"The Psycho Kinder Tapes" è il secondo disco degli Psycho Kinder, moniker dietro al quale si nasconde il vocalist e paroliere Alessandro Camilletti, anche qui coadiuvato da Michele Caserta, addetto al lavoro di missaggio. L'artwork, come di consueto, viene invece affidato a Marco "El Topo" Luchetti, che come per il disco esordio ("Il tramonto dell'evidente") sceglie anche in questo caso una veste grafica minimale. Per il loro secondo Lp, gli Psycho Kinder vengono inoltre affiancati da una serie di autorevoli musicisti della scena underground, come Ali Salvioni (Settore Giada), Ludovico Padovan (Wanda Wulz), Miro Snejdr (Death in June) e Giovanni Leonardi (Carnera), dimostrando una notevole raffinatezza compositiva, capace di inglobare le cupe parole di Camilletti ai turbinosi vortici darkwave che imperversano sullo sfondo.
Si inizia senza inchini con le spoken-word al vetriolo di "Stato di violenza", frutto della collaborazione con Ali Salvioni, il quale stende un intricato background sonoro al feroce j'accuse di Alessandro Camilletti ("Vorrei violare questo stato di violenza permanente/ che chiamano pace/ vorrei decapitare chi detiene il potere/ e la servitù incapace"). Le voci in tedesco di Martin Heidegger, padre putativo della filosofia esistenzialista, contribuiscono a forgiare un clima altamente claustrofobico, con le basse temperature dei sintetizzatori che cristallizzano successivamente anche la robotica klingklang-musik di "Oltre il tempo".
L'allarmante coldwave strumentale di "Psycho Kinder" viene invece concepita nelle menti di Giorgio Mozzicafreddo e Michele Caserta, che offrono un inquietante preludio a "Vivo e invisibile (Miro Snejdr Remix)", in cui Camilletti assieme all'ospite dei Death in June si scaglia con veemenza su "il calco del vuoto/ che chiamano moda/ le vetrine della banalità/ in cui si specchiano per riconoscersi". Si tratta di una convinta apostasia verso la società dei consumi, tanto che in "Inviolabili e sacri" il tema portato sul banco degli imputati è proprio quello dell'alienazione dell'uomo moderno, divenuto ormai una cosa tra le cose ("parliamo senza comunicare/ come automi in un circo tecnologico").
Nel flusso darkwave di "With Usura" viene poi mutato in musica anche il "Canto XLV" di Ezra Pound con la voce narrante dello stesso poeta, il quale dà all'hybris dell'usura un significato quasi ecumenico, inglobandovi qualsiasi attività economica basata sull'altrui sacrificio dalla quale l'individuo può trarre un profitto. Gli Psycho Kinder tentano quindi un'altra via d'uscita con l'ossessione sincopata di "Viaggio allucinato", scoprendo poi come la ricerca dell'indentità e il continuo divenire dell'essere si scontrino inevitabilmente con il nichilismo del mondo occidentale. È una visione del vuoto nichilista che si lega tuttavia alla concezione dell'eternità come intesa dal filosofo Emanuele Severino, le cui idee vengono poi sublimate nella strumentale "Il tramonto dell'evidente (Carnera Remix)".
Ludovico Padovan dei Wanda Wulz lascia invece la sua impronta nel capitolo conclusivo ("Essere"), in cui la presa di coscienza dell'eterno "cerchio dell'apparire" severiniano appare definitiva ("la vita ci illude, ci irride e ci seduce/ e a volte ci mostra nel chiarore di una penna/ l'eterno conflitto dell'indivisibile in cui l'uomo si smarrisce").
È senza dubbio una soluzione intelligente e interessante quella offerta dagli Psycho Kinder, che partendo dai modelli compositivi dei vari Pholas Dactylus, Offlaga Disco Pax e Massimo Volume, hanno saputo creare una darkwave dai toni cupi e austeri, capace di scavare nei demoni delle periferie ed esorcizzare gli effetti del consumismo sull'inconscio collettivo.
02/07/2016