“Ops! Questo è il synth-pop de Roma Est”. Dopo i primi due capitoli cult ("Roma Est" & "Bundytismo") pregni di new wave orrorifica, allucinata e notturna, gli innesti chitarristici del terzo capitolo e le successive aperture punk del singolo “API aka Antico Punk Inglese e Lesa Maestà”, l’Oscura Combo Romana sfocia definitivamente nella terre più sintetiche e dance della sua produzione. Anteprima di tale virata, gli episodi pandemici, specialmente la bella “Core de tenebra”.
Saldamente ancorati nella loro romanità (esplicitata fin dai poco equivocabili titoli), con “AHO!” i BJLFP continuano a far convivere universi musicali e tematici apparentemente inconcepibili (basti vedere la rielaborazione del simbolo anarchico nel logo/titolo in copertina), resi intriganti dalla verve narrativa di Henry Bowers, dove Camilleri condivide la scena con i Ramones.
Attraverso un'opera di sagace ripescaggio e smaccato citazionismo musicale, le pulsanti sonorità accompagnano un Bowers ancora fedele al suo universo di riferimento, tra Pasolini, le borgate e l'antica Roma, Bela Lugosi, B-movie e Michael Myers, e la cronaca di un disagio che dagli 80’s adesso si sposta nei 90’s (“Chi ha ucciso Laura Palmer”).
Nella prima parte troviamo i pezzi migliori, seppur privi della scintilla delle precedenti “1984” o “Charles Starkweather”. Dopo la trascinante “Béla Lugosi’s Tanz”, le cose iniziano a scricchiolare. Se tutti adesso omaggiano i Joy Division, i Bobby Joe Long's Friendship Party ora guardano a Smiths e New Order. Con risultati alterni: non riuscito il primo (“Vatewave”), meglio il secondo “C’è da dire”.
Per il resto, il divertimento non manca.
18/06/2022