Tutto può succere in settanta minuti di musica, ma in mano a Louis Cole il tempo è proprio un giocattolo. D'altronde, citare come fonti d'ispirazione sia Gustav Mahler che Meshuggah e Super Mario Kart è sintomo di un animo tanto curioso quanto un filino disfunzionale. Louis Cole è sempre stato un ascoltatore onnivoro e un talentuoso polistrumentista, nerd fino al midollo ma anche velatamente eccentrico e disinteressato all'idea di pertinente aderenza sociale - vedasi i buffi videoclip che ama realizzare, o la foto di copertina di questo "Quality Over Opinion", dove pare un Kajagoogoo abbandonato all'autogrill durante la tournée. Non a caso la sua musica trova posto sotto Brainfeeder, celebre marchio alternativo losangelino i cui membri - soprattutto quelli maschili - hanno l'aria di eterni adolescenti che smanettano in garage fino alle sei di mattina, ancora felicemente ignari delle conseguenze di un vero contatto con l'universo femminile. Tra ritmiche complesse, svolazzi jazz-funk, bordate elettroniche e liriche ossessive, i continui scarti stilistici di "Quality Over Opinion" non potevano fiorire in un ambiente migliore. Certo, orientarvisi dentro è tutt'altro lavoro.
Recentemente nominato ai Grammy nella categoria di "Best Arrangement, Instrumental and Vocals", il singolo "Let It Happen" è solo uno dei possibili punti di partenza: sei minuti e quarantadue secondi di ballata intima e lunare, tornita da synth perlacei e delicate progressioni ambient-jazz. Louis non è il vocalist più espressivo sulla piazza, ma sa cucirsi addosso l'abito adatto e soprattutto vive le proprie canzoni in prima persona, con un giovanilistico spirito naif che strappa il sorriso. Al resto pensano una limpida cura sonora e una fantasia spesso abbandonata a briglia sciolta. Già con l'ansiogena introduzione della nevrotica title track, infatti, è chiaro che Louis ha fatto (quasi) tutto in casa da solo, a riprova di un ottimo talento rimasto confinato nella moderna alienazione sociale, sia essa causata da pandemia o da eterno doomscrolling.
Non mancano brani accattivanti; "Dead Inside Shuffle" è follemente innamorata dell'amico e collega Thundercat, "Planet X" (già impiegata su "Grand Theft Auto Online") e i sette minuti tondi dell'altro singolo "Tight" mostrano un nu-funk scattante e gioiosamente danzereccio alla !!! e Hot Chip, mentre "Park Your Car On My Face" sembrano i Jamiroquai in versione soavemente new jack swing.
Ma le idee continuano a scorrere come un fiume in piena; ecco il minuetto orchestrale "Shallow Laughter" che sfocia nell'impasto hardcore/free-jazz di "Bitches", le delicate partiture in carta velina di "Message" e "Disappear", poi ancora la seghettata demenza da terza media di "Failing In A Cool Way", le indefinibili sbavature tonali di "Don't Care" e un dilatato madrigale folk (?) chiamato "When". "Let Me Snack" è allucinante: Arca e SOPHIE in squadra di calcetto contro Dave Chappelle.
Ascolto eccentrico e chilometrico con qualche inevitabile punto morto, ma nonostante tutto pertinente e cantautoriale, "Quality Over Opinion" è un prodotto Brainfeeder al 100% ma evita tanto le contorsioni hip-hop del padrone di casa Flying Lotus quanto la seriosità del più acclamato jazzista Kamasi Washington, optando per un approccio vivace ma anche romantico e inquisitorio.
Oltre ai tanti nomi che popolano gli universi in collisione tra jazz ed elettronica - lo stesso Louis fa parte dei Knower, ma si specula sia nascosto anche dietro all'efferato duo avantgarde Clown Core - vengono in mente svariati colleghi al confine tra produzione elettronica e canzone jazz-funk, come Dam-Funk (vivamente consigliato l'ascolto della sua personale epopea, "Invite The Light") e il mai troppo citato AMP Fiddler.
In ogni caso, un ascolto conturbante e confusionario, ma troppo ricco ed esoso per venire a noia.
16/12/2022