice sonoro di "Lifetime" (una delle canzoni più coinvolgenti della sua carriera).
"Before The Storm" è facilmente classificabile per molti come innocuo e superfluo, non possiede testi particolarmente pregnanti, le coordinate delle canzoni sono prevedibili e già note, eppure Jack Savoretti ha una forza espressiva genuina, capace di rinnovare emozioni ordinarie. Tutto ciò avviene senza dover necessariamente attingere ai ricordi e a vecchie canzoni: il country-rock alla Eagles di "The Proposal", il pop swingante alla Joe Jackson di "Last Call", le tentazioni moderne alla Paolo Nutini di "Come Shine A Light" e il giocoso riff di "Knock Knock" (leggermente memore del Celentano di "Svalutation") sono più che sufficienti per definire il terzo progetto di Jack Savoretti come il suo album più maturo.
Nonostante l'esiguità dei mezzi della nuova label Fulfill, a volte evidenti in una registrazione meno perfetta dei due dischi precedenti, "Before The Storm" è un piccolo trionfo per chi fa della coerenza e della creatività le due ragioni dell'esistenza del pop d'autore.
(04/06/2012)