La domanda che solitamente sorge spontanea, trovandosi al cospetto di un disco di sole cover, è: "Perché?". Ecco, nel caso di questo "Unlearned" di Scott Matthew, basta la sola rilettura di "Love Will Tear Us Apart" dei Joy Division per prendere in considerazione l'intero pacchetto. Avete capito bene, la più stucchevole, ridicola, colossale, fantastica, pacchiana, meravigliosa, pomposa, magniloquente, paradossale, sublime, vergognosa, istrionica, paradisiaca cover di sempre.
Perché, messa nelle mani del songwriter di Queensland, Australia, spazza in un solo minuto tutte le altre rivisitazioni che avrete potuto sentire dai tempi di Paul Young in "No Parlez" (veramente terribile quella) in avanti. Matthew gli aggiunge un intarsio di piano preziosissimo dal vago sapore Susanna And The Magical Band, la allunga di un minuto e la rende così struggente, dolcissima, devastante.
Alla fine dell'ora scarsa di registrazione in nostro possesso, "Unlearned" appare per quel che è: un'operazione coraggiosa, per un artista che avrebbe potuto continuare a giocare le carte della sua consolidata produzione. Invece no. Scott sforna quattordici cover apparentemente senza elementi in comune. Dai Bee Gees ai Radiohead, passando per i Jesus And Mary Chain, Janis Ian, Morrissey e Neil Young, l'umore dei riarrangiamenti è capace di costruire un perfetto monumento sonoro alla malinconia, con il solo ausilio della sua personalissima timbrica e sensibilità interpretativa.
Da "Smile" (scritta da Charlie Chaplin e originariamente interpretata da Nat King Cole) con l’inconfondibile voce di Neil Hannon dei Divine Comedy a duettare con Scott a "Help Me Make It Through The Night" di Kris Kristofferson, questa volta in duetto con il padre di Ian, tutto sembra costruire un affascinante itinerario alla scoperta delle zone d'ombra del background artistico del Nostro. Rod Stewart e John Denver compresi.
Il codice espressivo di Scott Matthew è quello conosciuto, costruito sulla straziante malinconia, sulla beffarda autoironia e sul sottile filo che divide la commedia dal dramma, e il dramma dal melodramma. Il risultato è dannatamente eccellente. Le sue doti di ammaliatore scuotono, spaventano, ma stupiscono soprattutto. Quasi mai il racconto dell'interprete corre vicinissimo alla strada tracciata dall'autore ("Unlearned" non è un titolo a caso) per umore o durata, molto spesso la distanza è enorme, e il risultato è quasi irriconoscibile.
Ma il risultato conduce volentieri in un'avventura ricca di sorprese ed emotivamente appagante. Prendete a titolo d'esempio "Darklands" dei Mary Chain. La versione originale qui perde il suo appeal 8o's à-la David Bowie berlinese e acquista nuovo fascino emotivo e letterario. Oppure la stupefacente "I Wanna Dance With Somebody" di Whitney Houston (mai retta, Whitney Houston), dove la partitura di piano annulla tutta la frivolezza synth-pop a vantaggio di una struttura à-la Baby Dee. Impensabile. Chi ama la regina del soul avrà da ridere. Le meraviglie di cui è in grado Scott Matthew, quindi, almeno per questa estate sembrano non essere ancora finite.
Quasi dimenticavamo, per i completisti anche le bonus track della versione digitale sono da leccarsi i baffi: "Anarchy In The Uk", "Shipbuilding", "Walk On By" e "Territorial Pissings".
12/06/2013