Sono molti i motivi che hanno convinto l'artista a scegliere Cardiff come luogo d'adozione, non ultimo un'affinità elettiva con la scena musicale e soprattutto con quei musicisti che stanno codificando le direttive del folk-pop gallese: Cate Le Bon, H. Hawkline, Gorky's Zygotic Mynci.
Hannah Topp, vero nome dell'artista, per il suo quarto album "Warm Chris" sceglie infatti una scenografia in contrasto con gli spazi multicolori e leggermente stravaganti del precedente album. Tra queste dieci nuove canzoni andate in cerca dell'erede della fantasiosa teatralità art-pop di "The Barrel", c'è il rischio di restare delusi. Per quanto le oblique sonorità e le taglienti liriche di "Tick Tock" cerchino di emularne l'incisività, è evidente che questa nuova creatura di Aldous Harding risponde ad altre necessità espressive.
Le dieci tracce di "Warm Chris" rinunciano in gran parte alle note pulsanti di basso e ai riff assassini di "Designer". Anche il cantato è sommesso e meno verboso: sembra che l'artista neozelandese voglia invitare a un ascolto più attento e meditato, scelta che in alcuni casi si rivela irta di pericoli.
Senza dubbio l'aggancio lirico in crescendo di "Ennui" è familiare quanto basta da non stravolgere la continuità narrativa dei precedenti album. Anche lo slancio pop di "Fever" è figlio di vibrazioni rock'n'roll, solo che Harding la interpreta con uno spirito da svogliata chanteuse (al pari di k.d. lang nel remake di "The Joker").
Il singolo "Lawn" è preda di una sordida malinconia che ne stempera gli stridii pop, un altro segnale di quel caos che si erge a leit-motiv dell'album.
Barocchismi naif e stravaganze folk danno man forte all'ennesima metamorfosi di Aldous Harding. A dispetto dell'elemento puramente estetico, la deriva letteraria di questo nuovo album ha più cose in comune con la svolta del Tom Waits di "Swordfishtrombones" e con la dolente malinconia di "Desertshore" di Nico, piuttosto che con le parche ambizioni di molte folksinger contemporanee.
"Warm Chris" è un album che rinuncia a molti degli stereotipi adottati in passato. L'obliquo surrealismo degli arrangiamenti da un lato fa vacillare gli input armonici, dall'altro lato apre nuovi orizzonti. È insolita infatti la saudade che anima la trance pianistica di "Bubbles". Anche l'accenno di romanticismo di "Passion Babe" è informe, volutamente confuso e quasi algido. Ma è in "Staring At The Henry Moore" che l'inquietudine che brulica in profondità trova la perfetta esegesi creativa: il cantato è opaco, introverso, imperscrutabile, quasi ostico.
Il produttore John Parish ha scelto i giusti complici per questo ennesimo cambio di pelle: non solo H. Hawkline e Gavin Fitzjohn, ma anche l'ex-batterista dei Sons Of Kemet, Seb Rochford. Il gioco d'illusioni e finezze che caratterizza l'intero album è per tal motivo ricco di sorprese e di intuizioni, le quali ad ogni ascolto svelano ulteriori chiavi di lettura.
Dove si intravedono ombre, c'è in verità tanta luce (la title track), e quando l'artista reinventa una filastrocca per bambini, come nel caso di "She'll Be Coming Round The Mountain", qualcosa sembra incrinarsi, la voce si frantuma e il pensiero va a "A Man Needs A Maid" di Neil Young, un altro dei potenziali numi tutelari dell'album più difficile e controverso di Aldous Harding.
Con "Warm Chris" la cantautrice neozelandese sveste i panni più confortevoli esibiti in passato. Il surrealismo leggermente psichedelico delle dieci tracce confina spesso con il minimalismo. Questo è un album che richiede pazienza e dedizione per essere apprezzato in pieno, a volte rimanda all'ultimo lavoro di Cate Le Bon "Pompeii", ma quello che promette è un'esperienza sonora fuori dai canoni.
A sigillo di quello che appare come un album di transizione, c'è infine la eccentrica liturgia a più voci di "Leathery Whip", con tanto di organo alla Velvet Underground. Qui non solo la Harding sfrutta più timbri e toni vocali, ma duetta con Jason Williamson dei Sleaford Mods, fomentando bizzarre ipotesi sul proprio futuro artistico, anche se appare improbabile che possa riuscire a elaborare un progetto più camaleontico ed enigmatico di "Warm Chris".
(07/04/2022)