Horsegirl

Versions Of Modern Performance

2022 (Matador)
indie-rock, lo-fi, noise-pop

Il DIY è ancora vivo! Penelope Lowenstein, Nora Cheng e Gigi Reece sono i nomi delle tre giovanissime ragazze - due matricole del college e una liceale - che con il moniker Horsegirl distribuiscono il loro esordio discografico dal titolo “Versions Of Modern Performance”.
L’approccio ruvido e spigoloso dato al lavoro delle ragazze di Chicago trae evidente spunto dalla miglior tradizione della musica alt-rock anni 90, prevedendo la totale condivisione di tutto ciò che incarna lo scenario artistico del classico disco fai-da-te: dal canto alla scrittura dei testi, per arrivare addirittura allo scambio totale dei ruoli sull’uso delle strumentazioni, senza alcuna preoccupazione di mostrare le inevitabili sbavature scaturite da tale universalità d’intenti. Questo approccio sporco, a tratti inesatto, ha però il pregio di risultare magistralmente ficcante e giungere al nocciolo con grande attitudine.
Il risultato finale sono canzoni che gravitano nel medesimo universo di monumenti quali Sonic Youth e Pavement, denotando una minuziosa conoscenza e assimilazione di tutti i concetti fondamentali scaturiti da quello specifico periodo artistico.

Noise-rock, un po' di lo-fi dal piglio elegante, qualche sterzata che vira verso lo shoegaze, la no-wave, il post-punk, senza escludere afflati del pop più graffiante, sottolineano un debole per le improvvisazioni audaci, le sperimentazioni e un gusto che va ben oltre il classico coraggio di fuoriuscire dagli schemi. Esemplari in quest’aspetto sono alcuni eccentrici strumentali (“Bog Bog 1” e “Electrolocation 2”) che s’incastrano nell’opera con un ruolo ben definito.
Non è un caso se John Agnello (Mark Lanegan, Kurt Vile, Sonic Youth, Dinosaur Jr., tra i tanti) si sia voluto accomodare al mixer per le registrazioni, avvenute tra l’altro presso gli Electrical Audio Studio di Steve Albini, e nemmeno se Lee Ranaldo e Steve Shelley compaiono con chitarra e batteria nei brani “Billy” (eccellente omaggio alla città natale delle tre ragazze) e “Beautiful Song”, episodio dove sembrano ruzzolare e scontrarsi tra loro in una forma di caos entropico.

La scaletta scivola via con grande disinvoltura. L’opener "Anti-glory" è un post-punk elastico e luminoso, mentre "Dirtbag Transformation (Still Dirty)" e "World Of Pots And Pans" posseggono un fascino pop disorientante, che si alterna agli spigolosi fraseggi del semistrumentale "The Fall Of Horsegirl".
I testi seguono un canovaccio molto personale, prossimo alle riflessioni di chi è ancora in verde età piuttosto che adeguarsi a schemi conformati, aggiungendo un sagace lato umoristico che emerge soprattutto attraverso titoli quali "The Guitar Is Dead" o la già citata "The Fall Of Horsegirl".
Le idee del terzetto dell’Illinois potrebbero facilmente apparire come il classico già sentito (e su questo non c’è dubbio), ma la loro natura contagiosamente energica, le potenti performance e la sorprendente maturità d’insieme (le fanciulle hanno 17/18 anni) sono un ottimo lasciapassare per segnare il nome delle Horsegirl nella colonna delle sorprese di questa prima parte del 2022.

13/06/2022

Tracklist

  1. Anti-glory
  2. Beautiful Song
  3. Live And Ski
  4. Bog Bog 1
  5. Dirtbag Transformation (Still Dirty)
  6. The Fall Of Horsegirl
  7. Electrolocation 2
  8. Option 8
  9. World Of Pots And Pans
  10. The Guitar Is Dead 3
  11. Homage To Birdnoculars
  12. Billy








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