ROME

A Passage To Rhodesia

2014 (Trisol)
neo-folk

Dopo l'approfondimento introspettivo di "Hell Money" (2012), il sempre prolifico Jerome Reuter riporta la sua narrazione in territori di guerra, andando a trattare il conflitto che ebbe luogo in Rhodesia tra il 1964 e il 1979, la cosiddetta "Bush War".
Cos'era la Rhodesia? La Rhodesia fu uno stato - non riconosciuto a livello internazionale - autoproclamatosi nel 1965, nel tentativo di sfuggire al suffragio universale che le altre ex-colonie britanniche stavano acquisendo in quel periodo. Una simile decisione diede il "la", in un contesto più che mai teso, agli scontri tra le forze del governo "bianco" (che vedevano comunque nelle proprie fila un cospicuo numero di soldati di colore) e due gruppi armati di stampo comunista/marxista: lo Zanla (Zimbabwe African National Liberation Army) di Robert Mugabe e lo Zipra (Zimbabwe People's Revolutionary Army) di Joshua Nkomo.

Oggi basta guardare una cartina dell'Africa per vedere come, in loco della Rhodesia, vi sia lo Zimbabwe: la vittoria delle forze di liberazione portò infatti, dopo una breve transizione, alla creazione del nuovo stato, dove Mugabe è tutt'ora al potere.
Ma questa è, appunto, un'altra storia: Rome in questo lavoro si concentra invece sull'epica del vinto, ovvero gli eredi dei coloni europei, in un concept che - complice l'edizione "speciale" - assume i tratti di un vero e proprio amarcord multimediale. Un cofanetto stampato in 1000 copie contenente due cd, un 10'', poster, cartoline della Rhodesia etc. (su Amazon è comunque possibile acquistare anche i soli Mp3, in edizione "cd singolo").

L'album si apre con l'intro rumorista "Electrocuting An Elephant", che lascia spazio dopo pochi minuti alla dark-wave di "The Ballad Of The Red Flame Lily": la voce calda di Jerome è assoluta protagonista, in un brano che si fissa subito in testa, una ballata malinconica che porta alla mente la memorabile "Swords To Rust-Hearts To Dust" (da "Flowers Of Exile", 2009).
Con "One Fire" il folk da minimale diviene guerresco, in un crescendo epico, complici le marziali percussioni che ritroviamo anche nell'evocativa "A Farewell To Europe", mentre ci viene narrata la breve ma tormentata storia della Rhodesia. Sembra in effetti un "ritorno alle radici", il riappropriarsi di un sound neo-folk, più che mai azzeccato dato che coincide con l'incisione di alcuni dei suoi brani più riusciti.
Il tutto avviene, come sempre, nel segno di un mood marcatamente intimista; anche se - novello Salgari - l'artista lussemburghese canta di territori che non ha mai vissuto. Le vicende sono narrate in prima persona ("In A Wilderness Of Spite"), ma senza prendere posizioni, optando invece per un ruolo di cronista, appassionato non tanto agli ideali politici ma a quelli degli esseri umani coinvolti nel conflitto.

Dare voce agli sconfitti di questa guerra, narrare la loro storia: questo è appunto l'intento di Rome. Un compito affrontato con piglio mai banale, sia nella scelta del tema (una guerra sconosciuta ai più), che nelle sonorità adottate per realizzare questo "racconto" (un riuscito mix di cantautorato, folk battagliero e suggestioni "esotiche").
La citata special edition contiene un secondo cd dove i campionamenti che puntellano i brani del primo disco (frammenti sonori dell'epoca) si fondono con rumorismi ambient, dodici brani sperimentali che vanno a comporre una suggestiva soundtrack, ideale compendio delle tormentate ballad di cui sopra.
Uno dei lavori più riusciti e ispirati di questo musicista, in egual misura epico e malinconico, e senza dubbio uno dei migliori dischi del filone usciti nel 2014.

10/11/2014

Tracklist

  1. Electrocuting An Elephant 
  2. The Ballad Of The Red Flame Lily 
  3. One Fire 
  4. A Farewell To Europe 
  5. The Fever Tree 
  6. Hate Us And See If We Mind 
  7. The River Eternal 
  8. A Country Denied 
  9. Lullaby For Georgie 
  10. In A Wilderness Of Spite 
  11. Bread And Wine
  12. The Past Is Another Country

ROME sul web

Tutte le recensioni su OndaRock
ROME
Gates Of Europe

Lo straziente concept-album del progetto di Jérôme Reuter, dedicato ai martiri ucraini

ROME
Hegemonikon

Il neofolk del prolifico musicista lussemburghese si apre al freddo suono dei sintetizzatori

ROME
Parlez-Vous Hate?

L’artista lussemburghese torna con un nuovo album che prende di mira il politicamente corretto

ROME
Hansa Studios Session II

Il musicista lussemburghese registra una session dal vivo nel leggendario studio berlinese

ROME
The Lone Furrow

Il musicista lussemburghese in una lucida critica al mondo moderno, un atto di resistenza nell'era del Kali Yuga

ROME
Le Ceneri di Heliodoro

Jérôme Reuter realizza una poetica meditazione sulla crisi che attanaglia il continente europeo e tutto l’Occidente

ROME
The Dublin Session

L’artista lussemburghese per la prima volta alle prese con la musica folk irlandese

ROME
Hall Of Thatch

Jérôme Reuter torna con un nuovo disco per Trisol, ispirato a un viaggio in Vietnam

ROME
The Hyperion Machine

Il ritorno di Jerome Reuter, cantore neofolk del nuovo millennio

ROME
Hell Money

La definitiva metamorfosi cantautorale del principe del neo-folk

ROME
Die Aesthetik Der Herrschaftsfreiheit

L'opera monumentale e instabile dell'artista lussemburghese

ROME
Flowers From Exile

Puntuale nuova uscita per il prolifico progetto dark-folk del songwriter Jerome Reuter

ROME
Masse Mensch Material

La dark-wave dell'artista lussemburghese, alla terza prova

ROME
Confessions d'un Voleur d'Ames

Secondo, intenso album per la nuova stella della scena dark europea