Anche il diamante più prezioso deve essere lucidato per poter risplendere ed emanare luce: ne è ben consapevole Shara Worden (ora ribattezzata Shara Nova), che nell'arco di quattro album pubblicati tra il 2006 e il 2014 ha proposto due album di remix, nel tentativo di donare fascino a una materia sonora ambiziosa e ricca di delicata malinconia. Era infatti tirato a lucido anche "This Is My Hand", un progetto che, pur mostrando i primi indizi di ruffianeria, offriva un'intelligente calibratura tra ritmo e ricerca armonica.
Il ritorno di Shara Nova - il cambio di cognome è avvenuto nel 2016 dopo essersi separata dal marito - è legato indissolubilmente al concetto di caos, un'attitudine creativa che aveva fatto sì che le similitudini con Björk, Kate Bush, Soap & Skin, St Vincent e Portishead non ostacolassero l'inventiva del progetto My Brightest Diamond. "A Million And One" si nutre anch'esso del caos, ma questa volta dietro la maschera si cela un vuoto creativo che lascia un attimo interdetti.
La prima impressione è che la musicista americana voglia cimentarsi con le tentazioni del dancefloor omaggiando la natia Detroit (dove è rientrata lasciando New York), ma è solo una timida impressione, suggerita da alcuni titoli festosi e spensierati ("It's Me On The Dance Floor", "Champagne"). Non c'è infatti nulla che strattoni il bacino dalle comodità del divano o di una sedia. Non basta aver affidato la produzione ad Anthony Christopher Khan aka The Twilite Zone (Gorillaz, Kanye West): le pulsioni dance-pop di "It's Me On The Dance Floor" sono tiepide, mentre il beat algido e ossessivo di "Champagne" è talmente impersonale da risultare imbarazzante.
Il matrimonio tra art-pop ed elettro-funk non sempre funziona, ma non mancano intuizioni geniali, come il minimal-funk quasi spettrale di "Mother" e il suggestivo gioco di percussioni che dona un'atipica sensualità a "Sway". A volte, Shara Nova insegue le pulsioni soul di Joan As Police Woman ("Rising Star", "A Million Pearls"), azzarda improbabili fusioni funk-rock ("You Wanna See My Teeth"), cita tra le sue nuove fonti d'ispirazione Patti Smith ("White Noise") e Stevie Wonder ("Supernova"), senza mai catturarne né l'essenza né la grandezza.
"A Million And One" non è un brutto album, ma tutta quella magia che aleggiava nel progetto My Brightest Diamond è sospesa come in un limbo, in attesa di essere liberata dalle gabbie degli arrangiamenti, privi di originalità e spessore. Un ritorno ricco di luci e ombre.
14/12/2018