Tanita Tikaram - Can't Go Back

2012 (Eagle Rock Entertainment)
folk, blues, pop

Non ci metterei la mano sul fuoco, ma immagino che per molti l'inconfondibile voce di Tanita Tikaram risuoni ancora tra le note di "Twist In My Sobriety" e "Good Tradition", singoli di gran successo estratti dal suo splendido disco di debutto "Ancient Heart", datato 1988. Anche se la popolarità negli anni successivi non è più stata la stessa, Tanita ha continuato a registrare ottime canzoni in bilico tra folk e sophisti-pop, tanto sobrie e raffinate nella forma quanto intrise di sentimento e quel calore umano che la sua voce è naturalmente in grado di dispensare.
L'ultimo lavoro di studio "Sentimental", però, risaliva ormai al 2005, dando l'impressione che l'artista si fosse definitivamente fermata. Invece, con una calma di cui forse solo Sade saprebbe tener possesso, l'autrice compie oggi un ritorno che, se non si può proprio definire "attesissimo", è sicuramente molto benvoluto tra tutti quelli che non hanno mai veramente avuto l'intenzione di scrollarsi di dosso la sua fascinosa presenza.

E come ogni suo lavoro, anche "Can't Go Back" è un ritorno che nasce sotto pelle; nel video di "Dust In My Shoes", melodico brano di lancio che si stende su cori quasi gospel, Tanita appare esattamente come la ricordavamo, fresca e vagamente disincantata, con quel caschetto di capelli portato un po' lungo e sfilacciato come se avesse ancora vent'anni. Ma è la voce che, immutata, mantiene l'attenzione: Tanita intona questo folk-pop con fare suadente come fosse una diva del vecchio jazz, ma il suo androgino contralto tradisce un'inflessione che si rifà al blues della connazionale Joan Armatrading, alla sensualità soul di MeShell N'Degeocello e alla spiritualità di k.d. lang.

In cabina di regia troviamo Paul Bryant, già al lavoro con Aimee Mann e Grant Lee Phillips. Proprio Grant fa presenza suonando la chitarra e prestando la voce su un paio di pezzi - suo infatti il timbro maschile nello scoppiettante blues dalla ritmica ipnotica "All Things to You", e sulle terse atmosfere della torch song "Keep It Real"; in entrambi i casi, il matrimonio vocale tra Grant e Tanita funziona, i due trovano un'intesa arguta e complementare, che non ha bisogno di spingersi nel teatrino del classico duetto uomo-donna.
Come già d'uso in passato, Tanita sparpaglia pure in giro lievi quanto calibrati accenni elettronici, tirando a lucido il suono dell'intero lavoro verso paesaggi limpidi e tersi; ha un andamento curioso, "Heavy Pressure", con quei leggeri echi glitch che spingono lo sguardo a contemplare un notturno cielo stellato, mentre il Moog che si sente su "Rock & Roll" pare scippato direttamente dal disco di debutto degli Air. Anche l'etno-folk di "Science" si muove su una serpeggiante linea sintetica, mentre di tutt'altra pasta è il dolce stacchetto jazzy "One Kiss", in duetto con lo stesso Bryant alla voce, un brano che, su carta, arriva a un passo dal baratro della canzonetta per la colonna sonora di una generica commediola romantica con Jennifer Aniston nel ruolo della ragazza single, e invece all'ascolto suona semplicemente squisito.

Tanita interpreta i brani più lenti con una semplicità così disarmante che si può solo restare ad ascoltare in silenzio; nella traccia finale, "If The World Should Want For Love", un lievissimo polverio sintetico volteggia nell'aria, il pianoforte ci ricama sopra e il violoncello ci scivola sotto con una grazia che non tanti saprebbero ricreare. Le calde trame ondeggianti di "Make The Day" potrebbero richiamare i lavori di Norah Jones, Suzanne Vega e Diana Krall, anche se nessuna delle tre possiede un registro vocale sufficientemente basso per cullare l'ascoltatore tra un arpeggio di chitarra e l'altro.

In una recente intervista, Tanita non ha fatto segreto sulle speranze che ripone nella sua nuova creatura:

Ovviamente vorrei che il disco ottenesse successo (...) e mi piacerebbe che lo si potesse ascoltare anche tra dieci anni, ma più di ogni altra cosa vorrei aver fatto un disco la gente possa amare.
Bene, quest'ultimo desiderio s'è avverato; da sotto al caschetto sfilacciato Tanita Tikaram ha tirato fuori un album che la riporta alla forma migliore. Certo, con tutta probabilità le classifiche continueranno a tenere poco conto di lei, ma a noi importa il giusto. Come ebbe da dire proprio la saggia Suzanne Vega a riguardo, diversi anni fa - ovvero che "mantenendo un profilo più basso puoi puntare a una carriera più lunga" - Tanita Tikaram potrà prendersi un'altra pausa di sette anni e rimanere comunque la benvenuta. Magari è presto per dirlo, ma "Can't Go Back" suona come un disco che molto probabilmente potremmo ascoltare, con gran piacere, tra altri vent'anni.

30/09/2012

Tracklist

  1. All Things to You
  2. Dust On My Shoes
  3. Make the Day
  4. Rock & Roll
  5. Science
  6. Keep It Real
  7. Can't Go Back
  8. Heavy Pressure
  9. One Kiss
  10. If The World Should Want For Love

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