Ritornano i Mastodon dopo soli pochi mesi con un nuovo Ep, intitolato "Cold Dark Place". I brani che lo compongono provengono tutti dalle sessioni di registrazione di "Once More 'round the Sun" del 2014, tranne per la canzone "Toe To Toes" che invece proviene dall'ultimo "Emperor of Sand". Tutti sono farina del sacco di Brent Hinds, che li aveva inizialmente scartati per poi volerli ri-registrare meglio, rendendo di fatto l'Ep praticamente un suo lavoro solista.
Gli umori crepuscolari contribuisono a rendere l'atmosfera malinconica e avvolgente, ma gli americani ci mettono del loro per dare anche un tocco psichedelico in più che rende l'ascolto onirico. È evidente l'influenza del progressive-rock, con richiami a Rush e Pink Floyd a dare sapore ai pezzi, non disdegnando influenze space-rock più vicine a gruppi come gli Hawkwind. In particolare, la mesta title track finale è esemplificativa da questo punto di vista, un sognante ed etereo intreccio di chitarre acustiche su cui si adagiano timidi accenni di tastiera e la voce rauca di Hinds. Il lato vocale è a nostro giudizio l'aspetto più debole, poiché nel trio vocale dei Mastodon il più talentuoso ed espressivo è sempre stato Troy Sanders. Ma ciò non vuol dire che Hinds non sappia dare prova di adattamento e conferire caratterizzazione ai toni più cupi e dimessi.
L'ottima "North Side Star" colpisce dritta al centro l'ascoltatore fra armonizzazioni in salsa Rush e attacchi stoner-blues-rock degni dei Clutch, il tutto intinto in un substrato acustico da ballata psichedelica. Su queste ultime coordinate si posiziona anche la midtempo "Blue Walsh", che si sviluppa con tonalità molto catchy e bluesy, ma senza rinunciare a stratificazioni sonore e a tecnicismi che mettono in mostra l'abilità dei musicisti, e con una prova vocale di Dailor particolarmente espressiva. "Toe To Toe", invece, è più schitarrata ed energica, ricca di effettistica ma penalizzata da un lato canoro non particolarmente incisivo e da un missaggio che affoga un po' i riff.
Sono pur sempre brani "outtake", e complessivamente mancano quei guizzi estrosi che avevano fatto la fortuna dei primi Mastodon, così come non si raggiungono i vertici delle rifiniture negli arrangiamenti di "Once More 'round the Sun". Ma questo Ep lo promuoviamo, come antipasto in attesa di un futuro lavoro, che magari sappia venire incontro alla direzione semplificata di "Emperor Of Sand" senza risultare banale, o che recuperi i tratti più progressive senza sembrare eccessivo e ridondante.
Menzione speciale per i testi, molto espressivi ed emozionali, senza scadere nell'artificiosità.
02/11/2017