I tempi sono finalmente maturi per il progetto pop sperimentale di Georgia Ellery, violinista e cantante, già componente dei Black Country, New Road, e del producer Taylor Skye: i Jockstrap nascono nel 2017 alla rinomata Guildhall School of Music & Drama, e da allora si sono fatti notare dalla critica per le loro follie somministrate in brevi capitoli, in particolare “Wicked City”, nel quale iniziavano a mettere nero su bianco con precisione certosina le loro intenzioni.
Il debutto sotto Rough Trade “I Love You Jennifer B”, tra i cui collaboratori spicca Luke Mark alla chitarra, un altro membro dei BC,NR, è una raccolta di brani confezionati nell’arco di circa tre anni, in cui malizia, melodramma e ironia si mescolano efficacemente in egual misura a glitch, breakbeat, ballate folk-pop e sonorità fuori dal tempo, in un gioco di specchi.
Ad aprire è il sibilo di vento dell’alba elettrica “Neon”, nella quale il folk essenziale dominato dalla voce di Ellery si scontra continuamente con la chitarra elettrica distorta e i muri di glitch innalzati da Skye, fino a fondersi con essi in un crescendo. Fanno seguito il weird sound schizofrenico in direzione glitch-hop di “Jennifer B”, un flirt tra ritmi breakbeat e accenni di violino, e l’ottima “Greatest Hits”, che con i suoi archi sontuosi e il piano house à-la Fatboy Slim strizza l’occhio alle atmosfere danzerecce, retrofuturiste e northern soul dei primi Saint Etienne, e al lounge-pop sofisticato degli Air di “Moon Safari”, un vero e proprio best of Nineties (e non solo).
Sembra uscire da una colonna sonora la pop ballad “What’s It All About?”, di una teatralità quasi d’altri tempi, anticamera perfetta dell’altrettanto singolare “Concrete Over Water”, nella quale dominano reminiscenze björkiane, mentre la più quieta e minimale “Angst” propone un paio di citazioni all’opera “Titanic Rising” di Weyes Blood, precipitando in un finale ironico e accelerato.
Pain is real
And love is real
But pain is also growth
And grief is just love with nowhere to go
A vantare le liriche migliori è “Debra”, traccia introdotta da synth spaziali e dal tono solenne di Georgia, che sfocia in trame elettroniche orientaleggianti, sostituite gradualmente dalla chitarra acustica di Mark nella piccola gemma “Glasgow”, brano sulla maturità personale di stampo folk e avant-pop. Si apprestano a chiudere la drammatica “Lancaster Court”, tra chamber-pop, stridii elettronici e riferimenti all’opera lirica, e la versione remix di “50/50”, che tocca territori Idm e techno.
Sofisticato, al limite di ogni confine musicale e soprattutto temporale, il debutto della premiata ditta Ellery-Skye mette molta carne al fuoco dal punto di vista delle sonorità sperimentate, coadiuvate dai registri vocali sfoggiati da Georgia, una produzione impeccabile, e testi brevi ma centrati, senza lasciare mai niente al caso. A fronte di quello che ha tutta l'aria di essere uno dei migliori esordi del 2022, chi desiderasse constatare le reali capacità del duo dal vivo, in Italia avrà la possibilità di farlo a inizio novembre al Club To Club di Torino.
17/09/2022