Band camaleontica, i The Men. Nel corso degli anni, hanno digerito noise-rock, post-hardcore, psichedelia, garage-rock e punk, approdando, con questo disco numero quattro, in pieno territorio rock, senza disdegnare punte country e cowpunk.
L’inizio, comunque, lascia un po’ perplessi, con quei coretti da summer-of-love annoiata e un andazzo complessivamente sornione (“Open The Door”). Ma è già con il brano numero due, “Half Angel Half Light”, che le cose si mettono a posto, presentandoci una sorta di Warren Zevon ruspante, con tanto di chitarre in wah-wah circolare sullo sfondo. Quello di “New Moon” è il sound di una band in perfetta sintonia con il tradizionalismo rock della sua terra, con un sound fatto di sudore, polvere e tanta fatica, una fatica che l’armonica della torrida “Without A Face” sembra voler mimare nelle sue forme più acute.
Attorno al nucleo base formato dal chitarrista Nick Chiericozzi e dal bassista Mark Perro, con il batterista Rich Samis nelle retrovie, si sono raccolti i nuovi arrivati Kevin Faulkner (alla lap steel guitar) e Ben Greenberg, che qui, oltre a suonare alcune parti di basso, si è occupato della produzione. Un gruppo di amici che, senza molti grilli per la testa, mette in piazza le sue passioni per le buone, vecchie ballate (“The Seeds”, “Bird Song”), per le ragnatele elettriche attorcigliate intorno al santino di Neil Young & The Crazy Horse, a mostrare finanche barlumi di un romanticismo di frontiera (“I Saw Her Face”), un romanticismo che nel bozzetto in punta di piedi di “High And Lonesome” trova la sua espressione più diretta e sdolcinata, cui fanno da contraltare le inquiete filigrane della lunga “Supermoon”.
L’impatto rumoroso e garagista del passato rivive, invece, nelle trame assordanti e oltranziste di “The Brass”, nel power-pop di “I See No One” e in quello, lanciato a folle velocità sulle highway, di “Electric”. E ci sono anche i Dinosaur Jr. che in “Freaky” contribuiscono a comporre un mosaico tutto sommato accattivante e sincero.
27/03/2013