Mentre prospera ormai da qualche tempo il revival della minimal-wave di inizio anni Ottanta, spesso con risultati egregi come nel caso dei gruppi di casa Wierd, è un fatto più recente la riscoperta delle sonorità electro-industriali.
Si sta infatti sviluppando un microcosmo che, per atmosfere e sonorità, si pone un po' di traverso rispetto ai garbati synth di Xeno & Oaklander e Frank (Just Frank), collocandosi su di un crinale tra il rumore industriale e una body music dove il corpo non è solo quello elettronico ma anche quello che si dimena sui dancefloor.
I primi a riscoprire questo mondo sono stati probabilmente i //TENSE// di Houston, autori di una manciata di cd e vinili, tra cui l'Ep "Escape" per la Mannequin Records, un bel concentrato di old school ebm e atmosfere carpenteriane; artista affine a loro è senz'altro By Any Means Necessary, dalla North Carolina, l'alter ego di Sam Witherspoon: il suo progetto si muove su coordinate sonore affini a Front Line Assembly e Front 242.
Guardano in direzione della prima ebm di Nitzer Ebb & c. anche i Light Asylum, di stanza a Brooklyn, autori di un potente Ep d'esordio ("In Tension", 2010) e di un full-length purtroppo meno esaltante; la lista potrebbe continuare e più in là nel tempo sarà interessante fare il punto della situazione su questa "scena".
Tra i fautori del rinnovato interesse verso queste sonorità vi è una "vecchia volpe" come Douglas McCarthy dei citati Nitzer Ebb: lui e la moglie hanno infatti ospitato, per un paio di anni, le esibizioni di alcuni di questi artisti nella loro galleria "notturna" Show Cave, in quel di Los Angeles. Ed è proprio da LA che arrivano gli Youth Code, duo composto da Ryan George e Sara Taylor, che si incastra alla perfezione in questo micro-filone.
Flirtano con l'industrial ma il loro background è quello del punk (Ryan cantava nei Carry On e negli Adored); coerentemente con l'etica do-it-yourself, si sono formati un po' per caso, registrando il loro demo una settimana prima del loro concerto d'esordio, semplicemente "smanettando" con la loro strumentazione e facendo leva su un'innata predisposizione a canalizzare la propria rabbia in musica. All'inizio di quest'anno è stata quindi pubblicata la prima release ufficiale: un 7'' per la Angry Love Productions, label di proprietà di Genesis P. Orridge e Edward O'Dowd.
Ora è giunto il momento dell'esordio su full-length per la Dais Records, etichetta che appare decisamente appropriata: il suo catalogo include infatti sia preziose ristampe di early-industrial (oltre al già citato Genesis P. Orridge, troviamo lavori di artisti come Maurizio Bianchi, Missing Foundation e Ghédalia Tazartès) che band contemporanee (meritatamente) sulla cresta dell'hype più "dark": Cold Cave, Iceage, Cult Of Youth e altri ancora; un roster di tutto rispetto a cui ora si vanno ad aggiungere i deliri al vetriolo di questi due terroristi sonici.
"Let The Sky Burn" è il grido di battaglia con cui si apre il disco: il brano, incandescente come il metallo che cola in un freddo stampo, graffia con i suoi rumorismi un battito pulsante che sovrasta il campionamento di un discorso della pacifista Dahlia Wasfi: gli YC non fanno certo parte della "maggioranza silenziosa".
L'electro-goth degli Youth Code si sviluppa quindi lungo episodi industrial-rock (la ministry-ana "What Is The Answer?") e brani protesi verso una metal-dance più che mai harsh ("No Animal Escapes", "Distorted Views"), delineando un mondo apocalittico dove l'ascoltatore, nella sua fuga tra i vicoli di una metropoli post-atomica, è inseguito da nuovi barbari al ritmo di percussioni di metallo e silicio.
Tre canzoni del demo sono state ri-registrate ("Sick Skinned", l'anthem "Destroy, Said She" e la citata "What Is The Answer?"): il loro suono è stato leggermente ripulito ma - Ryan e Sara ci tengono a precisarlo - non è musica pensata per i club, come non lo erano il punk e l'industrial a cui i due si rifanno.
Il risultato evoca le migliori produzioni della Wax Trax, la storica etichetta statunitense che licenziò oltreoceano i lavori di KMFDM, Coil e Laibach.
Musica intransigente, a livello sonoro ma anche tematico, che colloca i nostri sulla scia di "cattivi maestri" come i seminali Skinny Puppy, perfetta per sedurre gli amanti del rumore delle macchine e del caos in musica.
(30/10/2013)