Pickwick

Can't Talk Medicine

2013 (Costant Artists)
soul-rock, blues

Una voce così non la sentivo da quando percorrevo le strade di campagna della piatta, nebbiosa, afosa, ripetitiva pianura padana. Quelle vie le percorro tuttora, ma un suono tanto pieno non lo ascoltavo da quei tempi.
Allora, accomodato sui sedili di una Fiat Tempra Sw di colore bordeaux, apprendevo che in quella terra che chiamavo America - meta delle mie fantasticherie predilette, costruite su una filmografia che premiava "Ritorno al Futuro" con il gradino più alto del podio - esistevano due gruppi, che a cavallo degli anni 60 e 70 - così diceva voce paterna - "andavano forte", lì negli States. Dunque ti ricordi di quel pezzo, quella canzone che prima delle altre rende chiara e intelligibile l'associazione con la band: "New Kid In Town" degli Eagles e "Proud Mary" dei Creedence Clearwater Revival. Ebbene, in un periodo storico attuale in cui precarietà e incertezza reggono il governo del pianeta - giocando paradossalmente con il significato che le stesse veicolano - i Pickwick da Seattle, WA mostrano invece estrema sicurezza e sincretismo nell'album d'esordio "Can't Talk Medicine", figurandomi nitidamente quei momenti passati.

Non esistono molti fronzoli per il sestetto guidato da Galen Disston, una delle voci maschili più fresche e sincere ascoltate negli ultimi anni; registrato in casa, come vuole la più pura tradizione folk americana, "Can't Talk Medicine" incarna lo spirito della musica rock, soul e blues statunitense, in un revival che non concede ossigeno ai sospiri di stupore, quanto invece fertilità per la crescita delle radici musicali made in Usa. Le espressioni di questo rock-blues possono essere gustate attraverso gli assaggi di organetto, basso e batteria in "Letterbox" e "The Shadow", dalle sonorità vicine ai popoli nativi americani, i Chinooki in quei territori del nord-ovest oppure quando si assaporano le pentatoniche di "Window Sill".

Lanciati dal singolo "Lady Luck", una piacevole drive-song che vede alla guida la voce sentimentale di Sharon Van Etten, i Pickwick costruiscono il primo lavoro isolandosi dalla restante produzione "rock" che caratterizza l'ultima decade statunitense, non pretendendo paragoni con il mainstream consolidato di Kings Of Leon, con il blues esplosivo di Jon Spencer o con la Mark Lanegan Band. I "giovani", in odore della prima età adulta, compongono intervalli musicali in cui alternano un soul-rock vicino all'Elton John a metà tra "Tumbleweed Connection" e "Goodbye Yellow Brick Road" ("Halls Of Columbia") e momenti à-la Creedence con "The Round", non esitando di mostrare riconoscenza alla band che più di tutte pare averne influenzato la natura: gli Eagles in "Hacienda Motel" e "Well, Well".

L'album ha l'odore del passato, ma è fiutato da un naso del presente: ogni traccia permette di intuire il momento dello stacco solista, l'assolo di tastiera o della più classica chitarra, che non arriva, lasciando l'aficionado ascoltatore basito osservatore dei circuiti radiofonici che sfregano le proprie mani con innaturale fervore. L'intensa "Brother Roland" ovvero il pianto sincero alla "Since I Have Been Loving You" degli Zeppelin, dove Disston fa pulizia delle "vocine" che popolano il mondo dell'indie-pop-rock attuale, mostra carattere, personalità e le notevoli capacità di gospel growl del frontman. Preghiera finale con "Santa Rosa" in cui voce ed organo attendono l'avvento dello xilofono e gli ululati finali da coyote delle foreste californiane.

Un rientro gradito per il genere soul-rock, in un'attualità piena di "bolle musicali" spesso e volentieri gonfiate all'inverosimile e strutturalmente inconsistenti; una bella scommessa anche per Costant Artists, l'etichetta losangelina che scrittura tra gli altri Spoon, Washed Out ed Explosions In The Sky, alla prova discografica del revival.

28/03/2013

Tracklist

  1. Halls Of Columbia
  2. The Round
  3. Hacienda Motel
  4. Well, Well
  5. Myths
  6. Brother Roland
  7. Letterbox
  8. The Shadow
  9. Lady Luck
  10. Can't Talk Medicine
  11. Staged Names
  12. Window Sill
  13. Santa Rosa 




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