Ray LaMontagne

Supernova

2014 (Columbia)
folk, psych, beat

Mi sono reso conto solo adesso che sulle pagine di OndaRock non c’è mai stato spazio per il talento di Ray LaMontagne, già autore di quattro ottimi album di cantautorato americano in bilico tra roots, soul e psichedelia. Voce calda e suadente, arrangiamenti abili nel mettere insieme country alla Paul Simon, psych-folk alla Beck e un pizzico di Van Morrison che non guasta mai, l'autore è riuscito a conservare un profilo artistico interessante e mai banale, convolando finalmente a nozze con una band stabile capace di sottolineare le sue raffinate e beffarde ballad.

Va subito chiarito che Ray LaMontagne non usa diversivi per allargare la sua audience: la schiettezza è il suo biglietto da visita e l’invito di “Supernova” è ancora una volta allettante. Il precedente album “God Willin' & The Creek Don't Rise”, con il suo appeal leggermente più vicino al Neil Young di “Harvest”, resta il suo più completo e variegato campionario lirico. Le canzoni di “Supernova” non sono però frutti recenti, ma pagine raccolte in un lasso di tempo più lungo, che avevano bisogno di trovare una collocazione adatta al loro fascino più indolente e maliziosamente psichedelico, che la produzione di Dan Auerbach sottolinea con raffinatezza e ingegno.
Ray non ha mai affidato alle sue innegabili qualità vocali le fortune dei suoi album, anzi ha spesso cambiato le regole del gioco per non fare di ogni disco un gustoso insieme di cliché e buon gusto: l’azzardo che anima “Supernova” è la volontà di confrontarsi con quella vellutata psichedelia che si agitava dietr o gli Zombies e perfino i primi Pink Floyd.

Quello che ne viene fuori quindi è un lavoro che oltre alle pagine più classicamente cantautorali offre altre inedite soluzioni di songwriting: così si passa da un folk-etnico alla Paul Simon (“Airwaves”) al delizioso esotico country alla Dion/Roy Orbison di “No Other Way”. Già le note dell’iniziale “Lavander” mettono in mostra uno spirito più estivo e dilettevole.
Il fascino retrò di molte canzoni sposta l’asse verso l’epoca d’oro dei Byrds e dei Turtles con piccoli accenni a quel country-rock anni 70 che ha dato fortuna e gloria a Eagles e Tom Petty (in particolare la title track “Supernova”), mentre un inatteso gioiellino “Julia” sposa i Them e Syd Barrett, dando uno slancio vitale all’intero progetto, con la stessa energia che in modo più soft e malinconico pervade la lennoniana “Pick Up  A Gun”.

Il surf rivisitato dal Paisley Underground di “Ojai” e la trascinante semplicità folk-pop di “Drive-In Movies” aggiungono altri spunti di piacere e riflessione sulla sua figura artistica e ci suggeriscono di recuperare un po’ di quel trascorso dell’artista che, forse senza volere, abbiamo messo da parte, convinti che si trattasse dell’ennesima meteora. È un piacere immenso sapere che ci siamo sbagliati e che mai avremmo pensato di affidare la nostra estate a dieci nuove canzoni di Ray LaMontagne.

01/07/2014

Tracklist

  1. Lavender
  2. Airwaves 
  3. She's The One
  4. Pick Up A Gun
  5. Julia
  6. No Other Way
  7. Supernova
  8. Ojai
  9. Smashing
  10. Drive-In Movies


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