Anathema

Universal

2013 (Kscope)
art-rock, neo-prog

Strana storia, quella degli Anathema. Strana davvero. Strana metamorfosi, quella di una band che esattamente vent'anni fa debuttava con un disco ad oggi considerato fra i capisaldi della commistione fra doom e death metal, e che due decenni dopo sarebbe arrivata a confezionare quello che è forse uno degli album live più belli di sempre. Li guardi oggi, i tre fratelli Cavanagh, sul palco con quello sguardo spontaneo, infilare armonie vocali da pelle d'oca, provocandoti lacrime di gioia, e ti chiedi come abbiano fatto a cambiare tanto, rispetto alle oscure apocalissi in slow motion di quel “The Silent Enigma” che ancora fa scuola.

Una mutazione graduale, impossibile da pronosticare quanto, col senno di poi, incredibilmente naturale, nella quale la sofferenza si è convertita in gioia in tre, progressive articolazioni: tristezza, riflessione, malinconia. Con un punto d'arrivo senza pari nell'estasi di quel “Weather Systems” (su questi lidi ingiustamente maltrattato) che l'anno scorso ha condotto la loro musica su un autentico olimpo, fatto di un flusso variegato e irrefrenabile di emozioni, raggiungendo lo status di capolavoro e la vetta assoluta della seconda fase di carriera della band. Proprio quella su cui oggi un secondo sigillo arriva con questo “Universal”, non un semplice cd/Dvd, ma un vero e proprio concert film, siglato da quel Lasse Hoile tanto caro a Steven Wilson, impeccabile nell'immortalare uno show a dir poco sensazionale.

La location, già di per sé incredibilmente suggestiva, è quella dell'Anfiteatro Romano di Filippopoli (sito nell'attuale Plovdiv), tappa bulgara del tour di “Weather Systems” in grado di attrarre un'audience vastissima, stregata sin dalle primissime note dalla musica della band, accompagnata dall'orchestra sinfonica locale. E qui sta, dopo il luogo, il secondo elemento in più dell'esibizione: l'inedita alchimia fra chitarre e archi, tastiere e fiati, batteria e piatti. Mandando indietro il ricordo, ben pochi sono i precedenti che facciamo tornare alla mente una commistione tanto perfetta, un completarsi a vicenda senza pestarsi i piedi. Il risultato è pura magia, uno scorrere di emozioni senza freni, l'ingresso definitivo nell'olimpo.

Per la prima metà del concerto – qualitativamente oltre l'eccellenza - protagonisti assoluti sono quindi il già acclamato “Weather Systems” e il precedente e altrettanto fantastico “We're Here Because We're Here”, rappresentati da una successione di perle splendenti: ad aprire sono, seguendo la tracklist del primo, le due metà da pelle d'oca di “Untouchables”, trionfo di armonie vocali in grado di non far rimpiangere gli Yes di “Close To The Edge”. Un incantesimo introduttivo in due tempi seguito subito dall'inno “Thin Air”, dalla dolcissima pioggia di lacrime di “Dreaming Light” e dal paradisiaco solo vocale di Lee Douglas in “Lightning Song”. Luce che è uno dei temi portanti di entrambi gli ultimi album della band, nelle atmosfere come nei testi, e che gioca un ruolo predominante anche nella (per il resto non particolarmente sfarzosa) scenografia del palco.

Il lungo mantra a vibrazioni elettroniche di “The Storm Before The Calm” funge da stacco spartiacque prima del languore chitarristico di “Everything” e di“A Simple Mistake”, chiusa da una delle progressioni strumentali più belle della carriera della band. La fuga pianistica di “The Beginning And The End” imprime per la prima volta un briciolo di oscurità, pronta a disperdersi nella delicatezza della sublime “Universal”, forse il pezzo dove la presenza dell'orchestra si fa sentire di più. E qui si chiude anche la prima parte del concerto, quella sensazionale per atmosfera e impatto emotivo, a conferma di quanto le ultime due meraviglie discografiche della band, pervenute dopo i sette anni di pausa riflessiva, ne rappresentino probabilmente anche i vertici creativi.

L'ingresso nella seconda metà dello show, interamente dedicata al recupero dei classici, è inaugurato dal vocoder di “Closer”, primo tuffo in quell'“A Natural Disaster” che aveva aperto nel 2001 il passaggio malinconia-gioia, accolto dal pubblico con un autentico boato. Ma la vera catarsi arriva subito dopo con la title track del medesimo album, quando Vincent Cavanagh incita il pubblico a prodigarsi nella più classica “levata di accendini”, usando però le torce dei telefoni cellulari: una costellazione di lucciole pare così invadere l'anfiteatro proprio durante il pezzo più toccante dell'intera setlist. Un passo indietro ancora e la coppia “Deep”- “One Last Goodbye” riporta a “Judgement”, la transizione che liberò la musica degli Anathema dall'oppressione atmosferica della penna di Duncan Patterson.

La chiusura è affidata a quella “Flying” che aveva segnato il primo passo verso l'epica solarità del presente della band, e all'attesissima “Fragile Dreams”, unica rappresentante della fase pre-“Judgement” e dell'amato “Alternative 4”, eseguita dopo una scarica di fuochi d'artificio e cantata all'unisono dal pubblico. Nel bis senza orchestra, gli spettatori acclamano a gran voce la coppia “Emotional Winter”-“Wings Of God”, ma a farsi notare è, di nuovo, la laconica “Internal Landscapes”, che conclude strappando brividi a non finire, a differenza di una “Panic” breve quanto forse fuori luogo, eseguita con troppa energia. Una macchia di fatto invisibile su una prestazione fenomenale.

“Universal” è un film che dovrebbe essere fatto vedere al cinema, una lezione su come costruire senza ricorrere a stratagemmi o effetti speciali uno show dalla portata eccezionale, su come trascinare e coinvolgere con la musica nella sua forma più pura. È la consacrazione definitiva dei “terzi Anathema”, quelli del dopo-sosta, che con due soli album all'attivo permangono una delle realtà più interessanti e brillanti del rock britannico, nella cui storia recente confermano di ricoprire un posto in prima fila.

24/11/2013

Tracklist

Cd:

  1. Untouchable Part I
  2. Untouchable Part II
  3. Thin Air
  4. Dreaming Light
  5. The Storm Before The Calm
  6. Everything
  7. A Simple Mistake
  8. The Beginning And The End
  9. Universal
  10. Closer
  11. A Natural Disaster
  12. Flying

Dvd:

  1. Untouchable Part I
  2. Untouchable Part II
  3. Thin Air
  4. Dreaming Light
  5. Lightning Song
  6. The Storm Before The Calm
  7. Everything
  8. A Simple Mistake
  9. The Beginning And The End
  10. Universal
  11. Closer
  12. A Natural Disaster
  13. Deep
  14. One Last Goodbye
  15. Flying
  16. Fragile Dreams
Encore:
  1. Panic
  2. Emotional Winter/Wings Of God
  3. Internal Landscape
  4. Fragile Dreams


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