L’inizio del 2018 è certamente da ricordare per il compositore americano Rafael Anton Irisarri; due nuovi album in appena un mese che denotano un'urgenza comunicativa che, se da un lato poco aggiunge alla sua ricca discografia che da vari anni lo ha già consacrato come uno dei musicisti principali della scena elettronica mondiale, dall'altro sottolineano un nuovo momento della sua carriera, prolifico e debordante di idee e passione.
Se lo straordinario “The Shameless Years” ha dato vita al requiem elettronico di “Midnight Colours”, figlio degli anni che hanno creato le premesse alla simbolica mezzanotte dell’umanità, “Sirimiri” (una parola basca traducibile in pioggerella o piovasco) sembra l’album dell'espiazione e del perdono, della fine che è anche un nuovo inizio, come una pioggia che lava e rigenera. Una sorta di redenzione con sguardo rivolto alle macerie di un passato che ha ridotto il mondo in polvere. Irisarri placa la rabbia e si mette a contemplare ciò che è stato senza rimpianti, come un osservatore esterno che vede speranzoso una seconda opportunità. Non più un’elegia funebre ma un inno alla rinascita.
Viene accentuato l’aspetto di una registrazione volutamente obsoleta con loop di synth e chitarre che si sovrappongono mantenendo ad alti livelli la consueta capacità descrittiva di Irisarri. Collaborano a “Sirimiri” Carl Hultgren del duo Windy & Carl in “Sonder” e il meno noto musicista ambient Taylor Jordan in "Mountain Stream". Sono solo quattro i brani della rinascita e tra questi spicca l’iniziale “Downfall”, emblematica sin dal titolo, struggente nelle atmosfere ma maledettamente nostalgica della discografia pregressa di Irisarri. Solito drone che cresce imponendosi sempre più fino a raggiungere livelli di passione ed emotività che pochi musicisti ambient possono permettersi. La grandezza qui sta nell’attenzione del dettaglio che dà l’impressione che ogni drone non sia in effetti identico al precedente, ma sempre diverso e sempre più straziante e sontuoso allo stesso tempo; la disperazione e la grandezza che da sempre sono i due aspetti che Irisarri riesce magistralmente a saper far convivere.
"Sonder" è il brano più lungo e dilatato (quattordici minuti) dove la chitarra di Hultgren lascia il segno e asseconda i flebili ricami dei synth di Irisarri. "Vasastan" e "Mountain Stream" cambiano radicalmente tono, risultando i momenti più riflessivi e ipnotici: il primo gioca su semplici rumori di sottofondo e pulsazioni variabili d'avanguardia, mentre il secondo diventa una versione contemporanea di piano di "Music For Airports" di Brian Eno, una sorta di musica per un nuovo mondo da riempire di suoni e speranza. "Mountain Stream" è la traccia che potrebbe segnare un nuovo percorso di Irisarri, un'idea che potrebbe diventare lo spunto per un suo nuovo, prossimo futuro.
19/04/2018