Jamie Stewart non è mai stato un musicista facile da prevedere, ma ultimamente si è superato. La discografia dei suoi
Xiu Xiu è piena di angoscia e inquietudine, nonostante "
Always" (2012) avesse fatto intuire un flirt possibile con il pop-rock. "
Angel Guts: Red Classroom" (2014) scacciò via quella possibilità, tornando a suoni lugubri e atmosfere raggelanti. Quello che è venuto dopo è stato un esempio perfetto di imprevedibilità: fra le altre cose, una raccolta di spiritual e
field recordings come "Unclouded Sky", pubblicata in occasione del Record Store Day del 2014, la musicassetta di "Respectful & Clean", una lunga escursione nei
field recordings come "Tired Of Your World... Peru" (2015), un album suonato unicamente da vibratori come "Kling Klang" (2015) e infine questa rilettura parziale della
colonna sonora che
Angelo Badalamenti scrisse per "
I segreti di Twin Peaks", il serial televisivo cult del 1990-1991.
Approcciarsi a questa rilettura è tanto difficile quanto stimolante. Da una parte, c'è il timore reverenziale per una delle più famose e celebrate
soundtrack degli ultimi trent'anni; dall'altra, la curiosità di capire quale versione possa aver consegnato a noi ascoltatori una formazione come gli Xiu Xiu.
Sgombriamo il campo da un'obiezione che potrebbe sorgere in chi legge: nessuna rilettura potrà togliere il piacere di ascoltare i classici di Badalamenti, dunque nessuna violenza è perpetrata ai danni di musiche già da tempo entrate nella cultura popolare. Chi vorrà riascoltare ancora una volta l'originale potrà farlo dopo quest'opera degli Xiu Xiu e dopo qualsiasi altra rilettura, stravolgimento e rifacimento possibile e immaginabile.
Detto questo, è difficile procedere all'ascolto senza confrontarsi con i classici di inizio anni Novanta, quantomeno per capire cosa è stato esaltato e cosa invece è stato escluso. Le musiche di "Twin Peaks" trovavano nella loro fusione di inquietudine e bellezza una dimensione surreale, un'ambiguità unica che ben si sposa con l'arte visionaria di
David Lynch.
Quello che negli originali era suggerito qui viene rivelato. La tavolozza dei colori è decisamente più intensa, l'eleganza lascia spazio alla violenza o alla desolazione. Gli aspetti più romantici degli originali sono accantonati in favore di una maggiore propensione al lugubre, all'assordante e al tetro. La componente smooth scompare in favore di tappeti dark-ambient e assalti noise. La band esalta gli aspetti più inquietanti di quelle musiche senza farne scomparire del tutto l'ambiguità.L'iniziale e sognante "
Laura Palmer's Theme" è così una versione più tesa ma non meno struggente della sua versione classica. Il sussurro di "Into The Night" è avvolto da miasmi noise, mentre la voce malinconica è qui ectoplasmatica e inquieta. Lo smooth-jazz della "Audrey's Theme" è sospinto da arpeggiatori galattici, mentre la tensione della "Packards' Vibration" diventa il pretesto per una deflagrazione cacofonica.
"Sycamore Tree" slitta dal desolante dell'originale allo straziante di questa nuova incarnazione. L'ultraterreno "Harold's Theme" diventa un magico, toccante, disperato pianto per pianoforte e scorie rumorose. "Dance Of The Dream Man", dal soffuso jazz di tensione che era, scopre una nuova identità, caratterizzta da una coda assordante in pieno noise-rock. "Falling", la versione cantata del famoso tema d'apertura, è il piccolo gioiello dell'album: una ballata distorta che coniuga la vibrante emotività degli Arcade Fire con la maestosità sinfonica di un rumorismo avvolgente.
Suona più scontato il blues-rock spaccatimpani di "Blue Frank/Pink Moon", mentre sfociano nel prolisso i momenti dark-ambient di "Nightsea Wind" e "Love Them Farewell", che conservano la lentezza che fu di Badalamenti in un contesto sonoro decisamente più ostico. In chiusura, “Josie’s Past” riporta un dialogo inquietante di quasi 8 minuti, che riporta alla mente le angoscianti confessioni dei Suicide e mette a dura prova l'ascoltatore.
Operazione coraggiosa, quella degli Xiu Xiu, che permette di immaginare nuovamente dei classici e osservare con prospettive nuove, come da un'altra angolazione, musiche che già conosciamo e amiamo. Non si tratta di semplice nostalgia, né di una divertita rivisitazione: "Plays The Music Of Twin Peaks" cerca di far emergere alcuni aspetti della natura profonda di una musica ammaliante e inquietante, suonando al contempo come un tributo all'immaginario indimenticabile che David Lynch ha saputo creare.