Kingdom

Tears In The Club

2017 (Fade To Mind)
post-club, electro

Onestamente, le aspettative a questo giro erano forse troppo alte. Negli ultimi anni, il collettivo losangelino Fade To Mind si è imposto sulla scena underground come una sorta di faro nella notte per la multirazziale comunità post-club, ma anche per quelle frange queer rimaste ancora una volta chiuse fuori dal pinkwashing dei più avanzati paesi Occidentali. Le decine di nomi associati all'etichetta hanno quasi sempre dato i propri frutti; innanzi tutto, tramite la Fade, ha visto la luce uno dei documenti definitivi dell'r&b elettronico del decennio in corso - "Cut 4 Me" di Kelela - ma le frequentazioni hanno toccato anche le frange elettroniche più disparate, da Nguzunguzu, Bok Bok, NA e Fatima Al Qadiri fino alla sfrontata scena ballroom di MikeQ e Leonce, passando per la poli-transformer D∆WN.

Spettava a Kingdom, fondatore del movimento, fare il passo lungo e mandare alle stampe un Lp capace di decodificare il verbo ma, allo stesso tempo, espanderlo verso un pubblico possibilmente più ampio. Compito ingrato, va detto, ma che lui ha comunque eseguito al meglio delle possibilità, tentando di non snaturarsi. "Tears In The Club" di suo è già un titolo alquanto emblematico, ma perfettamente calato nell'ottica della scena nella quale molti di questi personaggi si muovono. Come ha detto lui stesso:

Non sono mai stato a mio agio nell'esprimere il lato più femminile di me stesso in pubblico, preferisco quindi che sia la musica a parlare
Per i frequentatori delle serate di casa Fade, il club non è solo un luogo di estetizzante divertimento come ai dorati tempi dello Studio 54, quanto piuttosto un posto d'incontro e di scambio, dove poter vivere ed esprimere la propria identità in libertà e sicurezza. Con tale carico emotivo alle spalle, non c'è quindi da stupirsi se ogni tanto ci scappa pure qualche lacrima. La bellissima title track, infatti, è uno dei momenti migliori del disco, scorre sinuosa e solitaria con i suoi sample lasciati a galleggiare misteriosamente nell'etere. "Nurtureworld" utilizza invece una linea vocale soffocata da effettistica in aria eurodance, mentre l'intermezzo "Haunted Gate" scivola via quasi in silenzio, e il crash elettronico di "Into The Fold" dà vita a una sorta di r&b veramente scheletrico.

Chiamare Syd e SZA a dar man forte su un paio di pezzi è invece il modo col quale Kingdom tenta di avvicinarsi a una vaga forma-canzone. La pastosa voce di SZA ben si adagia alle calde atmosfere chillout di "What Is Love", e soprattutto sulla più obliqua "Down 4 Whatever", mentre Syd si crogiola un po' troppo sulle atmosfere da camera da letto di "Nothin" - in questo caso, è meglio la versione "Club Mix" presente come bonus track a fine disco.
Il risultato è un ascolto snello, morbido e a tratti sicuramente intrigante, ma che lascia un po' da parte il lato più spigoloso dei beat coi quali Kingdom ci aveva abituati in passato, in particolar modo lo storico Ep "Vertical XL", senza con questo riuscire mai a toccare veramente le vette emotive raggiunte in passato con altri vocalist.
Non esattamente popular, né particolarmente ballabile, "Tears In The Club" si muove in una terra di mezzo che può suonare anche affascinante, ma che - a seconda dell'umore - assume pure le sembianze di uno strano "né carne né pesce". Ciononostante, un nome - e un'estetica - sempre da seguire.

08/03/2017

Tracklist

  1. What Is Love feat. SZA
  2. Each & Everyday feat. Najee Daniels
  3. Nurtureworld
  4. Breathless feat. Shacar
  5. Tears In The Club
  6. Hauted Gate
  7. Nothin feat. Syd
  8. Into The Fold
  9. Timex
  10. Down 4 Whatever feat. SZA
  11. Nothin (Club Mix) feat. Syd




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