Oggi che tutti lottiamo così tanto per difendere le nostre identità
Abbiamo perso di vista quella collettiva
L'abbiamo frammentata
Noi, loro e gli altri
Noi, loro e gli altri
Persone
"
Persona" (2019) ha segnato un prima e un dopo per Marracash, proponendo un linguaggio più adulto, introspettivo, ambizioso. Salutato da molti come
instant classic, con un pesante
endorsement di Rolling Stone Italia che lo elesse disco dell'anno, è stato un trionfo commerciale da cinque dischi di platino e singoli
habitué delle classifiche di streaming. In certi contesti e per certi target un album-culto, ma non necessario per scoprire che un
hip-hop adulto, profondo, socialmente impegnato e tagliente fosse possibile anche in Italia, se del caso anche con sovrastrutture da
concept, riferimenti "alti", ambizioni importanti.
Questa volta, con questo settimo album intitolato "Noi, loro, gli altri", quell'idea viene portata a più maturo compimento, abbandonando le incertezze che pure attraversavano lo svolgimento di "Persona": questa volta Marracash è sempre più Fabio Bartolo Rizzo, uomo e non solo rapper, e lo racconta con una sicurezza di sé nuova, persino quando si scopre fragilissimo. Il
concept è meno elaborato, il risultato più organico, e aiuta anche il minore affollamento di ospiti.
Senza per questo doverlo paragonare a
De André (
ma che c'entra?), o soffermarsi sulla storia apparentemente conclusa con
Elodie (roba da gossip dozzinale), o su questo o quel campionamento, "Noi, loro, gli altri" funziona come album musicale, come narrazione a sé, spiccando per complessità e densità dei contenuti. Marracash è ancora una volta eccezionale a livello tecnico, e se il suo talento da rapper è sempre stato indiscusso, ora è probabilmente al suo apice, pure al netto di qualche difficoltà nella consegna quando la velocità s'impenna e qualche parola si fatica a comprendere alla prima: peccatucci da virtuoso, perché
content e
flow sono eccezionali.
Se "Loro" è un'apertura da infarto, con una sfilata di
punch-line ininterrotta con cose come "Squid Game sono anni che già lo metto in rima" ma anche "Ho amici nel tunnel come Lady Diana" o il distico "Che darei per quindici minuti di privacy/ E cosa fai per quindici secondi di fama?". Persino l'
ego-trip "Pagliaccio", con l'azzeccato sample di Pavarotti, evita di appiattirsi sul modello ritrito, chiudendo con un
extra-beat da antologia e da palpitazioni, e il
dissing alzo zero di "Cosplayer" è caustico ma non gratuito.
Quando è meno tecnico, Marracash si scopre toccante ("Io"), persino psicanalitico in "Dubbi", giungendo con "Noi" a un vertice di
storytelling con pochi eguali in Italia. Quando anche ritorna a fare il suo hip-hop muscolare e tecnico, come nella finale "Cliffhanger", sembra soprattutto voler ricordare qual è la sua specialità.
In tutto questo, il duetto con
Guè Pequeno è una concessione al lato più pop che si può anche accettare con leggerezza e il brano da cronaca rosa con Elodie di "Crazy Love", in zona r'n'b, è una distrazione leggera in una scaletta in genere più seriosa. "Gli altri (Giorni stupidi)" gioca invece sui modelli malinconici di
Fabri Fibra, presente anche in un breve
skit. Anche la collaborazione per i giovanissimi con
Blanco, buona sicuramente per acchiappare un target diverso, è nobilitata da un
twist stilistico che vede Marracash urlare in un momento catartico.
Decisa conferma di un nuovo corso per il rapper, il curatissimo "Noi, loro, gli altri" (si vedano anche copertina, video, promozione) è adatto anche ai frequentatori casuali del genere, e merita massima attenzione per gli appassionati di rap italiano. Sta facendo e farà parlare molto di sé, aumentando ancora le quotazioni di Fabio Bartolo Rizzo come il più talentuoso fra i rapper davvero popolari di questi anni, ben più centrato nei suoi sforzi del dispersivo Salmo di "
Flop" (2021). Dopo sette album il rapper di "Badabum Cha Cha" potrebbe aver scritto il "
La morte dei miracoli" di questo decennio, ampliando le intuizioni di "Persona" a un'analisi che sia anche sociale, aggiungendo così una dimensione nuova alla sua musica.
24/11/2021