“Opposites” è anche il disco che tenta di fare i conti con il novello status di band mainstream dei Biffy Clyro, dopo il clamoroso successo di “Only Revolutions” (2009) che li ha trasformati in una delle realtà musicali più celebri e redditizie della terra d'Albione, assieme a Muse, Kasabian, Mumford & Sons e pochi altri.
Non che i Biffy Clyro abbiano molto in comune con le band citate poc'anzi. Di britannico hanno ben poco questi tre, e tengono a ribadirlo sin dalla prima traccia dell'album, “Different People”, che si apre come un epica ballata alla U2 per poi cambiare ripetutamente ritmo, pagando il suo debito verso sonorità prog e punk care alla band sin dai loro esordi.
Sin dall'intenzione di mettere assieme un doppio Lp, praticamente un concept, appare chiara la sudditanza e l'influenza della band nei confronti di formazioni come i Rush, e le canzoni di “Opposites” confermano la capacità dei Biffy Clyro nel confezionare tracce insolitamente complesse e intricate, in cui ad emergere sono i continui cambi di atmosfera, le ritmiche frenetiche, i virtuosismi armonici (“Sounds Like Baloons”), insomma tutto a sostegno dell'idea che tra le band anglosassoni ora in circolazione, i Biffy Clyro siano tra quelli che più si rifanno a un certo sound anni 70 e più si ispirano a certe figure dell'hard-rock di quegli anni.
La band non ha però la forza per sostenere un'opera così magniloquente e spesso frana sotto il peso delle proprie idee: sovente il tentativo di scendere a patti con la rinnovata notorietà da arena band va a scontrarsi con la personalità della band. Il risultato sono una serie di tracce che vorrebbero accontentare i fan di “Only Revolutions” senza però cedere alle tentazioni “commerciali”: suonano mal confezionate ballate bucoliche come “Opposite”, che ricorda i climax orchestrali degli Snow Patrol più malinconici ma in versione tamarra, o “Biblical” che si conclude con un coro da stadio facilotto alla Coldplay.
E se è ammirevole il tentativo di confezionare brani catchy che al contempo non disdegnano architetture sonore elaborate, suonano davvero troppe ventidue tracce (compresi i due interludi strumentali che suddividono l'album), alcune delle quali quasi indistinguibili l'una dall'altra.
L'impressione, inoltre, è che i Biffy Clyro abbiano riservato i momenti potenzialmente più “pop” alla prima parte del disco (quella maggiormente diffusa), mentre abbiano osato qualcosa in più nei brani della seconda parte, decisamente più tirata e virata su toni heavy (“Stingin' Belle” e “Modern Magic Formula”, in cui la violenza dei Fugazi va a nozze con i ritornelli pop dei Foo Fighters), in cui si flirta con raffinati arrangiamenti sintetici come in “Skylight” o si scherza con melodie flamenco come in “Spanish Radio”.
Anche se gli episodi forse destinati al successo radiofonico sono quelli meno ambiziosi, come l'allegro power-pop alla Weezer di “Woo Woo” o “Black Chandelier”, che si avvicina pericolosamente allo stile degli ultimi Kings of Leon e Band of Horses.
A conti fatti “Opposites” è una prova superata a metà, un lavoro che se non altro tenta di tracciare nuove direzioni per la band scozzese, riuscendoci solo in parte, confermandone le potenzialità ma al contempo i (tanti) limiti.
(22/02/2013)