Death Grips

Jenny Death: The Powers That B Disc 2

2015 (Third Worlds)
experimental & abstract hip-hop

“Jenny Death”, seconda parte del doppio “The Powers That B”, segna un ritorno ai momenti più intensi e creativi dell’avventura Death Grips. Se il primo episodio, “Niggas On The Moon”, era poco più che un “giochino manierista”, con questa nuova manciata di brani (magnificamente prodotti) i tre californiani passano in rassegna uno spettro di emozioni che vanno dalla rabbia (l’isteria hardcore di “I Break Mirrors With My Face in the United States”) alla depressione, consegnandoci con “On Gp” (che passa da sincopi psycho-garage a spinte anthemiche improntante a una malinconia strisciante) uno dei messaggi più intimi e sinceri della loro carriera: “Last night, 3:30 in the morning, Death on my front porch/ Can feel him itching to take me with him, hail death, fuck you waiting for/ Like a question no one mention, he turns around, hands me his weapon/ He slurs, 'Use at your discretion, it's been a pleasure, Stefan”.

Annunciato come il loro ultimo lavoro (ma con loro, lo sappiamo, non è mai detta l’ultima parola!), “Jenny Death” trova nuova linfa vitale in una rinnovata sinergia tra il flow irruente di Mc Ride, le macchine follemente raziocinanti di Flatlander e la batteria di Zach Hill. Proprio quest’ultima è al centro delle costruzioni più vicine all’estetica rock: “Why A Bitch Gotta Lie” (che imbarca anche espressionismo Kraftwerk e piglio clownesco), “Beyond Alive” (proiettata verso arene iper-eccitate lungo stroboscopie innodiche) e “Centuries of Damn”, che espone una delle loro visioni più dilatate, con tanto di chorus dronante.

Altrove, se brani come “Pss Pss” o la conclusiva “Death Grips 2.0” risalgono, con risultati tutt’altro che memorabili, ai giochini electro-hop di “NO LOVE DEEP WEB”, il caos minaccioso di “Turned Off”, le selvagge scariche, in un clima allucinato, di “The Powers That B” e, soprattutto, le trame informi di “Inanimate Sensation” (un brano in cui il livello di manipolazione si innalza paurosamente, conducendoci lungo impervie ascensioni e rovinosissimi precipizi) rincarano la dose in fatto di strutture dinamitarde. Dovessero anche mettere fine alla loro avventura, ci lasciano almeno con il loro disco più bello dai tempi di “The Money Store”.

01/04/2015

Tracklist

  1. I Break Mirrors With My Face in the United States
  2. Inanimate Sensation
  3. Turned Off
  4. Why a Bitch Gotta Lie
  5. Pss Pss
  6. The Powers That B
  7. Beyond Alive
  8. Centuries of Damn
  9. On GP
  10. 1Death Grip 2.0

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