Questa volta i Calibro 35 sterzano per davvero. Se già con le dilatazioni di “S.P.A.C.E.” avevano tentato di sdoganarsi dall’immaginario poliziottesco costruito nei primi anni di attività, ora rafforzano le proprie intenzioni optando per la modalità urban hip-hop, materia nella quale si trovano a proprio agio, avendo da sempre sguazzato nel black-funk. Due tracce sono cantate, certo non una novità per loro, e guarda caso trattasi di quelle che imprimono la direzione al disco, caratterizzandolo.
Così accade che “Momentum” sveli i momenti più indicativi (e “innovativi”) in corrispondenza del primo singolo “Stan Lee” (scelta che conferma la volontà di mostrare un netto cambio di registro) e di “Black Moon”, che vedono rispettivamente i featuring del rapper di Detroit Illa J e della londinese Mercy Welbeck, in arte Mia. In realtà si stenta a riconoscere i Calibro 35 “tradizionali” già dall’iniziale “Glory – Fake – Nation” (anche qui con contorno di voce, femminile), assorbiti in un gorgo non troppo distante da certi movimenti trip-hop.
In questo studio sul rinnovamento stilistico diviene ancor più centrale il drumming di Fabio Rondanini: mentre tutto intorno a lui muta aspetto, resta l’unica “certezza”. Afferra le redini in maniera ancor più riconoscibile, specie dopo la ribalta sanremese vissuta – anche in qualità di autore - accanto a Daniele Silvestri e l’avventura dai risvolti afrocentrici del progetto I Hate My Village. Ma i Calibro 35 affrontano il proprio rinnovamento con spirito conservativo, quindi nell’arco dell’album permane una certa protezione del proprio trademark, attraverso non pochi riferimenti al percorso finora compiuto.
La fascinazione per le colonne sonore resta evidente non soltanto in brani come “Tom Down” e “4x4”, ma anche all’interno della già citata “Stan Lee”, con un intermezzo che richiama certi temi da spy-story. Per il resto del menù la band si muove dal post-rock cinematografico di “Death Of Storytelling” (con gli arpeggi di Massimo Martellotta in evidenza) all’immersione electro dai risvolti kosmische di “Automata”, dagli omaggi a Carpenter alle eleganti raffinatezze jazzy espresse attraverso i fiati di Enrico Gabrielli all’interno di “Thunderstorms And Data” e “Fail It Till You Make It”, una vera e propria esplosione di groove.
27/01/2020